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Old 16-01-2024, 11:16   #109
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Come promesso, visto che continui ad imperversare, ho deciso di ri-smazzarmi il discorso. Toccherà spezzare in più reply per leggibilità. Inizio con il primo e poi man mano che avrò voglia aggiungerò gli altri.

1/3 - Bitcoin

(tanti punti li ho già toccati anche qui e replies successivi)

Premettiamo che, come già spiegato, la value proposition principale di Bitcoin è essere moneta sana. Questo implica ad esempio che debba esserci una certa immutabilità perché la scarsità credibile è direttamente collegata a questa e al fatto che non ci sia "un'elite" in grado di imporre cambiamenti al protocollo. Altrimenti un domani certi parametri possono essere cambiati, tipo la max supply in primis. Quindi estrema cautela col "nell'informatica spesso si upgrada, il ticcipì/l'uddippì": la maintenance e la pura ottimizzazione del codice o la correzione di bug critici (ce n'è stato solo uno ad oggi) ok, gli hardforks ogni 6 mesi perché "si builda bros!", l'innovazione ecc, non vanno bene per questo use case. Non sono "evoluzioni tecnologiche", semplicemente minano il discorso immutability -> scarcity.
La blocksize war (vedi sotto) ha dimostrato che effettivamente l'immutabilità di Bitcoin è credibile. Altrettanto non si può dire delle altre varie altcoins.

Poi poniamo definitivamente fine alla tua imbarazzante arrampicata sugli specchi relativa a cosa hai o non hai detto sulla questione del PoS come evoluzione tecnologica:

Tu stai cercando di sostenere la superiorità del PoS in quanto "evoluzione tecnologica", venuta dopo (tra l'altro falso, vedi nota 1), senza tradeoffs.
Io ti ho spiegato che sono discorsi totalmente fuori luogo in questo ambito, che dimostri di conoscere molto superficialmente soprattutto proprio da considerazioni da newbie di questo tipo, perché parliamo di protocolli open source, non di prodotti software brevettati, quindi tutte le soluzioni sono portabili se c'è la volontà di farlo.
Ergo se PoS costituisse effettivamente un upgrade lo vedremmo prima o poi su Bitcoin.
Messo alle strette hai cominciato con le arrampicate finendo per contraddirti:

1)
Quote:
Originariamente inviato da pachainti Guarda i messaggi
Effettuare un cambiamento cosi radicale cambierebbe la natura di BTC e chi ha il potere decisionale per farlo, non ha l'interesse.
2)
Quote:
Originariamente inviato da pachainti Guarda i messaggi
Ho riletto la discussione e non ho trovato dovei avrei scritto che i miner non vogliono, ma solo che sono i miner ad aver il poter di decisione (fork).
Da 1) + 2) deriva, con ben poco margine interpretativo, che secondo te Bitcoin non passa a PoS non per riserve sulla bontà di questa soluzione in sé, ma perché i miners lo impediscono per proprio interesse (fortuna avevi riletto ).
Non c'è una lettura alternativa delle tue parole perchè ovviamente soltanto i miners avrebbero un incentivo ad ostacolare un passaggio di questo tipo: tutti gli altri attori avrebbero nulla da perdere/solo da guadagnare se ci fosse consenso sul fatto che PoS sia questa miglioria indubbia.

"Chiarito" ( ) oltre ogni dubbio cosa stai sostenendo tu, già ti ho spiegato ampiamente perché è falso, ma espandiamo:

Ti consiglio di leggerti The blocksize war, che il tuo aver seguito gli eventi "in differita" come affermi con il tuo english humor di patate a quanto pare non ti aiuta molto: quella famosa frase di Armstrong con cui l'hai menata per millenni citandola come prova definitiva, fatti non pugnette, "supportato da vari links" era in realtà una mera opinione del suddetto, noto big blocker, che riprendeva un punto di vista diffuso anche tra i grandi miners, postata sul blog di Coinbase durante la blocksize war a sostegno delle narrative big blockers ma smentita poi dai fatti storici. Ad esempio in occasione del fork di eth/etc (e successivamente con Bitcoin Cash), quando si è avuta la prova che le dinamiche non comprendono solo questioni tecniche ma anche e soprattutto economiche e quindi tutto quanto ti ho già spiegato su cosa determina realmente l'imporsi di un fork piuttosto che un altro.
Dal libro:

"Around three days after the split, exchanges started listing Ethereum Classic. Poloniex, one of the leading alternative coin exchanges at the time, listed Ethereum Classic on July 23, 2016. The price of Ethereum Classic then started to increase on the exchange. From memory, it started trading at around two percent of the value of Ethereum and peaked on July 25 at more than 50 percent of the price of Ethereum. Ethereum Classic was proving to be extremely volatile. What's more, the miners were following the price. Not a perfect correlation exactly, but as the price of Ethereum Classic increased, more miners mined it in order to scoop up the increased block rewards. Small blockers then started to argue that the situation was more complex than the large blockers had argued: perhaps miners did not define the protocol, but instead followed traders and investors to maximise their profits.
As the price of Ethereum Classic increased, it gained more and more momentum. Miners, it appeared, just wanted to follow the money. This is when many people started to realise that a hardfork and contentious split was not just about two issues, hashrate and computer science, but financial markets too. This kind of event was an opportunity for financial speculators and traders, who could trade between the coins.
"

Questo evento, insieme successivamente a Bitcoin Cash dove si sono riproposte dinamiche simili, ha portato i miners ad essere molto più prudenti nel perseguire hard forks secondo i loro desiderata, alla fine rinunciandoci sotto la minaccia di uno user activated soft fork.

