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Old 20-12-2020, 12:57   #8
raxas
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Originariamente inviato da MaxVIXI Guarda i messaggi
Ma cosa state dicendo? Ahahahah

Allunaggio è corretto, è un neologismo per nato per definire l atterraggio lunare. Se un giorno si diffondere martaggio sarà corretto se non lo farà no (visto che la lingua cambia in continuazione per necessità di comunicazione)

Martemoto è sempre più diffuso come termine sia perché ne è la diretta traduzione dall' inglese sia perché é un termine comodo per indicare siami marziani con caratteristiche peculiari rispetto a quelli terrestri

Tutto il ragionamento sul plurale "terre" non ha senso, il termine deriva da terrae motus (appunto movimento della terra), che con un processo di elisione e accorpamento (peraltro della a muta latina) ha generato il termine italiano attuale.

I latini avevano assolutamente la concezione della Terra intesa come pianeta a se stante, come anche i greci e molti altri popoli. Terra con la T maiuscola è il nome proprio ITALIANO. Ogni lingua ha il suo termine per definirla e anche storicamente ha cambiato nome anche nella nostra cultura, è stata chiamata Gea (i pianeti del sistema solare sono definiti pianeti olipici proprio in virtù del fatto che gli sono stati dati nomi di divinità e anche la Terra non fa eccezione) e da Gea (Ge o Gaia) derivano geologia, geografia, geotermia etc etc etc (che nessuno trova ridicoli ma se non fosste abituati a sentirli e ad usarli vi sembrerebbero ridicolo). Altro nome che la grande madre terra ha avuto è stato quello latino Tellus da cui derivano altri termini che se riferitin ad altri pianeti ci sembrerebbero ridicoli, perché movimento marturico ci farebbe ridere ma movimento tellurico no... E il discorso potrebbe continuare all infinito
uhm
quanto al grassetto, probabilmente i "Latini" avevano concezione della Terra o Tellus, come LUOGO, separato dagli altri ma non come pianeta nel senso che lo intendiamo noi (planetes=errante come i vari che si vedevano, come ora, ch non erano fissi tra le stelle: Mercuirio, Venere, Marte, Giove, Saturno (solo questi si vedevano ad occhio nudo))
poi vorrei mettere altra carne al fuoco, in un altro senso, e precisamente:
tra tutti questi planetes (pianeti) come mai ad esempio Giove che è il maggiore dei pianeti solari ha avuto proprio il nome della divinità pagana maggiore?
guarda caso è anche il pianeta maggiore...
e quanto a luminosità (unico parametro da loro valutabile, Venere è anche maggiore)
Mercurio appariva poco prima o poco dopo la presenza del Sole, tanto da meritarsi il nome "Messaggero degli dei" in modo simile alla dio pagano...
riguardo a Giove sarà proprio un caso? (i "latini" certo non avevano nozioni di dimensioni astronomiche... dai, sarà stato un caso... )

quanto al discorso precedente ehm l'H-demia della Krusca
distingue tra Terra come pianeta, e terra come suolo, dice:
Ammartiamo? Meglio di no.

"Numerosi lettori hanno chiesto un parere sull’uso giornalistico dei termini ammartare e ammartaggio, ricorsi in occasione dell’importante evento astronomico in cui il suolo di Marte è stato toccato dalla sonda americana InSight, il 26 novembre 2018. Ecco un paio di esempi nei titoli apparsi il giorno stesso dell’avvenimento: “Insight su Marte: ammartaggio perfetto, aperti i pannelli solari” (Matteo Marini, Insight su Marte: ammartaggio perfetto, aperti i pannelli solari, la Repubblica.it, Scienze); “L’ammartaggio della sonda InSight in diretta” (L'ammartaggio della sonda InSight in diretta, Focus.it).

Non si tratta di un neologismo dell’ultimo momento, beninteso; la prima attestazione nota ha oltre 40 anni. Il Vocabolario Treccani, consultabile in rete, lemmatizza ammartaggio come neologismo del 2012, ma ne rileva un’attestazione di Adriano Buzzati Traverso già nel quotidiano “La Stampa” del 23 luglio 1976; lo stesso dizionario segnala come neologismo del 2014 ammartare, anche in questo caso retrodatandolo al XX secolo (Gabriele Beccaria, “La Stampa”, 13 luglio 1997) e chiosandolo come “Derivato dal nome del quarto pianeta del sistema solare, Marte, con l’aggiunta del prefisso ad- e del suffisso -are1, sul modello di atterrare, ammarare, allunare e simili”.

