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Originariamente inviato da dr-omega
Sarebbe bello se il valore dei contributi scalasse in funzione della nazionalità e quindi delle ricadute sull'economia del nostro Paese, per dire, il massimo si ottiene se si acquista Fiat-Lancia-Alfa, zero se si compra americano-indo-cino-coreano-giapponese come Ford,GM,Volvo,Mazda,Toyota,SSanyong, ecc ecc, in mezzo le marche che comunque hanno un minimo di indotto (so che tante parti in plastica delle tedesche le fanno da noi).
Ovviamente una politica del genere non credo si possa fare, peccato, mi scoccia foraggiare l'industria di stati come USA, UK e Cina. 
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Teorie obsolete ed inefficaci e oltremodo dannose, direttamente a livello di consumo, direttamente sulle tecnologie produttive e indirettamente sull'interscambio (a causa di ritorsioni).
Sono 30 anni che si è capito che queste politiche portano solo danni.
Pure i paesi in via di sviluppo lo hanno capito e hanno abbandonato le "Infant industry argument", sbloccando la crescita cinese attorno agli anni 90.
Noi siamo ridotti ad esserne qui a parlarne, povera italia.
L'unico vero modo per supportare l'industria italiana è dotarli di fattori produttivi all'altezza, primo fra tutti capitale umano. Magari aprendo le scuole prima delle discoteche e pagandogli l'università invece che le vacanze o la nullafacenza (rdc).
Ma non mi aspetto molto da un popolo che ha deciso deliberatamente di farsi guidare da delle scimmie, con la promessa di una vita di sussidi, fancazzismo e mediocrità