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Old 18-11-2020, 14:52   #485
tallines
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DailyPic

Vineyards near Barolo,

Piedmont, Italy



Questa volta, dopo molto tempo, è DailyPic che pubblica un' immagine dell' Italia .

L' immagine è del 09 Ottobre 2020 e riguarda una località in Piemonte, ossia Barolo e le vigneti che ci sono nelle sue colline, dove viene prodotto il famoso vino Barolo .

Con questo post, continuiamo, visto che abbiamo iniziato con il Trentino-Alto Adige (post sopra) ad andare a vedere perchè una Regione ha un determinato nome,


ossia andiamo ad analizzare l' Etimologia del nome dato alla Regione stessa .


Sapete già che le Regioni italiane, sono 20, non 21 come più di qualcuno, sbagliando, dice .



DailyPic Stati Uniti 09/11/2020



Vineyards near Barolo, Piedmont, Italy



Piemonte

Il Piemonte è una regione a statuto ordinario, dell'Italia nord-occidentale, con capoluogo amministrativo – nonché capitale storica – la città di Torino.

Confina ad ovest con la Francia (regioni Alvernia-Rodano-Alpi e Provenza-Alpi-Costa Azzurra),

a nord-ovest con la Valle d'Aosta,

a nord con la Svizzera (cantoni Vallese e Ticino),

ad est con la Lombardia,

a sud-est per un breve tratto con l'Emilia-Romagna

e a sud con la Liguria.

È la seconda regione italiana per superficie,

settima per numero di abitanti,

seconda per maggior numero di comuni,

la più occidentale d'Italia

e fa parte dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo,

della Macroregione alpina

e, limitatamente ai territori delle province di Novara e VCO, della Regio Insubrica.



Screenshot Stati Uniti 09/11/2020


Vineyards near Barolo, Piedmont, Italy



Etimologia

Inizialmente il termine Piemonte,

che a partire dalla fine del XII secolo apparve scritto nelle cartine topografiche nella versione latina Pedemontium o Pedemontis (che significa "al piede del monte"),

identificava i possedimenti dei Savoia, limitati ai tratti compresi in prossimità del Sangone, della Dora Riparia e del Po.

Successivamente il termine si estese ad indicare una parte sempre più ampia della pianura al di qua delle Alpi,

elevata nel 1418 a Principato, in concomitanza con le conquiste sabaude.

Il legame con il paesaggio alpino è evidente nella storia.

In Valle di Susa nella zona di Novalesa, posta alla base del Colle del Moncenisio, che presenta un ripido dislivello tra passo e fondovalle circondato da alte cime,

un edificio ecclesiastico posto lungo la frequentata Via Francigena veniva già indicato tra XII e XIII secolo come S. Maria ad Pedem Montis Cenisii, o S. Maria de Pedemontio .

La Regione deve il nome che porta al fatto di trovarsi geograficamente parlando "ai piedi dei monti".

Nella fattispecie le Alpi Occidentali.

Nel Medioevo si iniziò a chiamare già in questo modo una porzione di territorio pianeggiante posto ai piedi delle montagne alpine.

Col passare del tempo rimase lo stesso nome per indicare un territorio più vasto, che è quello attuale.




Screenshot Regno Unito UK 09/11/2020


The hills of Barolo vineyards in Piedmont, Italy


Lo screenshot di DailyPic Regno Unito UK, è stato postato, per far vedere che spesso, cambiano i Titoli dell' immagine stessa

e seppur parzialmente, anche la Descrizione stessa, per esprimere sempre lo stesso concetto .

Come già detto .




Peapix.com


Screenshot New Bing Wallpaper - Bing Wallpaper Gallery Nov 9, 2020 Stati Uniti


Autumn in Piedmont


Come si nota, in New Bing Wallpaper - Bing Wallpaper Gallery, non c'è più la possibilità di votare, accendendo il cuore, e la Descrizione appare come da immagine .

Link New Bing Wallpaper - Bing Wallpaper Gallery > https://bing.gifposter.com/column-16...-piedmont.html




Zona collinare e suoi vigneti (Langhe) in provincia di Cuneo, Piemonte



Le Langhe piemontesi

Le Langhe sono un territorio o sub-area geografica del basso Piemonte,

situato tra le province di Cuneo e Asti,

costituito da un esteso sistema collinare,

delimitato dal corso dei fiumi Tànaro, Belbo, Bòrmida di Millesimo e Bòrmida di Spigno e confinante con l'Astesana, il Monferrato e il Roero.

