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Old 23-03-2020, 13:19   #436
tallines
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Windows 10 SpotLight Images

Isola Madre

Verbano-Cusio-Ossola

Piedmont

Italy



Sempre Italia

L' ultima immagine che riguarda l' Italia, è stata pubblicata da Windows 10 SpotLight Images, il 22-Mar-2020 .

Siamo in Piemonte, per vedere l' Isola Madre sul Lago Maggiore, nella Provincia di Verbano-Cusio-Ossola

In più le immagini sono Primaverili, come è giusto che sia, visto che siamo in Primavera, la Stagione più bella di tutte




Floral gardens on Isola Madre at Lake Maggiore, Verbano-Cusio-Ossola, Piedmont, Italy


Isola Madre

L'Isola Madre (in dialetto locale Isola Mader) è la più grande dell' arcipelago delle Isole Borromee sul Lago Maggiore.


L'arcipelago delle Isole Borromee sul Lago Maggiore, si compone di tre isole, un isolino e uno scoglio:

- Isola Madre Superficie (ettari) 7,8 Comune di Stresa (provincia Verbano-Cusio-Ossola, Piemonte)

- Isola Bella Superficie (ettari) 6,4 Comune di Stresa (provincia Verbano-Cusio-Ossola, Piemonte)

- Isola dei Pescatori Superficie (ettari) 3,4 Comune di Stresa (provincia Verbano-Cusio-Ossola, Piemonte)

- Isolino di San Giovanni Superficie (ettari) 0,4 Comune di Verbania (Pallanza) (provincia Verbano-Cusio-Ossola, Piemonte.)

- Scoglio della Malghera, noto anche come Isolino degli Innamorati, è un piccolo isolotto del Lago Maggiore - Superficie (ettari) 0,02 Comune di Stresa (provincia Verbano-Cusio-Ossola, Piemonte)




Floral gardens on Isola Madre at Lake Maggiore, Verbano-Cusio-Ossola, Piedmont, Italy


I Tags per questa immagine, pubblicata il 22-Mar-2020 sono:

Tags: blossom, clouds, day, decoration, famous, flowers, footpath, garden, island, Italy, lake, landmark, nature, outdoors, park, sky, springtime, summer, sunlight, sunny, trees

https://windows10spotlight.com/image...1b72ed7b97c541




Isola Madre, Lago Maggiore, Isole Borromee

L'Isola Madre. È il luogo più voluttuoso che abbia mai visto al mondo .

Gustave Flaubert, 1845, Scrittore Francese



Nel XIV secolo i Borromeo, potenti feudatari della zona ma originari di San Miniato, divennero proprietari delle isole e iniziarono così la loro trasformazione.

Tutt'oggi la famiglia possiede ancora l'Isola Bella e l'Isola Madre,

oltre ai tre scogli emersi conosciuti come Castelli di Cannero per via delle rovine di fortificazioni medioevali.

L'isola dei Pescatori è l'unica abitata stabilmente, anche se da una piccola comunità,

mentre le due isole "sorelle" sono ambite tra i turisti che ammirano i due splendidi palazzi e i relativi giardini, famosi in tutta Europa

per la qualità del paesaggio e per la cura e la varietà delle architetture vegetali, composte da oltre 2000 varietà di specie differenti.

Nell'Isola Madre è presente anche una numerosa fauna di volatili orientali, come pavoni bianchi, fagiani dorati e pappagalli, liberi nello splendido giardino.

L' Isola Bella possiede invece un giardino che, abilmente progettato nei secoli, presenta fioriture multicolori per tutto l'anno, a rotazione tra le varie specie floreali (rose, orchidee, bulbose, magnolie, frutteti, azalee, gardenie, glicini).




Isola Madre, Frazione Di Stresa



L' Isola madre è larga 220 metri e lunga 330, l'isoletta è occupata da alcune costruzioni e soprattutto da giardini.

