EDIT: ecco, ho scritto un inutile papiro e Darkon l'ha detto molto meglio di me in due parole... /edit
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Originariamente inviato da dado1979
Lo scopo finale di tutto NON E' fare più soldi ma bensì far fare una vita migliore a tutti cittadini... dei soldi, dei fatturati non ce ne si fa niente come società.
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Nel mio caso, e parlo solo per me, lo scopo è avere un business sostenibile a lungo termine e poter fare nella vita ciò che mi piace cercando di farlo al meglio delle mie possibilità. Non sempre ci riesco, a volte mi incazzo con qualche dipendente e non dovrei, ma insomma lo scopo principale non è il denaro. Parlo per me, ma credo che la soluzione non possa essere una gara al ribasso. Credo che iniziare un business avendo in testa solo il denaro sia controproducente e porti alla fine a un business che non funziona, al fallimento aziendale o a modelli di business squallidi (che esistono, non voglio certo negarlo). Ho visto qualcuna di queste realtà e personalmente ho come obiettivo di non essere così.
Uno dei valori di qualsiasi impresa deve essere quello di migliorare sempre, e il miglioramento non è solo economico, anzi! Avere come metrica solo il fatturato porta a distorsioni della cultura e dell'ambiente lavorativo che hanno come unica conseguenza il fallimento del business (eccetto casi particolari di quasi-monopolio tipo Standard Oil da manuale).
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Sicuramente è meno penalizzante che non dare la possibilità di sopravvivere a chi non ha capacità che secondo il tuo ragionamento va lasciato al suo destino in quanto non utile alla società... questo modo di vedere le cose deve necessariamente finire.
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Non ho detto che devono essere lasciati al loro destino, semplicemente che come sempre è stato le capacità di ognuno e l'ambiente in cui si trova influenzano completamente il suo destino. Posto che siamo in un ambiente (EU) piuttosto favorevole allo sviluppo personale, se si sceglie di rimanere nella mediocrità bisogna accettare le conseguenze.
Mediocrità per me significa fare sempre e solo il minimo indispensabile, non voler crescere umanamente e professionalmente, insomma, rimanere fermi al punto di partenza perché va bene così e se ne ha il diritto. La morte dell'ambizione personale e della società, secondo me.
Sul fatto che la società dei soldi non se ne faccia niente permettimi di dissentire...
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1) i sindacati li hanno, studia un pochino come funzionano le cose nel mondo dopo aver studiato per analisi 2.
2) Il modo di vedere la società, il futuro, le difficoltà, negli USA é quanto di peggio partorito dalla mente umana... per 300k dipendenti ben inquadrati nella società ci sono milioni di cittadini ai margini di una società così. Se citi gli USA cita tutto, non solo l'oro che luccica.
Poi, i 300k di dipendenti tutti vicini di casa, tutti con la stessa casa col giardino, tutti vestiti uguali, con le strade ideati in complessi giganteschi fatti a posta per loro, é la morte dell'umanità, della diversità come risorsa... sembra un film di Lars Von Trier. Vivici te in una società del genere.
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In quel complesso industriale specifico il sindacato non c'è, come giustamente dici tu gli States sono molto variegati e non tutti gli states sono Detroit.
Hai ragione nel dire che c'è un sacco di merda in giro. Nessuno lo nega (almeno spero). Lo citavo come esempio di realizzazione personale in cui ogni operaio invece di puntare al ribasso punta all'eccellenza, con un sistema pensato per farti eccellere e per farti dare il 110% nel tuo ambito nel rispetto dei diritti individuale (che evidentemente negli USA sono migliorabili). Questo è non rimanere nella mediocrità, essere coscienti dei propri margini di miglioramento e fare tutto ciò che è in proprio potere per migliorare.
Un poco OT, sui 300k dipendenti non si può generalizzare ovviamente, ci sono tantissime situazioni diverse che richiedono approcci diversi. Gli ex colleghi a Roma non vivono nelle stesse condizioni degli americani o di quelli francesi. E gli americani della sede di Berkley la casetta se la sognano, mentre invidiano quelli dell'Iowa che fanno una vita migliore. Insomma, come sempre generalizzare è controproducente. Quello che mi sorprende è che salti alle conclusioni in questo modo, ognuno ha la sua individualità e le sue necessità. Io chiesi di essere trasferito da Trento a Roma perché lì su mi sentivo morire, un altro collega fece l'opposto perché non sopportava più Roma... ognuno si costruisce la dimensione migliore per sé rispetto alle proprie possibilità. Se le possibilità sono poche, bisogna migliorarsi continuamente per aumentarle, non sentirsi frustrati perché non se ne è capaci... e soprattutto, non chiedere a tutti gli altri di andare al ribasso per difendere la propria incapacità. Questo processo richiede un sacco di sacrificio e non tutti sono disposti a farlo... perché la società dovrebbe premiare chi non è disposto al sacrificio per migliorare la società stessa?