Si suddividono in:

paesi delle Langhe a bassa quota: zona con quote genericamente inferiori ai 600 m; zona di vini e tartufo (rinomato il bianco di Alba).

paesi delle Langhe ad alta quota: zona con quote fino agli 896 m. (Mombarcaro); dominano i boschi e la coltivazione della pregiata varietà di nocciole "tonda gentile delle Langhe".

Langhe Astigiane: zona nel sud della provincia di Asti, con un picco di 851 m nel comune di Seròle.

Il 22 giugno 2014, durante la 38ª sessione del comitato UNESCO a Doha (il grande albero - è la capitale e la città più popolata dello stato del Qatar.),

le Langhe sono state ufficialmente incluse, assieme a Roero e Monferrato, nella lista dei beni del Patrimonio dell'Umanità.

Oltre che per lo sviluppo del settore terziario, la zona si distingue per la sua poliforme produzione enogastronomica.




Vigne nelle Langhe



Le Langhe sono anzitutto un importante centro di viticoltura e vinificazione, dove spiccano numerose varietà di vino (in larga parte soggette a certificazioni DOC e DOCG), quali :

Barolo, Nebbiolo, Barbaresco, Dolcetto d'Alba, Dolcetto di Dogliani, Barbera d'Alba, Pelaverga di Verduno.

Altrettanto celebre è il tartufo bianco di Alba, in onore del quale ogni anno vi si tiene una fiera internazionale.

Capillarmente diffusa è altresì la coltivazione della nocciola Tonda Gentile delle Langhe.

Numerosi sono anche i formaggi sottoposti a tutela DOP, primi fra tutti le Robiole di Roccaverano e di Murazzano.

La varietà sopra descritta ha favorito negli anni lo sviluppo del turismo enogastronomico.

L'ètimo del nome langhe (in piemontese indica proprio la collina) è incerto.

Dante Olivieri aveva proposto un accostamento alla voce lombarda lanca,

poi ha aderito alla proposta di Giulia Petracco Sicardi che, partendo dall'etnico ligure Langates, ha ricavato una base riferita alla posizione del castello o al castello stesso, dove vivevano queste popolazioni.[4]

Nino Lamboglia invece propende per un accostamento a una base non indoeuropea lanka, che si riscontra anche in Langobriga (città iberica), dal probabile significato di "conca, avvallamento" e, da questo, "zona collinare".

Un documento del X secolo parla di Langarum.




La Langa del Barolo - Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato



Langhe, come sono nate


Le Langhe fanno parte di un complesso di terre (che includono il Monferrato e le colline di Torino),

che emersero 25 milioni di anni fa per un processo di corrugamento del fondo marino dell’allora mare Padano che

mediante un canale, giudicato largo ventisette chilometri, metteva in contatto quel mare con il mar Ligure passando attraverso l’attuale colle di Cadibona, (436 metri sul livello del mare).

Poi per effetto di spinte tettoniche, il canale si chiuse e si formarono le nostre Langhe che sono considerate una “dorsale appenninica”;

dorsale che dai 754 metri sul livello del mare di Montezemolo, raggiunge la punta massima di 950 metri a Mombarcaro, e digrada poi fino a Dogliani, (340 m.) e Alba. (172 m. sul livello del mare).

Prove che confermano queste origini, sono date dalla presenza nel terreno di conglomerati di arenaria, marne a strati sovrapposti, gessi, calcari e sabbie in cui si trovano conchiglie marine, frammenti fossili, scheletri di pesci e alghe.

L’origine etimologica della parola Langa è incerta,

infatti c’è chi sostiene che derivi da “Landa Ligurum”, paese dei liguri,

oppure che possa derivare dal francese “langue” lingua di terra che si estende in mare,

oppure ancora dal latino, “Langa”, sorta di lucertola a coda lunga come sosteneva Gaio Plinio Secondo il vecchio morto nell’eruzione del Vesuvio nel 79.

Ma non è da escludere, più semplicemente, che possa derivare dal nome di una delle tante tribù liguri, la tribù dei Langates, che abitavano le Langhe.

Tracce di quelle tribù, furono trovate in una necropoli scoperta nel 1971 a Vicoforte Mondovì dall’archeologo Prof. Emilio Ianigro d’Aquino, risalente a 4.000 anni fa.

Ma popolazioni ancora più antiche abitavano già 10.000 anni fa, sulle sponde del fiume Tanaro nelle località oggi note con i nomi dì Clavesana, Farigliano, Monchiero e Alba.




