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Originally posted by "Quincy_it"
Quello che però mi faceva sorridere era il modo con cui venivano scritte le recensioni dei videogiochi, spesso in maniera superficiale e non mancava ogni tanto qualche frecciatina anti-videogiochi che tempo fa andava molto di moda (non ricordo esattamente quale gioco fosse se Carmageddon o Duke Nukem o Doom, insomma uno di quelli più "tranquilli"). 
Più che recensioni spesso sembravano articoli pubblicitari, tanto che alcune volte le opinioni e i giudizi espressi dal suddetto non coincidevano con le prove del gioco svolte dalle riviste del settore.
Il fatto è che IMHO sono dell'idea che ognuno deve fare il lavoro per cui è portato, non ci si può improvvisare (o meglio: sicuramente tutti possono fare tutto ma di certo non allo stesso livello di altri). E ciò è tanto più vero quando si parla di videogames, fenomeno di massa che fa muovere miliardi di dollari, che sì all'apparenza sembra un mondo facilmente avvicinabile e comprensibile da tutti ma all'atto pratico contiene tutta una serie di risvolti difficilmente analizzabili da chi non conosce il presente ma soprattutto il passato, da chi non è appassionato di tutto questo, da chi non è cresciuto tra una tastiera e un pad.
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Caro Quincy, in parte hai ragione. Per quanto riguarda il fatto che gli articoli "sembravano pubblicitari" però voglio sottolineare che le testate sui cui ho scritto recensioni di videogiochi (Pcworld, Donna Moderna e Topolino) in tanti anni non mi hanno mai fatto una sola pressione di tipo pubblicitario per parlare bene di un gioco che non lo merita. E tanto meno io ho avuto rapporti strani con produttori e distributori. In linea di massima sono le testate più piccole ad essere più soggette a pressioni pubblicitarie.
Sono d'accordo sul fatto che le recensioni su Pcworld fossero superficiali, se confrontate con quelle delle riviste specializzate. Io procedevo così: tra tutti i videogiochi che mi arrivavano sceglievo quelli che mi sembravano più adatti per le singole testate (su Topolino, per dire, non avrei mai parlatodi Carmageddon) e questa era già una prima mia selezione personale. Quelli di cui intendevo parlare li installavo e li provavo per alcune ore (non di più per mancanza di tempo, non facevo solo quello). Dopo essermi fatto la mia opinione la mediavo con quella delle principali riviste del settore(Zeta, The Game Machine, quella di cui ora non ricordo il nome del gruppo di Pacworld). Questo naturalmente non mi salva dalle castronerie. Ma credo che tutti noi siamo soggetti, nel nostro lavoro o negli studi, a farne.
Per quanto riguarda le mie frecciate a videogiochi, credo che tu ti riferisca a Carmageddon. Ne ho inizialmente parlato molto male perchè trovavo di pessimo gusto e diseducativo un gioco il cui scopo fosse quello di accoppare le vecchiette per strada. Più avanti mi sono reso conto che avevo esagerato e ne ho parlato sulla mia rubrica Dire, fare giocare che allora avevo su Pcworld. Non ce l'ho con i videogiochi, anzi. Al limite ce l'ho con la violenza gratuita, ma non più di quanto ce l'abbia con quella che sta al di fuori dei videogiochi.
Infine un andeddoto a proposito delle possibili castronerie. Mi ricordo che ho recensito Autoroute Express di Microsoft (il software che consente di calcolare gli itinerari stradali) parlandone molto bene. Mi era proprio piaciuto, tanto che l'ho usato per pianificare un mio viaggio in Romania. Bene: grazie a quel programma non ho indovinato una strada e ho fatto almeno 500 kilometri in più. Posso capire il lettore al quale è successa la stessa cosa e avrà pensato che il giornalista fosse pagato da Microsoft, ma come vedi non era così.
Ciao