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Originariamente inviato da Unrue
Sempre più indifendibile. Curioso poi che vieti il termine "crisi climatica", quando poi la Groenlandia è diventata appetibile grazie ad essa.
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Ma che dici? Non lo sai che "groellandia" significa terra verde? Sono stati i poteri forti a ricoprirla di neve, ma il suo vero clima è come quello della california.
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Originariamente inviato da sbaffo
Infatti, finche le bloccavano da una parte andava bene, ora che lo fa l'altra parte "censuraHHHH".
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Premetto che anche a aborro tutto questo voler plasmare la lingua secondo i propri comodi e oltre gli esempi già fatti potrei citare anche il voler censurare il termine "blind run" perché offendere i non vedenti... follia pura, ma qui temo che siamo su ben altri livelli, in particolare segnalo quanto riporta geopop:
I possibili esiti delle parole proibite dall’amministrazione Trump, da “donne” a “LGBTQ+”
Gli effetti di questa politica si stanno già facendo sentire nell'ambito scientifico. Dopo l'ordine esecutivo dell'amministrazione presidenziale, la NASA ha rimosso dal suo sito web tutte le informazioni dedicate alle donne nel campo STEM, inclusa la biografia dell'ingegnera spaziale Rose D.F.*Anche la biografia di Vera Rubin sul sito dell'Osservatorio intitolato a lei è stata modificata: sono stati eliminati i riferimenti al suo impegno per l'inclusione di donne e ad altri gruppi poco rappresentati nella scienza. Questi sono solo due esempi noti, ma la cancellazione di intere comunità dai siti scientifici sembra impossibile da fermare, al momento, per paura di ripercussioni finanziarie sui progetti.
In questo senso, anche la ricerca universitaria rischia di fermarsi o rallentare su molti fronti (ai ricercatori dell'Università della California di San Diego è stato chiesto di ripulire i loro siti web da qualsiasi riferimento a diversità, equità e inclusione), con i fondi federali che potrebbero essere bloccati nei prossimi mesi.
Vietare certe parole, però, a livello pratico è soprattutto un problema per la salute pubblica: le ricerche cliniche includono donne, bambini e popolazioni vulnerabili (la cui situazione sociale e di salute deriva da determinati fattori sociali, in cui povertà e istruzione inadeguata giocano un grande ruolo). Rebecca Fielding-Miller, scienziata della sanità pubblica dell'Università della California di San Diego, ha definito la lista «orwelliana» e ha affermato che ostacolerà il lavoro di tantissimi scienziati:
Ma trovo interessante o meglio preoccupante anche questo articolo del sole 24 ore
Negli Usa le parole “transgender”, “LGBT” e “non binario” sono state bandite dal linguaggio ufficiale della scienza
È quello che sta avvenendo. Oltre che per gli studi scientifici in corso di pubblicazione, cresce anche la preoccupazione per le informazioni che nei giorni scorsi sono state rimosse o rese inaccessibili dai portali dei Cdc. Venerdì l’Association of Health Care Journalists, l’associazione americana dei giornalisti che si occupano di salute, ha scritto una lettera in cui protesta per “la rimozione di dati di salute pubblica vitali dal sito dei Cdc”. Si tratta di una quantità di dati sterminata che va dagli stili di vita alle malattie infettive e che costituisce la base per il lavoro di scienziati, giornalisti e operatori di sanità pubblica.
Per questo un gruppo di consulenti dei Cdc ha inviato una lettera aperta alla direttrice Susan Monares in cui chiede spiegazioni sul perché “senza avvisi, spiegazioni o giustificazioni” i principali dataset siano diventati inaccessibili. I dati spariti dal sito “includono fonti di informazioni critiche su malattia, popolazioni e fattori di rischio”, sottolineano gli esperti.