Vista panoramica di Barolo



Barolo: un piccolo paese di Langa con una grande storia

Il castello che domina l’ampio sistema di colline coltivate ad uve Nebbiolo fu costruito nella sua prima fase attorno all’anno 1000.

Il nome del paese deriverebbe dal celtico “bas reul”, luogo basso, come di fatto è rispetto ad altri paesi della zona.

Verso il 1250 il feudo passò ai Falletti, la cui dinastia ne rimase proprietaria fino al 1864, con Giulia che per prima sperimentò il metodo di vinificazione del Barolo, così come oggi lo conosciamo.

All’interno del castello oggi ha sede l’Enoteca Regionale del Barolo , dove è selezionata la produzione più pregiata dei vini locali, di cui il re è sicuramente l’omonimo Barolo DOCG.




Barolo, Piemonte



Storia

Se non Barolo, certo il suo territorio fu abitato in tempi preistorici: infatti utensili ed armi silicee risalenti all’età neolitica furono ritrovati nella conca della «Fava».

Una lapide funeraria ritrovata nel 1920 in frazione Vergne è testimonianza d’epoca romana.

La costruzione del Castello viene fatta risalire al X secolo, quando, a seguito delle scorrerie ungare e saracene, Berengario I di Provenza concesse ai feudatari ed ai religiosi della zona la possibilità di erigere torri ed opere di difesa.

Nel 1250 lo ebbero in feudo i marchesi Falletti, che, nel tempo, vantarono la loro signoria su altri 50 luoghi nel solo Piemonte.

L’attuale zona del Barolo fu pressoché per intero di loro proprietà.

La dinastia si estinse nel 1864 con la morte dell’ultima marchesa, Giulia Colbert, che diede nome e fama al vino Barolo.





Comune di Barolo, Provincia di Cuneo, Piemonte



Barolo

Barolo (Bareu o Bareul in piemontese) è un comune italiano della provincia di Cuneo, in Piemonte noto per dare il nome al vino Barolo.

Il comune rientra con la langa del Barolo tra i patrimoni dell'umanità.

Questo paesello, il cui nome è così famigliare pel suo meritamente celebratissimo vino,

sta a est di Cherasco, sulla destra della Stura, tra Novello e La Morra, sul pendio australe di un colle, a 4 chilometri da La Morra.

Parrocchiale di San Donato, con le reliquie di S. Barolo martire, da cui credesi che il paese derivasse il nome.

Castello dei marchesi di Barolo.

Congregazione di carità e Opera pia Barolo, che fabbrica e smercia i sullodati vini.

Cenni storici. — Fu dato in feudo da tempo remotissimo ai Falletti con titolo marchionale.

I duchi di Mantova lo cederono a quelli di Savoia nella pace di Cherasco del 1631.




La Strada del Barolo, Piemonte



La Strada del Barolo:

l’affascinante itinerario tra le vigne e i castelli del Piemonte




Strada del Barolo e Grandi Vini di Langa



Le lussureggianti colline delle Langhe piemontesi

fanno da sfondo a una delle esperienze sensoriali più apprezzate

da chi è alla ricerca di un itinerario che sappia creare un grandioso mix di eno-gastronomia, storia, arte e paesaggi magici.

La Strada del Barolo e dei grandi vini di Langa costituisce un percorso spettacolare, capace di unire la bellezza del paesaggio

alla storia e al gusto che c’è dietro la produzione di uno dei vini più pregiati del Piemonte, il Barolo.

Soprannominato il “re dei vini” o “vino dei re”, il Barolo è composto unicamente dai prodotti derivanti dal vitigno Nebbiolo.

Vino dal gusto intenso e dal color rosso rubino,

questo pregiato nettare degli Dei piemontese è sottoposto a un invecchiamento di almeno 38 mesi.

Il vino Barolo trova il giusto abbinamento con piatti come arrosti di carne rossa, brasati, cacciagione, selvaggina, cibi tartufati, formaggi a pasta dura e stagionati.

Come tutti i "grandi vini rossi", può essere anche classificato come vino da meditazione.

È un ingrediente essenziale del brasato e del risotto al barolo, tipiche ricette della cucina piemontese.




Strada del Barolo e dei grandi vini di Langa



Il progetto “La Strada del Barolo” è nato nel 2006 ed è condiviso da sempre più soci ogni anno.

Le aziende produttrici, i vigneti, le enoteche locali, i musei e persino i castelli medievali rientrano in questo speciale itinerario.