Vale la pena di segnalare quanto scrive Roberto Todini nell’articolo La Sonda InSight è Ammartata Sana e Salva, ancora il 28 novembre 2018, su Ultima voce.it: «Ieri poco prima delle 21 ora italiana la sonda InSight è ammartata (il neologismo ammartare potrà suonare curioso ma a parer mio è sempre meglio della contraddizione in termini “atterrare su Marte”) [...]». Tale opinione è evidentemente condivisa da almeno una parte degli operatori dell’informazione.

Pare tuttavia che la contraddizione sia invece proprio nelle voci ammartare e derivati. Il ricorso che se ne fa, come del resto segnalato da alcuni nostri lettori che non lo condividono, non tiene infatti conto dei due significati prevalenti di terra, che non sono il nome proprio del pianeta, ma a) il nome comune per indicare ‘suolo’, ‘superficie solida’ in opposizione a quella dei bacini acquiferi e di superfici liquide in genere, ‘terraferma’, e b) il valore di ‘suoli e terreni formati da rocce appartenenti a varie categorie geotecniche, materiale costitutivi del terreno contenenti gli elementi necessari per la nutrizione delle piante’. È evidente che espressioni come cadere a terra, sedere a terra, andare a terra, gettare a terra, respingere una palla da terra, scavare sottoterra, ecc. non indicano il pianeta; e terra vale ‘terreno coltivabile’ in arare / fertilizzare / zappare la terra, vale ‘materiale particolare’ in vaso di terra, ‘appezzamento di terreno’ in ettaro di terra, ‘zona geografica, territorio’, in terra di Romagna.

Certo, ha pieno senso usare ammarare, ammaraggio in opposizione ad atterrare / atterraggio, ma parliamo sempre del nostro pianeta. Ben lungi dall’aprire la strada al pur frequente allunare / allunaggio (voci registrate per esempio dal GRADIT di Tullio De Mauro e datate entrambe al 1959), l’allusione alle acque terrestri si colloca nell’opposizione terra / mare che nulla ha a che fare con l’opposizione Terra / Luna: tanto che pare congruo parlare di atterraggio e ammaraggio sulla luna (anche se il secondo è solo ipotetico: i mari lunari, com’è noto, corrispondono a varie configurazioni morfologiche prive di acque).

D’altra parte, se per esempio un idrovolante o un uccello si posa sulle acque di un fiume o di un lago, non si ricorre a formazioni parasintetiche con base fiume o lago. In questo caso è assai curioso quanto si legge nella pagina ammaraggio di Wikipedia, da cui si dedurrebbe che ammaraggio non è che un iponimo di atterraggio: "Un ammaraggio è, in senso ampio, qualunque atterraggio su uno specchio d'acqua [...]. Gli idrovolanti, siano essi a scafo, a galleggianti o anfibi, sono progettati per decollare e atterrare sull’acqua"; e più avanti, nel paragrafo "Ammaraggio d’emergenza", si legge "[...] il comandante ha dovuto prendere la difficile decisione di eseguire un atterraggio di emergenza sul fiume" (corsivi aggiunti).

Se ne può concludere che atterrare su X con X satellite o pianeta, nel senso di ‘toccare il suolo, poggiare sulla superficie nella fattispecie della Luna o di Marte’ è espressione pienamente corretta, mentre ammartare / ammartaggio è un semplice occasionalismo, il cui uso in una circostanza particolare come quella indicata all’inizio si può certamente capire, ma che non è destinato a inserirsi stabilmente nel lessico, perché presupporrebbe per coerenza l’uso dell’astronimo in ogni situazione e azione (al momento perlopiù non plausibile) in cui, sul nostro pianeta, ci trovassimo a nominare terra (*cadere a Marte, *sedere a Marte, *gettare a Marte...). Per non dire della catena di parasintetici cacofonici da tenere in caldo per le future conquiste spaziali: avveneraggio, ammercurare, aggiovaggio, assaturnato... fino ad applutonato.
"
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____€UROPA: INSIEME di STATI IN COMUNANZA DI PROSPETTIVE PAGLIACCE

Ultima modifica di raxas : 20-12-2020 alle 13:12.
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