Anch’io ho giocato, finito e mi sono goduto The Last of Us Part II tantissimo.
Concordo sul fatto che possa risultare un po’ lungo, soprattutto nel finale. Però a livello di trama trovo che sia stato costruito un racconto potente sulle conseguenze della violenza. La spirale di vendetta che travolge i personaggi non lascia spazio a vincitori — ed è proprio questo che, pur nella sua amarezza, ho trovato così significativo.
Sul tema “woke”, permettetemi di dissentire con garbo: non condivido affatto l’idea che questo sia un gioco woke solo perché presenta una protagonista forte.
Scusate, ma le donne non sono un sesso debole, né devono essere relegate in cucina per rendere una narrazione “realistica” in un mondo post-apocalittico. Rappresentare personaggi femminili complessi, forti e imperfetti non è un’agenda, è semplicemente scrivere personaggi credibili.
Affermare che le donne: "verrebbero relegate ai ruoli del medioevo", è una semplificazione storicamente inaccurata e fuorviante. La condizione femminile nel Medioevo variava considerevolmente in funzione di fattori quali il contesto geografico, lo status sociale, il periodo specifico e la cultura di riferimento.
Due esempi a caso:
Giovanna d'Arco (Francia, 1412–1431).
Matilde di Canossa (Italia, 1046–1115).
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Ci manchi Lowenz!
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