La Strada unisce i comuni di Alba, Barolo, Castiglione Falletto, Cherasco, Diano d’Alba, Dogliani, Grinzane Cavour, La Morra, Monchiero, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Novello, Roddi, Roddino, Rodello, Serralunga d’Alba, Sinio e Verduno, in un affascinante viaggio nel cuore e nello spirito delle bellissime Langhe.

Il tutto unito dal vino, protagonista indiscusso di questo viaggio.

E, a far da cornice, il grande patrimonio di cultura e tradizioni, lo straordinario fascino della natura con l’incanto delle colline e dei suoi vigneti.

Esistono diverse tipologie di itinerari:

ci sono i percorsi medievali, da fare risalendo le colline in cerca dei borghi e dei castelli, oppure affacciandosi al mondo dell’arte e dedicandosi ai belvedere e alle visite dei musei.

Altra possibilità è quella di scoprire la cultura locale attraverso il cibo, assaggiando i tradizionali piatti piemontesi che ben si sposano con un bicchiere di Barolo.

Molto interessanti per una prima visita sono le colline occidentali del Barolo,

dove potrete scoprire i vigneti produttori di Barolo e visitare anche i luoghi di vita di Luigi Einaudi, secondo presidente della Repubblica Italiana.

Imperdibile è anche il WiMu, il Museo del Vino del Comune di Barolo ospitato nel Castello dei Marchesi Falletti.

Si tratta di uno spazio espositivo storico dedicato al vino e alla civiltà enoica, espressa e discussa attraverso l’utilizzo di opere multimediali.




Uva nebbiolo coltivata sulle colline di Barolo


Barolo vino

Il Barolo è un vino rosso a Denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) prodotto in alcuni comuni del Piemonte.

La zona di origine delle uve adatte a produrre i vini a denominazione di origine controllata e garantita «Barolo», la cui prima delimitazione risale al 31 agosto 1933, comprende i territori dei comuni di :

Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d'Alba e parte dei territori dei comuni di La Morra, Monforte d'Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d'Alba, Novello e Grinzane Cavour in provincia di Cuneo.

Vitigni con cui è consentito produrlo > Nebbiolo 100%


Il Nebbiolo è un vitigno autoctono a bacca nera del Piemonte (Italia), considerato di pregio e adatto per vini da invecchiamento di alta qualità (D.O.C. e D.O.C.G.).

È coltivato soprattutto nelle colline di Langhe-Roero, quindi in alcune zone del Monferrato, Canavese, Astigiano e, in misura più ridotta, Vercellese-Novarese (col nome di Spanna).

Ne è autorizzata anche una parziale coltivazione anche in alcune regioni limitrofe del Piemonte,

quali Lombardia (in Valtellina, con il nome di Chiavennasca)

e in Provincia di Varese (IGT Ronchi Varesini),

in Valle d'Aosta (col nome di Picotener, Picotendre o Picotendro),

e alcune zone della Sardegna (Luras).

È coltivato anche in una piccola zona dell'Umbria, a Marsciano.

Viene inoltre utilizzato anche per la vinificazione e l'assemblaggio di alcuni vini in Abruzzo e Basilicata,

mentre all'estero esistono alcune coltivazioni in vari paesi, tuttavia con risultati non sempre soddisfacenti.

Altri sinonimi del vitigno possono essere:

Nebiolo, Prunenta, Brunenta, Marchesana, Martesana, Melasca, più altri vitigni cloni denominati Lampia, Michet, Rosé, Bolla.

Il termine pare derivare da "nebbia",

ma non è chiaro se per definire l'aspetto dell'acino, scuro, ma appannato (annebbiato) da abbondante pruina,

oppure se dovuto alla maturazione molto tardiva delle uve, che porta spesso a vendemmiare nel periodo delle nebbie autunnali.


Il Nebbiolo ha le sue prime citazioni storiche alla fine del Duecento, per la sua presenza in vari luoghi, primariamente in Piemonte, soprattutto per l'Astigiano e le Langhe:

nel 1431 è citato negli statuti di La Morra assieme al Pignolo.

Solo a partire dal XIX secolo il Nebbiolo viene frequentemente citato nelle opere dei più famosi ampelografi > click

Vini ricavati

Solo in purezza (100% uve Nebbiolo): Barbaresco, Barolo, Nebbiolo d'Alba.

Anche con aggiunta di altre uve: Carema, Gattinara, Ghemme, Langhe Nebbiolo, Valtellina superiore, Sforzato di Valtellina, Canavese Nebbiolo, Albugnano, Spanna, Roero, Lessona, Terre Alfieri, Valli Ossolane.

Solo con aggiunta di altre uve: Bramaterra, Boca, Fara, Sizzano.