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Non capisci, é chiaro che chi si sacrifica debba esser ricompensato e viceversa chi è un fannullone debba essere lasciato a casa ma te non ti accorgi che stai difendendo un modo di vedere il lavoro pericoloso: se uno ha problemi, se uno non ha le capacità non può raggiungere il target e a te (a quelli come te) non frega un cazzo dell scuse (esiste un solo Dio, il fatturato), se non lo raggiungi sei fuori... beh, é sbagliato, togliti dalla testa che la prima cosa sia il fatturato.
Ma sai quanti ne ho conosciute di persone oggettivamente squallide e inquadrate come te nel mio lavoro.
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Grazie di avermi dato dello squallido, prendo e porto a casa!
Di recente abbiamo lasciato a casa un ragazzo, non gli abbiamo rinnovato il contratto e per evitare di lasciarlo in mezzo alla strada gli abbiamo trovato un posto più adatto alle sue capacità in una azienda con cui collaboriamo (programmatore, mica magazziniere, e ha mantenuto la stessa RAL).
È stato estremamente spiacevole ma appunto lui era l'esempio calzante di questa mentalità della mediocrità: gli facevo formazione e non studiava, ci metteva circa due volte e mezzo il tempo degli altri nel fare un qualsiasi lavoro e ogni volta che gli dicevo che si poteva fare meglio la reazione era stizza, non voglia di migliorare. E il problema gorsso non è tanto questo, quanto il fatto che non c'era crescita nonostante fosse in un ambiente in cui la possibilità di crescere ti viene data ma ti si richiede di farlo attivamente (e vieni pagato per farlo). Perché mai dovrei tenermi un dipendente cosí? Perché dovrei premiarlo per comportarsi cosí? Qual è il razionale? Se lo scopo è migliorare la società intera, ognuno deve impegnarsi nel farlo, la responsabilità non può essere solo di chi ci mette i soldi. Da datore di lavoro ho dato gli strumenti alla persona, se lui ha deciso scientemente di non usarli che c'entro io? La possibilità (tante, in realtà) gliel'ho data, che ci posso fare se lui non l'ha colta?
E secondo te, io e il mio socio, ci guadagnamo un euro in più a formare il dipendente? Che magari dopo un anno se ne va a lavorare per la ditta accanto che gli offre 2k euro all'anno in più? Direi che il fatturato non c'entra niente con tutto ció ma è un modo di fare business che appunto vede il suo principale valore nella capacità dei propri dipendenti di migliorare e di trasmettere questo miglioramento al prodotto che produciamo (software nel nostro caso).
Detto questo abbiamo la fortuna di vivere in Europa (io sto in Spagna) dove vige lo stato di diritto. Non c'è bisogno del sindacato per dirmi che devo pagare la maternità e la paternità ai colleghi, non c'è bisogno del sindacato epr dirmi che devo avere una assicurazione che copra i costi di malattia (in particolare in periodo di covid, almeno qui lo Stato copre solo le prime due settimane), né che se hai un problema qualsiasi devo cercare di venirti incontro. Se non rispetto questi diritti, almeno qui il tribunale mi fa un

cosí - giustamente direi.
Anzi, credo di offrire la maggior flessibilità possibile in tutti i casi proprio per mantenere un rapporto sano e duraturo con i miei colleghi ed evitare di buttare tempo ed energie. Cerco di responsabilizzarli dando flessibilità oraria totale, lavoro da casa, disponibilità a farli uscire ed entrare come meglio credono l'importante è che rispettino gli impegni presi. Però la responsabilità richiede appunto un miglioramento continuo della persona e dei processi a supporto della persona. E la mentalità della mediocrità non ammette nè responsabilità nè miglioramento continuo.
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Io invece non ho mai visto un imprenditore che faccia il suo lavoro per cercare di far fare dei passi avanti alla società ma solo per fare più denaro possibile
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Mi spiace per questa visione così cinica, devi aver passato una vita abbastanza dura!