Anticamente era chiamata Isola di San Vittore e successivamente Isola Maggiore.

Le fonti storiche indicano che nella metà del IX secolo sull'isola era presente la chiesa con abside a pianta quadra

(edificio probabilmente costituente il riferimento alla matrice di una macropieve verbanese dedicata a San Vittore),

un cimitero (il cui ricordo si perpetua nella cosiddetta ‘scala dei morti');

non si esclude che vi potesse sorgere anche un piccolo apprestamento militare, in analogia e assonanza con il castrum di Sant'Angelo sito sull'Isolino di San Giovanni.

Per certo si sa che vi erano coltivazioni di ulivi, la cui produzione veniva forse impiegata per usi sacri.

A partire dal 1501 Lancillotto Borromeo, uno dei cinque figli di Giovanni III e Cleofe Pio di Carpi, introduce nell'isola le prime coltivazioni di agrumi fatti arrivare dalla Liguria con un giardiniere ("hortolano") che li avrebbe accuditi;

ordina la costruzione di un primo nucleo della dimora gentilizia, che viene successivamente ampliata in forma rinascimentale negli anni ottanta del Cinquecento da Renato I Borromeo.

Sono gli anni in cui si avvicendano nella cura dei giardini gli esponenti di una dinastia di "hortolani", i Della Torre, che risiederanno all'Isola Madre sino al primo Ottocento.

A partire circa dal 1823-1825, per decisione dei conti Giberto V e Vitaliano IX Borromeo Arese, ad opera di Renato I, Giacomo e Francesco Rovelli, famiglia di giardinieri originaria di Monza, pur preservando il bosco nella parte verso Nord-Ovest dell'isola,

i settori tenuti a frutteto vengono convertiti in giardino romantico all'inglese, che ancora viene considerato tra i migliori esempi di quest'arte in Italia .




Isola Madre, Facciata Palazzo Borromeo



Monumenti

- Palazzo Borromeo (edificato nel XVI secolo sui resti della primitiva chiesa, cimitero - e fors' anche castello - di S. Vittore) e relativo giardino all'inglese

Il Palazzo sorse sui resti di una chiesa con abside e pianta quadrata e venne aperto al pubblico a partire dal 1978.


- Cappella gentilizia del 1858 (al contrario di quella dell'Isola Bella, non contiene cenotafi o monumenti funebri)


- Il grande e scenografico giardino all'inglese di 8 ettari, progettato su un precedente agrumeto, produttivo sino alla fine del Settecento.

Famosa è la "scala dei morti", che negli ultimi decenni è stata arricchita con un'importante collezione di Wisteria (glicine).







Isola Madre, Lago Maggiore, Arcipelago delle Isole Borromee



Isola Madre, Lago Maggiore, Isole Borromee - Il Giardino All’ Inglese



Il Giardino All’ Inglese

Con i suoi otto ettari di estensione è la più grande delle Isole Borromee.

Il patrimonio botanico e la forte impronta esotica l’hanno resa il luogo più voluttuoso visto al mondo (cit. Gustave Flaubert).

L’attuale parco botanico all’inglese è stato realizzato ai primi dell’Ottocento, e da allora trovano dimora piante e fiori portati da viaggi lontani e acclimatate grazie alle dolci e favorevoli temperature.

Oggi quello dell’Isola Madre è un giardino botanico unico per le essenze vegetali rare provenienti da ogni parte del mondo.

Fioriture continue ed esuberanti frutto del lavoro di giardinieri esperti rinnovano di continuo gli angoli del parco:

dai boschetti di magnolie a quelli di bambù, dalle profumate pergole di glicini alle spalliere di agrumi, dai parterre di camelie antiche e rododendri fino alle vasche traboccanti di ninfee e fior di loto.

Eucalipti, palme e banani convivono con la collezione di conifere e aceri.

In piena estate ibiscus, bougainvillee e ipomme esaltano l’emozione del viaggio nel viaggio.


