Cioè fatemi capire, pigliate un post scritto da un blogger sviluppatore e magicamente questo diventa una mistica previsione sul futuro del kernel su cui praticamente gira il mondo intero dell'informatica e della figura professionale che lo sostiene?
Peraltro l'articolo linkato contiene una serie di castronerie, tipo l'idea terrificante che Amazon possa farsi il suo sistema operativo.
Embè? L'ha già fatto 10 anni fa, si chiama Amazon Linux ed è uno delle tante distribuzioni derivate da RedHat Linux
Altro kernel? E a che scopo? Far pagare una licenza per non dover ricadere nei vincoli di licenza del kernel di Linux e finire per essere abbandonata da tutti? Mi sembra alquanto autolesionista, senza contare che nessuno sano di mente si metterebbe a progettare e sviluppare un kernel nuovo da zero, sarebbe una follia.
Ad Amazon interessa incentivare l'uso dei suoi servizi, non far fuggire gli utenti verso altri lidi.
Ma il guru di cui sopra non si è accorto che i servizi più utilizzati sul cloud sono proprio istanze, di fatto macchine virtuali?
E qual'è il software che gira prima di tutto su queste macchine? Esatto, il sistema operativo.
E qual'è il kernel più utilizzato su queste macchine? Esatto Linux...
E chi le deve installare, configurare, manutenere, amministrare? Esatto, proprio i sysadmin che l'onniscente Mariano da per spacciati...
Forse il guru di cui sopra, non a caso uno sviluppatore, pensa che tutto il software di questo mondo sia stateless, che tutto sia riconducibile a qualche mitico microservizio senza alcun repository, e quindi sia tutto trasformabile in magici container che possono scalare all'infinito, mentre chiunque abbia un minimo di esperienza sa benissimo che solo certe applicazioni possono concedersi questo lusso, e nel caso uno voglia usare qualche servizio di object storage o database as service deve pagarlo a peso d'oro.
Poi secondo il suddetto i servizi su cui girano le applicazioni si manutengono automagicamente, e più passa il tempo più migliorano, come un buon vino d'annata... mentre invece sappiamo tutti che inacidiscono e scoppiano sommersi da eccezioni che proprio gli sviluppatori come il suddetto non fanno niente per gestire e finiscono per azzoppare qualsiasi servizio (sia che giri dentro un container o no).
Ma naturalmente tutto questo non gli è passato per l'anticamera, così come le implicazioni del "cloud" sui costi, che magicamente lievitano rispetto ad architetture tradizionali o altre forme di provisioning, senza contare il fatto che su cloud è praticamente impossibile fare una previsione esatta dei costi.
Ma tutto questo non lo preoccupa nemmeno per sbaglio, e questo è normale, lui è uno sviluppatore, quando qualcosa gira sul suo ide e il deploy in produzione è fatto tutto va bene, tutto è perfetto, il lavoro è finito e si può passare ad altro...
Classico caso di approccio miope da parte di chi vede solo il suo "pezzettino" e ignora l'universo che ci sta dietro, ma poi del resto è la filosofia che sta dietro anche ai container, nati da sviluppatori per sviluppatori, e poi adottati in produzione da gente che non ha la minima idea delle criticità a cui si espone.