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Dai documenti emerge infatti una gravissima situazione economica, una politica estera pericolosamente vicina alla Russia di Putin, una classe dirigente a sovranità drammaticamente limitata, dove un ministro, prima di relazionare al Parlamento, va a chiedere di coordinarsi con gli americani e il governo italiano non può permettersi di cercare la verità neppure su un singolo episodio, come la morte di Nicola Calipari. I cablo non lasciano dubbi su quanto sia corto il guinzaglio della nostra democrazia.
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L’Italia rivelata dai cablo era una democrazia dal guinzaglio molto corto, dove i politici subivano grandi pressioni: dalla guerra in Afghanistan al nostro cibo, che ci rende famosi nel mondo, gli Stati Uniti intervenivano massicciamente sulle faccende italiane. A far emergere le pressioni stavolta non erano libri o articoli antiamericani e neanche il j’accuse ideologico di intellettuali o attivisti: erano i diplomatici statunitensi stessi. Le avevano raccontate, nero su bianco, nelle loro corrispondenze ufficiali con il Dipartimento di Stato. I 4189 cablo sull’Italia e sul Vaticano ne fornivano la prova.
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Quello che io sospetto già da un pò di anni.
Già solo per questo grazie Assange, Manning e compagnia per aver messo il tutto nero su bianco.
«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!»
(Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)
Da allora non è cambiato nulla a parte i nomi dei proprietari,ovvio.