A completare un quadro di così armoniosa bellezza,

uccelli variopinti che vivono in perfetta libertà nel parco.

Fagiani argentati e dorati, pavoni bianchi passeggiano tranquillamente nei prati e fra i cespugli.




Isola Madre, Fontana



Una collezione botanica unica, imperdibili le proteee

Il clima mite ha permesso l’insediamento di una flora sorprendente e difficilmente reperibile in altri luoghi:

rare essenze vegetali provenienti dalle più diverse latitudini e spettacolari fioriture la rendono un vero paradiso terrestre.

Unica la terrazza delle protee, fiore preistorico simbolo del Sudafrica che qui ha trovato il suo ambiente ideale.





Isola Madre, Cipresso del Kashmir



La storia del cipresso del Kashmir

Ad ombreggiare il Palazzo l’imponente cipresso del Cashmir, arrivato qui nel 1862 dall’Himalaya in un cartoccio di semi freschissimi e diventato negli anni simbolo dell’Isola Madre.

È il più grande e il più vecchio esemplare in Europa della sua specie che, nella sua terra di origine in Tibet, è in via di estinzione.

La tromba d’aria che nel giugno del 2006 si abbatté nel nord dell’Isola Madre lasciò il segno anche su questo gigantesco albero.

Salvarlo fu un operazione di alta ingegneria e botanica.

Anche se non tornerà mai più alle forme che lo hanno reso «l’albero più bello del mondo», il grande cipresso dell’Isola Madre resta il testimone della dedizione della Famiglia Borromeo alla conservazione del patrimonio naturale.

Dal 2002 i giardini dell’Isola Madre, insieme a quelli dell’Isola Bella, fanno parte del prestigioso circuito inglese della Royal Horticultural Society.




Isola Madre, Pozzo nei Giardini all' Inglese



Isola Madre: un fiabesco giardino botanico sul Lago Maggiore


L’isola Madre, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, porta questo nome per via delle sue dimensioni, superiori rispetto alle altre due isole, misurando circa 330 metri per 220.

Non solo, pare infatti che questa sia anche l’isola che venne abitata per prima tra le tre.

Già dal IX secolo erano presenti sull’isola Madre una chiesa dedicata a San Vittore (a cui si deve il primo nome dell’isola), un cimitero e vaste coltivazioni di ulivi .

All’inizio del XVI secolo, subito dopo aver ricevuto la proprietà dell’isola Madre dalla curia di Novara,

i Borromeo fecero introdurre alcune varietà di agrumi sull’isola, fatte arrivare direttamente dalla Liguria e, per accudirle al meglio, venne anche prevista la figura di un “hortolano” che risiedeva in piante stabile sull’isola e che diede vita ad una dinastia di ortolani, la famiglia Della Torre, che rimarrà sull’isola fino all’inizio del XIX secolo.

Contestualmente all’istituzione delle piante di agrumi venne anche cominciata l’edificazione di un palazzo gentilizio, ampliato poi durante lo stesso secolo e ancora oggi visitabile.

Attualmente l’isola non è più abitata, ma è una meta continua per turisti che vogliono visitare i grandi giardini che qui si trovano
.



Glicine a Primavera sull' Isola Madre



Tra i più antichi giardini botanici d’Italia, presenta un microclima assai favorevole allo sviluppo di glicini, rare piante subtropicali, fiori esotici e uccelli dai colori sgargianti (non è raro imbattersi in variopinti pappagalli, nei fagiani cinesi o negli eleganti pavoni dalle piume candide).

Tutto questo, unito alla cura con cui l’ambiente viene conservato, dà l’illusione di trovarsi in una località tropicale.

Nei primi anni del Cinquecento la zona era popolata da oliveti, poi convertiti in un suggestivo giardino.

Interventi successivi portarono alla creazione di un giardino all’inglese che si estende su di una superficie di quasi otto ettari.

