Nuovi disoccupati disposti a tutto
Aumentate del 15 per cento le richieste di lavoro a "Insieme Si Può": sono italiani e maschi
Nuovi disoccupati, non più giovanissimi, con famiglia a carico, e magari un mutuo da pagare. Stanno diventando un piccolo esercito, tanto da dare vita a un fenomeno che rischia di preoccupare amministratori e politici locali. Ma non solo. Perchè questi nuovi disoccupati potrebbero scatenare preoccupanti tensioni sociali. I quaranta-cinquantenni, espulsi dalle fabbriche, sono infatti disposti a fare qualsiasi cosa pur di portare uno stipendio a casa. Non hanno ambizioni, nè sogni nel cassetto; sono pronti a misurarsi con mestieri che non hanno mai esercitato prima e non disdegnano di frequentare corsi di formazione pur di acquisire la professionalità necessaria ad esercitare nuove mansioni.
A registrare il fenomeno non sono soltanto osservatori provinciali e liste di collocamento. La cooperativa "Insieme Si Può", fornisce un valido termometro della situazione: i numeri parlano di 3mila e 500 richieste di lavoro presentate ogni anno in cooperativa. Ma quest'anno, da aprile, l'offerta di lavoro è aumentata del 15 per cento. E quello che è ancora più strano è che a mettersi in coda sono soprattutto italiani. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, infatti, gli italiani sono cresciuti del 12 per cento, passando dal 45 al 57 per cento del totale. E le sorprese sono appena cominciate. Perchè la percentuale di uomini in cerca di occupazione si è decuplicata, passando dal 2-3 per cento del 2003 al 20 per cento dell'anno in corso. «Si tratta di italiani, licenziati o messi in mobilità, che cercano una ricollocazione nel sociale sapendo che questo è un settore che assorbe ancora mano d'opera» spiegano alla cooperativa "Insieme Si Può". E aggiungono un altro dato. Le richieste di iscrizione ai prossimi corsi per operatore socio-sanitario sono 560 con un aumento del 20 per cento rispetto agli ultimi corsi del 2003. Gli iscritti sono al 60 per cento italiani e al 40 per cento stranieri, confermando la tendenza registrata lo scorso anno. Quello che cambia è, invece, la richiesta di iscrizione da parte di italiani, di età compresa tra i 45 e i 55 anni, che sono aumentati del 20 per cento.
Rina Biz, presidente della cooperativa, cerca di dare una spiegazione e una logica a dati che rischiano di diventare preoccupanti. E preende ad esempio il fenomeno della nuova disoccupazione, soprattutto maschile. «È finito il periodo delle vacche grasse, durante il quale si potevano sprecare energie e risorse. Adesso, anche il nostro tessuto industriale rischia di creare disoccupazione ed è qualcosa a cui non siamo abituati» esordisce. Per proseguire: «Abbiamo sempre creduto nel modello americano, dove chi lascia un lavoro ne trova un altro nel giro di 24 ore, invece ci rendiamo conto che il 40-50enne non si ricicla più. Se perde un posto non ne trova un altro tanto in fretta. Ma ha la famiglia da mantenere, i bambini che vanno a scuola e l'affitto da pagare. Deve guadagnare». Perciò, si chiede: «A queste persone cosa diciamo? Stiamo zitti rischiando che di dare vita a una guerra fra poveri per il posto di lavoro? Con il pericolo aggiuntivo che si scatenino tensioni tra italiani e stranieri?».
A questo punto la Biz suggerisce: «È venuto il momento di leggere il futuro attraverso la ricerca, di fare sistema per capire quali sono i punti deboli del nostro tessuto produttivo, e di confrontarci per trovare soluzioni, alimentando il pensiero politico e la progettualità». Perchè il sociale potrà assorbire una parte dei lavoratori allontanati dall'industria. Ma, da solo, non potrà reggere l'onda d'urto. «Il sociale è legato al territorio, perchè le malattie e le povertà non si delocalizzano. E in questo settore i lavoratori italiani sono accolti a braccia aperte perchè hanno una cultura dell'assistenza che gli stranieri non hanno ancora assimilato, come la rigidità in materia d'igiene. Ma, attenzione perchè anche questo settore rischia la saturazione e allora non ci saranno più paracaduti» ammonisce il presidente della cooperativa.
p.s. il bello che dalle nostre parti continuano ad arrivare persone in cerca di un lavoro a flotte