Fin troppo facile scegliere il titolo, quando si vuole ottenere attenzione in questo forum.
Ora che siete qui, vi propongo una riflessione sul tema: "Berlusconi "Abbiamo cambiato l'Italia!"". C'era un thread aperto da Chromo, ma la ricerca non funziona.:o
Ecco la riflessione.
Se ragioniamo in un'ottica di medio lungo termine, lustri decenni, si può ben dire che Berlusconi ha cambiato seriamente l'Italia.
Nel 1994 ricordiamo che l'Italia era alle prime elezioni senza DC e senza PSI (che per 50 anni erano state al governo).
La sinistra era sinistra: non esisteva ancora il "centrosinistra", ne' il "centro-sinistra", ne' l'Ulivo. Il segretario del PDS, candidato a capo del governo, era Achille Occhetto. A 10 anni di distanza Occhetto è candidato in lista con Di Pietro, Pancho Pardi, Tana de Zulueta ed altri in una lista a sinistra della lista unitaria e persino del correntone DS. Queste considerazioni non sono a priori negative (possono anche essere apprezzabili per chi le apprezza), servono semplicemente a far chiarezza evidenziando che Occhetto non era certamente un candidato "riformista".
Senza Berlusconi, non sarebbe nemmeno esistita una competizione elettorale nel 1994. Tutti concordano nel dire che la sinistra avrebbe ottenuto facilmente la maggioranza assoluta in parlamento, con poco più del 40% dei voti nel paese.
Il cambiamento si è fermato lì? Non si direbbe.
Da allora infatti la sinistra non si è più presentata come "sinistra" ma è diventata centrosinistra. Il candidato della coalizione non è più stato espressione del PDS o dei DS, ma è stato Prodi nel 1996, Rutelli nel 2001. Anche per il 2006 non si prevede un candidato primo ministro dei DS.
Segretario DS è stato prima D'Alema, ora Fassino, esponenti dell'ala socialdemocratica e/o riformista.
Insomma l'entrata in politica di Berlusconi non ha "semplicemente" impedito alla "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto di andare al governo nel 1994, ma ha pesantemente influenzato anche tutto lo sviluppo successivo della sinistra italiana, inibendo di fatto per 15 anni e più la candidatura di un primo ministro "di sinistra" ed imponendo un'apertura al centro e una rappresentanza moderata.