Dopo ulteriori modifiche, il parco assunse l’aspetto attuale:

si sviluppa su più terrazze e permette al visitatore di fermarsi ad ammirare autentiche rarità come un bicentenario cipresso del Kashmir e una palma Jubaeae Spectabilis che compirà presto 125 anni.

Come sovente accade nei giardini all’inglese, la struttura dei viali non sembra essere stata disegnata a tavolino, essi si snodano in una trama che potrebbe apparire quasi casuale.





Isola Madre, veduta, quadro



Isola Madre - Storia

Dalla nuda roccia dell’era glaciale fece capolino nella storia nell’anno 846 come isoletta con poche case,

una chiesetta dedicata a san Vittore, un cimitero e alcune piante d’ulivo destinate alla produzione dell’olio da usare nelle liturgie.

Durante l’età medievale, l’Isola di San Vittore è appartenuta a vari proprietari (abati e vescovi) e solo nel 1501

appare il documento che ratifica il passaggio di proprietà dal vescovo di Novara al nobile Lancillotto Borromeo.

Lancillotto Borromeo acquista gran parte dell’isola di San Vittore che verrà poi chiamata isola Renata e in seguito Madre.

Già nel 1542 l’isola è ormai trasformata in un luogo di delizia dove le coltivazioni agricole prosperano sui terrazzamenti del giardino, grazie al clima temperato del lago.

L’isola di San Vittore prende il nome di Madre solo nel 1704.

Per alcuni è un omaggio alla supremazia storica di questa isola nel bacino del Verbano.

Per altri, è un omaggio alla madre del Conte Renato, Margherita Trivulzio;

è grazie a lei infatti che l’isola ritornò in possesso della Casata Borromeo.

Per via di matrimoni, l’Isola di San Vittore passò attorno al 1520 alla famiglia Trivulzio,

e solo nel 1563 Renato Borromeo rientrò in possesso della proprietà, che da lui prese il nome di Isola Renata.

Venne dato nuovo impulso alla fabbrica del palazzo chiamando Pellegrino Pellegrini, detto il Tibaldi, figura di spicco della cultura lombarda e architetto di fiducia di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano.

In questo periodo risale l’aspetto tardo cinquecentesco del Palazzo che ancora oggi vediamo.

A fare grandi progressi anche i giardini ad opera dell’architetto Filippo Cagnola, che nel 1710 immortalò con grande precisione scalinate, pergolati e vasi.

Alla fine del secolo XVIII l’Isola Madre aveva assunto l’aspetto che sostanzialmente conserva ancora oggi e

iniziò ad essere considerata un luogo di pace e riposo grazie al clima mite ed alla lussureggiante natura.

Furono in seguito costruite le serre (1826) e la cappella di famiglia, voluta a partire dal 1858 da Vitaliano IX ad opera dell’architetto Defendente Vannini.

All’inizio del Novecento si pensò di trasformare l’Isola Madre prima in albergo e poi di affittarlo solo privatamente a una clientela molto selezionata.

A definire il futuro dell’Isola Madre sono stati invece Giberto e Bona Borromeo Arese tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento:

il palazzo (sontuosamente arredato con mobili e opere d’arte provenienti dalla villa Borromeo Arese di Cesano Maderno) e i vasti giardini sono stati definitivamente destinati al godimento del pubblico.


Porcellane e livree, dipinti di famiglia, arazzi e letti a baldacchino decorati con sontuosi broccati compongono un affascinante affresco di vita cortese .

Il palazzo dell’isola Madre infatti, aperto al pubblico nel 1978, è allestito con preziosi arredi provenienti da varie dimore della Famiglia Borromeo che restituiscono un suggestivo itinerario attraverso ambienti che ricalcano lo stile di vita del XVI e XVII secolo.

Di particolare bellezza il salotto veneziano con le pareti decorate a trompe l’oeil che ricordano quelle di un gazebo fiorito.




Isola Madre, veduta aerea
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