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Old 29-10-2004, 11:20   #12
gpc
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Originariamente inviato da lucio68
[Borg mode on]
Definisci "intelligente".
[Borg mode off]
La resitenza è futile, sarete assimilati... ehm... dicevamo...
Eh, anche questo è un problema non da poco, comunque.

Quote:
Credo che in parte possa dipendere anche dalla quantità di neuroni impiegati e da quantità e "qualità" degli stimoli forniti.
Nella fattispecie, 25000 neuroni che ricevono stimoli da 60 elettrodi hanno imparato a mantenere in assetto un aereo in volo in una simulazione informatica.
Questo lo definirei apprendimento piuttosto che intelligenza.
E mi sorge un'altra domanda.
Se gli stessi stimoli fossero stati forniti a un topo, anziché a una coltura di una porzione della sua corteccia cerebrale, che cosa potrebbe essere in grado di fare il grazioso animaletto?
Domanda interessantissima che me ne fa venire in mente un'altra.
Da quel che so delle reti neurali, l'apprendimento fa uso di un sistema di feedback che rende possibile alla singola unità di capire se l'azione che ha prodotto è "buona" o "cattiva".
Da quello che dice l'articolo, il cervellino è stato semplicemente spalmato sugli elettrodi e poi ha fatto tutto da sè, collegamenti compresi. Ma mi chiedo, come ha fatto a distinguere tra una manovra giusta e una sbagliata, e quindi ad apprendere, se non sapeva a priori se un segnale che riceveva indicava che aveva fatto una cosa buona o meno? Mi verrebbe da pensare, per esempio, che possano aver collegato gli elettrodi in modo che simulassero un "dolore" nel momento in cui l'aereo non teneva l'assetto, ma non mi pare che sia quello che viene detto nell'articolo.
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