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Originariamente inviato da aqua84
quindi, se OGGI il 30% di Apple è "REGOLARE" perchè non è in posizione dominante, DOMANI se per "colpa" dei clienti dovesse raggiungere la soglia di posizione dominante quel 30% potrebbe essere considerato un abuso?
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E' lo stesso concetto applicato a Microsoft quando è stata multata, e a tutte le società che acquisiscono posizione dominante. Almeno in Europa.
E la logica è banale, anche se sembra che nessuno la comprenda: nel momento in cui acquisisci una posizione tale per cui hai il controllo di un certo tipo di mercato, le regole della competizione non sono più dettate da quelle fissate dal libero mercato, ma appunto dalla società che acquisisce posizione tale per cui le sue scelte indirizzano a suo volere le scelte stesse di mercato.
Quando Microsoft è stata multata dalla UE, ha semplicemente installato di default sul SUO sistema operativo il suo browser. Se andiamo a guardare, che avrebbe fatto di così scandaloso? Nei fatti ha operato all'interno del suo ecosistema, esattamente come sta facendo oggi Apple con iOS e cosa per la quale quelli che prima denigravano Microsoft oggi difendono Cupertino.
Il problema nasce dal fatto che lo scopo del libero mercato è di permettere a tutti di competere ad armi pari con le stesse regole e al tempo stesso permettere a tutti di poter emergere.
Per cui finchè vieni considerato una piccola entità, o di nicchia, ti viene concesso di poter agire con una certa libertà: sia per farti la possibilità di farti notare, sia perchè le tue mosse non incidono in maniera significativa sul mercato.
Nel momento in cui possiedi quote importanti di mercato (la posizione dominante non necessariamente implica il possesso del 50%+1 del mercato), le tue scelte condizionano anche le possibilità di altri competitor, sia diretti che indiretti.
Windows era installato sul 90% dei PC del mondo, imporre di default IE con tacito consenso (anche se nessuno ti impediva di scaricare un altro browser e non usare IE) indirizzava le scelte dell'utente, facendo leva proprio sulla sua posizione dominante e quindi "oscurando" le altre aziende che cercavano di fornire il loro prodotto. Ed è lo stesso motivo per cui molto probabilmente Microsoft non ha mai imposto ai produttori software di passare forzatamente sul loro store per installare applicazioni su Windows.
Apple alla stessa maniera con il suo sistema impone di produttori di App di passare forzatamente per il suo store per avere quel famoso 30%. questo ovviamente limita le possibilità, permette ad Apple di avere un guadagno in ogni caso e soprattutto impone all'azienda produttrice di pagare quel 30%. E questo senza che Apple abbia nulla a che vedere con il 99% delle App che girano sul suo store.
Poi essendo un libero mercato di compravendita, è ovvio che la posizione dominante l'assumi perchè c'è gente che acquista determinati prodotti, ma quella non è la discriminante. La discriminante è che tutti possano avere le stesse possibilità per vendere quel prodotto.
In America questi discorsi non esistono, o sono molto più vaghi. Giusto o sbagliato che sia, questo però porta a situazioni tipo Amazon che, bene o male che sia, le ha permesso di acquisire posizioni nel mercato tali per cui può fare il bello ed il cattivo tempo in alcuni settori, senza che i competitor possano fare nulla, o molto poco.
Vedi ad esempio nell'editoria: da un lato molte case editrici hanno difficoltà a contrastare mosse "poco ortodosse" atte solo ad impedire alla concorrenza di operare come vorrebbe (e non, quindi, cercando semplicemente di vendere meglio il proprio prodotto).
Dall'altro ci si ritrova con situazioni come i formati ebook, dove se acquisti un kindle sei costretto ad usare il formato di Amazon, e se passi ad un altro reader quel formato non puoi più leggerlo. Quindi tu acquirente sei costretto a continuare ad acquistare da Amazon, perchè ti viene limitata la scelta (e questa è un'altra cosa sulla quale, a mio avviso, si dovrebbe intervenire... va bo, estemporanea).