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Originariamente inviato da giovanni69
Sì, certo, anche negli anni 50 ci si riferiva al cervellone, per riferirsi ad un sistema a schede perforate. Era giusto per mettere il prospettiva le due cose.
"Vorremmo sviluppare ulteriormente questa tecnologia per disporre insiemi su larga scala per svolgere attività di riconoscimento delle immagini. E un giorno, forse sarete in grado di portare con voi cervelli artificiali per svolgere questo tipo di compiti, senza collegarvi a supercomputer, Internet o cloud"
sembra più uno slogan per raccogliere fondi che un obiettivo di ricerca scientifico. Del resto il riconoscimento immagini non si fa già? E poi metterebbero il cervellone nello smartphone, tenendolo staccato da internet? 
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Il riconoscimento immagini si fa già, ma non è perfetto, si può sempre migliorare. Riguardo le connessioni, tieni presente che il cervello ne ha tante, ma è il suo limite massimo. Se lo costruisci in linea di principio puoi averne quante ne vuoi, a patto di saperle gestire ovviamente.
E poi non tutte servono all'apprendimento, quindi quelle utili allo scopo da emulare in realtà sono meno ( non saprei dire quante).