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Il tecnico risponde a Prandelli: "La mia Roma era disorganizzata? Io vanto tanti record". E su Emerson: "Non ho troppo tempo, tra un po' apro il pacco...".
SALICE TERME, 22 luglio 2004 - La sorpresa di Moggi è una boutade, anche questa volta. Non c'è nessuno (di nuovo) a Salice Terme, alla presentazione bis della Juventus 2004-2005. O meglio ci sono quelli che già conosciamo, compresi Baiocco e Maresca che non hanno troppa intenzione di partire rispettivamente per Messina e Fiorentina. Sì, è vero ci sono i nazionali che il 3 luglio non c'erano. C'è Pavel Nedved, con la zazzera di sempre e il maledetto ginocchio gonfio (ha un esame tra una settimana, sicuramente salterà il preliminare di Champions), c'è David Trezeguet con un contratto nuovo di zecca (sino al 2008) e un traguardo ambizioso, le 100 reti in bianconero. E Alessandro Del Piero, in bella mostra, prima fila, mezzo sorriso, poche parole. Ma di sorprese neanche l'ombra.
LA SORPRESA CHE NON C'E' - Ciak si rigira. Quando si parte, alle 12.10, il presidente Franzo Grande Stevens, con la solita eleganza, chiede scusa per il ritardo. Appena dieci minuti, insignificanti. Ma non per Moggi che quando irrompe, tre minuti più avanti, su quello cavalca: "La sorpresa è che sono in ritardo... - attacca -. La sorpresa è che siete tutti qui, in tanti, e io sono contento.... La sorpresa... C'è tempo per la sorpresa...". In realtà non ce n'è tantissimo. Almeno non sembra averne troppo Fabio Capello che incalza: "Quanto tempo sono disposto ad aspettare? Mica tanto. Tra poco apro il pacco, vediamo cosa c'è...". Poi ribadisce che in casa Juve si lavora con serenità, don Fabio. Esattamente come due settimane fa si dice convinto di aver un certo peso sul mercato di Madama. E allora aspetta Emerson innanzitutto, ma non solo. Ieri si "auspicava" un attaccante che sostituisce Di Vaio. E magari un difensore: su quel reparto che poi è il limite della Juve senza gloria della passata stagione, in allenamento e in amichevole, il tecnico sta lavorando molto. Antonio Giraudo interviene poco, ma con decisione afferma che la Juventus è "una delle poche società che può permettersi di spendere dei soldi" (se lo sente Baldini...). E annuncia "uno-due acquisti, ma di quelli che fanno la differenza". Ma quando?
EMERSON PRIMO OBIETTIVO - Se lo chiede e se li aspetta anche Grande Stevens che dal tavolo che conta dice: "Benvenuti (...) Meriti ed eventuali demeriti saranno tutti di questi dirigenti - indicando la "triade" -. Ci sono dei nuovi acquisti, ma noi speriamo di averne qualcun altro. Spero cioè che Moggi, come ha fatto in passato, riesca a farci ulteriori sorprese. La più bella è Capello ed è merito di Umberto Agnelli". Poi il presidente "presenta" il d.g., gli lascia il microfono e la scena, consapevole anche lui "che non dirà nulla di nuovo". "Ho sempre ammirato quelli che parlano, parlano senza dire un granché..." scherza il presidente. Lucianone sorride e si limita a ribadire: "Il nostro primo obiettivo è Emerson, ma c'è tempo. Anche subendo delle critiche, siamo convinti che andremo avanti con calma, con un occhio alla gestione economica e l'altro a quella sportiva. Sia chiaro che non c'è nessun contratto scritto col giocatore. Non mi sembra una situazione molto diversa da Mexes. Solo che noi facciamo più audience. E' una trattativa lunga, il mercato chiude il 31 agosto, non ci faremo condizionare dalla lista Champions". Cioè, prenderemo Emerson anche se non dovesse poter giocare la coppa. Mah... E l'altro, è Gilardino? La risposta è la solita filastrocca: "E' un buon giocatore, ma oggi non è sul mercato. Per ulteriori informazioni bisogna rivolgersi a Baraldi...". E se la Juventus firmasse una compartecipazione con il club gialloblù, lasciando per un anno l'attaccante a Parma? Risponde Giraudo: "Non credo che sia questa la situazione al momento".
L'ATTESA DI CAPELLO - Per ora la Juventus ha preso Zebina, Chiellini e Kapo. Ma continua - a fari rigorosamente spenti - a trattare, lavorare, cercare. Su Gilardino soprattutto, che Trezeguet accoglierebbe a braccia aperte. Gli altri non si sa. Capello è fiducioso, aspetta ma guarda l'orologio e il calendario. E' uno orgoglioso, lui. E' un vincente. Deve mettere in piedi la squadra, tra tre settimane debutta in Champions League. "Come giocherò? Quando avrò a disposizione tutti i giocatori, deciderò e ve lo dirò". A Prandelli - che ieri ha dichiarato di aver trovato la Roma "disorganizzata tatticamente" -, invece, le manda a dire subito. O quasi. La presentazione ufficiale della Signora Juve, con tanto di dirigenti e presidente, non è la sede adeguata. L'appuntamento è per due ore dopo, al campo, prima dell'allenamento.
L'IRA DI CAPELLO - Ci siamo. C'è anche lui, bello tonico, composto, ma duro. La risposta al collega, per le rime, è un monologo breve ma significativo: "Credo che per quanto mi riguarda ho girato quattro società e non mi sono mai permesso di parlare di chi mi ha preceduto. Prandelli ha parlato di giocatori tecnicamente a posto e penso che mi abbia fatto un complimento perché sono giocatori giovani e quindi significa che in 5 anni abbiamo fatto un ottimo lavoro. Per quanto riguarda il discorso tattico la cosa è diversa perché bisogna confrontare le formazioni dell'anno scorso con quella che è stata schierata col Glasgow Rangers per capire che i giocatori sono tutti diversi. Per il resto le squadre che ho allenato io nella mia storia hanno sempre avuto un'ottima organizzazione sia offensiva che difensiva, visto che c'è anche qualche record che posso vantare da allenatore. Vi saluto, grazie". Buon lavoro.
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