Come si è visto non sono i miners a poter direzionare i cambiamenti al protocollo: devono uniformarsi a quello che scelgono la userbase e gli investors per via della ben congegnata struttura di incentivi.
Non sono nemmeno i devs ad avere questo potere, che hanno influenza ma limitata: i big blockers avevano il sostegno di gente come Mike Hearn e soprattutto Gavin Andersen, praticamente "il braccio destro di Satoshi" che manteneva inizialmente anche il repository "ufficiale" su Github tuttavia non sono riusciti ad imporsi.
E neppure exchanges e industry players vari, che pure erano in maggioranza big blockers.
Bitcoin ha dimostrato sul campo di avere una governance realmente decentralizzata in mano all'utente finale: ogni cambiamento necessita del consenso schiacciante (non solo la maggioranza) da parte dell'utenza o non passa, con una certa propensione all'immutabilità.
In un ambiente realmente decentralizzato senza uno o più leaders che tutti seguono (e di cui poi ti devi fidare) gli updates devono essere opt-in retrocompatibili, affinchè ogni utente possa scegliere se aderire o meno senza venire escluso perchè non c'è garanzia che gli hard forks non retrocompatibili vengano accettati da tutti senza finire per splittare e diluire il network effect, tranne appunto nel caso di consenso schiacciante.
Ecco il perchè dell'approccio layer 1 ridotto all'osso, il più possibile immutabile e le innovazioni/esperimenti vari con tradeoffs sui layers successivi: dà le migliori garanzie sulla decentralizzazione e sulla stabilità della "politica monetaria" senza escludere l'innovazione, con il tradeoff che è più difficile sviluppare con questa struttura (i soliti tradeoffs della decentralizzazione).


Da tutte queste considerazioni è evidente che Bitcoin non passa a PoS non per via dei miners, tantomeno per "limiti tecnologici", fuori contesto in un ambito open source, ma per precise scelte di design e di approccio, perché il PoS semplicemente NON CONVINCE per i casi d'uso di Bitcoin, per i vari motivi già ampiamente analizzati (ma ci torno, di nuovo, nel prossimo reply).
Non ha senso quindi parlare di obsolescenza, puoi al massimo non condividere tali scelte: mi troveresti in disaccordo ma sarebbe una discussione sensata. Parlando di obsolescenza invece dimostri semplice incompetenza e scarsa conoscenza storica dell'ambito.



*Aggiungo una correzione sul discorso fees con i blocchi grandi/piccoli:
sono stato impreciso perché in realtà non è automatico che le fees totali raccolte aumentino con blocchi più grandi, il discorso è più sfaccettato.
Non cambia nulla per quanto riguarda quello che volevo sostenere e non c'entra il tuo esempio pseudomatematico per scemi ma il tutto va comunque precisato meglio: da un lato c'è il fattore aumento del numero delle transazioni accomodabili e dall'altro c'è la questione che se c'è meno competizione per lo spazio disponibile gli utenti tendono a pagare meno per una tx (fee market). I big blockers erano convinti che comunque l'effetto netto dell'aumento del numero di transazioni includibili avrebbe sovrastato quello relativo alle singole fee inferiori, perché fees inferiori e più tps avrebbe portato a più adozione e utilizzo di Bitcoin per i pagamenti, gli small blockers il contrario, ovvero che i blocchi piccoli favorissero un "healthy fee market". Non si sa chi abbia ragione (io propendo per gli small blockers perché aumentare le dimensioni del blocco comporta un hard fork che come ho spiegato va il più possibile evitato per una sound money, meglio scalare il throughput sui layer 2) ma in ogni caso il grosso dei miners aveva abbracciato la versione big blocker e quindi valgono tutti i discorsi relativi alla blocksize war fin qui fatti.


NOTE

1 -
Quote:
Originariamente inviato da pachainti Guarda i messaggi
Nel whitepaper di BTC si parla solo di PoW, anche perché il PoS, non esisteva
scarsa conoscenza storica appunto:

https://www.youtube.com/watch?v=jE_elgnIw3M&t=4777s

Te l'avevo anche già detto: il PoS è stato discusso e analizzato prima (o comunque più o meno nello stesso periodo) del PoW e scartato per ragioni fondamentali. Le "novità" recenti sono solo le varie pezze introdotte via via per tamponare, che risolvono e non risolvono, spesso introducendo ulteriori problemi e nella maggior parte dei casi riducendo la decentralizzazione (checkpoints, slashing o cose più offuscate tipo i vari masternodes o relay nodes).


2 - Una versione PoS di Bitcoin è stata già tentata nel 2020. Questa l'accoglienza del mercato:

https://coinmarketcap.com/currencies/bitcoinpos/

Ultima modifica di Informative : 17-01-2024 alle 12:40.
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