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Originariamente inviato da marcram
Se tu stacchi la spina ad un reattore, il plasma cade, scioglie le pareti, crea qualche incendio e probabilmente qualche esplosione, ma la reazione nucleare non c'è più...
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Ma neanche per scherzo
La perdita del confinamento magnetico è un evento comune in un reattore a fusione, anzi è proprio la perdita del confinamento che costituisce il limite odierno di durata, ogni volta che viene acceso dopo poco il materiale scappa in giro e va a sbattere sulle pareti, si raffredda e la reazione si spegne di botto, alla lunga il contenitore viene eroso, ma si parla di migliaia di eventi nella vita di un reattore
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Originariamente inviato da marcram
Non credo proprio.
Innanzitutto non puoi avere vuoto e temperature altissime contemporaneamente, sono strettamente collegati.
Secondo, senza pressione che motivo hanno due nuclei di unirsi? Starebbero ognuno per conto proprio...
Il vuoto viene fatto nella camera del Tokamak prima dell'accensione, per eliminare tutte le impurità.
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Anche qua c' è un po' di confusione, il reattore è tenuto sottovuoto durante il funzionamento perché
il vuoto è un ottimo isolante, il plasma è invece mantenuto a forma di anello attraverso il confinamento magnetico.
Il materiale di fusione è ad altissima
temperatura cinetica questo vuol dire che la temperatura è misurata in base alla velocità delle particelle, se metti un termometro lì in mezzo neanche si accorgerebbe di avere caldo, è lo stesso principio per cui gli astronauti vanno in giro tranquillamente con le tute spaziali quando la temperatura nominale dell' atmosfera all' altezza della ISS sarebbe di qualche migliaio di gradi.
Se nel Sole le reazioni di fusione accadono a "soli" 15 milioni di gradi mentre in ITER bisogna arrivare a 150 milioni è proprio perché in ITER la pressione è bassissima quindi le particelle fondono solo grazie all'energia cinetica, se non hai pressione per aiutare devi alzare la velocità.
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Originariamente inviato da !fazz
questione rottura del reattore
in un reattore a fusione il guasto più catastrofico è il cedimento del confinamento ovvero il caso in cui il plasma tocchi le pareti del reattore e le vaporizzi ora in questo caso si può avere un esplosione chimica ma di pericolosità infinitivamente minore rispetto alla rottura di un reattore a fissione in quanto ci sarà una dispersione di materiale radioattivo nettamente minore (si anche un reattore nucleare a fusione produce radiazioni ma non per il suo funzionamento ma come attivazione delle pareti del reattore da parte dei neutroni rilasciati (la cui maggior parte viene fermata nel blanket e a volte utilizzata per la produzione del combustibile)
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Come detto sopra questo è un fenomeno che si verifica di continuo e non provoca alcun danno catastrofico a parte una certa erosione del contenimento.
Il problema numero 1 della fusione nucleare è proprio il mantenimento del confinamento, finché le particelle hanno bassa temperatura si riesce a tenerle al loro posto, quando si sale di temperatura si innescano fenomeni elettromagnetici nel plasma che finiscono per distruggere la configurazione del campo magnetico, il materiale va a spasso, tocca il contenitore e si raffredda di colpo.
Il plasma è fatto di particelle cariche che si muovono ad altissima velocità e quindi ognuna crea un campo magnetico proprio, finché non si organizzano e le particelle restano ben distribuite si riesce a tenerle a bada, ma nel giro di qualche secondo si possono verificare delle risonanze col risultato di generare un campo magnetico distruttivo rispetto a quello di confinamento e far andare il materiale in giro per i fatti suoi.
Questo è il motivo per cui la durata delle accensioni è ancora molto limitata, si deve riuscire a inserire materiale e/o modificare il campo magnetico in modo da prevenire la distruzione del confinamento, 101 secondi è oggi il record.
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Originariamente inviato da marcram
Con il reattore a fusione non abbiamo radioattività...
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Non esattamente
La reazione di fusione genera radiazioni, e il trizio di suo è radioattivo, ma questi non sono grossi problemi
Il problema è l'attivazione del materiale che compone lo strato esterno, quando un materiale non radioattivo viene sottoposto a radiazioni si "attiva", questo vuol dire che qualche nucleo assorbe le radiazioni e si trasforma in un nucleo a sua volta radioattivo.
Il problema dovrebbe essere molto minore rispetto a una centrale a fissione semplicemente perché il materiale attivato di regola non è particolarmente radioattivo e ha tempi di decadimento abbastanza veloci rispetto a metalli pesanti come il plutonio 239 che vengono prodotti dalle centrali a fissione, è tuttavia un obiettivo del prossimo step quello di trovare materiali meno soggetti ad attivazione per il guscio esterno.