Il Barolo richiede un invecchiamento di almeno 38 mesi, di cui 18 in botti di legno, a decorrere dal 1º novembre dell'anno di produzione delle uve.




Bottiglia di Barolo - Barolo DOCG Selezione Ufficiale dell'Enoteca Regionale del Barolo



Eccellenze

Barolo è la

"Città Italiana del Vino 2021"



Il prestigioso titolo di Città Italiana del Vino 2021 è stato assegnato a Barolo, nel cuore delle Langhe piemontesi


La “Città Italiana del Vino 2021” è stata ufficialmente scelta.


Il prestigioso riconoscimento, che ha il patrocinio del ministero per le Politiche agricole, è stato assegnato a Barolo.[/u][/b]

Il comune delle Langhe si contendeva il titolo con altri territori italiani celebri per la loro produzione vitivinicola,

come Bianco (in provincia di Reggio Calabria),

Montespertoli (Firenze),

Taurasi (Avellino),

Tollo (Chieti),

Duino Aurisina (Trieste)

e Montepulciano (Siena).


A queste ultime due località, cioè a Duino Aurusina e a Montepulciano, la Commissione ha riconosciuto una menzione speciale per la validità dei loro progetti culturali presentati a sostegno delle candidature.





Le colline del Barolo



Perché Barolo è la Città Italiana del Vino 2021 ?

Barolo si è aggiudicato il titolo di “Città Italiana del Vino 2021” grazie a un ricco programma che prevede diversi eventi tra mostre, seminari, Lectio magistralis, installazioni artistiche e altre iniziative.

Il progetto è stato sviluppato dal Comune di Barolo in collaborazione con la Barolo&Castle Foundation.

Il tema di fondo della candidatura è il viaggio tra tradizione e modernità che racchiude l’anima stessa del Barolo,

“un vino dalla storia antica che ha saputo rinnovarsi e aprirsi al mondo”.

Complessivamente, ad oggi, il programma di “Barolo Città Italiana del Vino 2021” prevede in calendario 24 grandi iniziative.

Tra queste spicca la Hall of Fame, cioè la cerimonia d’ingresso nel Museo del Vino delle grandi personalità del vino italiano.

Sono previsti, inoltre, gemellaggi internazionali tra realtà museali e territori del vino,

iniziative di avvicinamento tra campagne e città,

la Convention d’Autunno delle Città del Vino,

mostre di arte contemporanea in alcune cantine del Barolo

e ovviamente, emergenza Covid permettendo, degustazioni di vino Barolo.

Renata Bianco, sindaco di Barolo, ha commentato così la notizia:

“Siamo molto contenti che sia stato premiato il nostro dossier e lo sforzo di coinvolgimento del territorio e delle istituzioni locali e regionali, che ci supporteranno nel programma di appuntamenti ed eventi previsti per il 2021.

Il 2020 è stato un anno molto difficile e crediamo che questa iniziativa sia un forte messaggio di speranza e ripartenza”.

E poi: “Insignire Barolo del titolo di Città Italiana del Vino 2021 è un riconoscimento del lavoro e dell’impegno di un Comune che ha saputo valorizzare in questi anni il legame del territorio con il vino e l’enoturismo, al centro di un’area, le Langhe, che è anche Patrimonio Unesco”.





Vino Barolo, Langhe Piemontesi



Alla scoperta di Barolo e del Barolo

Barolo è un comune piemontese che si trova nella zona delle Langhe, Patrimonio Unesco.

Il paese, adagiato su una sorta di altopiano, a forma di sperone e protetto dai rilievi circostanti disposti come un anfiteatro, chiude una valletta.

A ogni angolo di questo borgo si “respira” vino: qua, infatti, viene prodotto il vino Barolo, vino rosso a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, conosciuto come “il Re dei Vini, il Vino dei Re“.

Per poter essere chiamato Barolo, il vino deve invecchiare almeno 38 mesi, a partire dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve, di cui 18 all’interno di botti di legno.

Il colore di questo vino è rosso rubino fresco e vivo, tendente nel tempo all’aranciato.

Al naso, i profumi dell’uva Nebbiolo di rosa e confettura di frutta rossa si accompagnano a quelli boisé dati dal passaggio in legno, con note calde di tostato, vaniglia e tabacco.

Al palato spicca l’intensa freschezza di frutta surmatura, quasi cotta, con aromi di menta e sottobosco e il finale dai retrogusti caldi e imperiosi.





Vino Barolo, in Degustazione

Ultima modifica di tallines : 19-11-2020 alle 11:59.
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