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La capacità ha la sua valenza ma senza il caso non avresti fatto nulla. Se non fossi
stato al posto giusto al momento giusto in determinate situazioni la tua carriera non
avrebbe avuto un seguito.
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Ti prego sfatiamo assolutamente questa cosa. Non metto in dubbio che tu lo dica in buona fede ma è totalmente una leggenda urbana. Il posto giusto al momento giusto si costruisce un passo alla volta. Non arriva a caso come se giocassi al lotto. Non è fortuna. Ci arrivi se ti impegni per arrivarci. Io non mi sento un miracolato ma uno che da quando era alle superiori ha iniziato a dire "ok cosa voglio fare da grande?" e ho fatto scelte e lavorato in tal senso e non è che pronti via è arrivato qualcuno che mi ha detto "sei un genio ti do quello che vuoi" io sono entrato a tempo determinato in una azienda (che tra l'altro ha pure chiuso) e ho iniziato a fare esperienza dal livello più infimo. Poi mi sono fatto notare da alti e piano piano son passato cambiando non so nemmeno io quanti contratti fino all'azienda dove sono ora che la ritengo il giusto compromesso fra dove voglio arrivare e il tempo che sono disposto a dedicarci.
Quindi evitiamo di diffondere queste cose che è "il caso" perché molti giovani poi ci credono veramente e diventa la scusa per giustificare un impegno pressoché nullo.
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Si parte dal fatto che in Italia non c'è mercato del lavoro, ci sono pochi lavori e non
c'è scelta. Chi resta qua, sa che ha le gambe azzoppate in partenza. La possibilità ce
l'hanno chi ha i soldi alla base e una famiglia che gli possa pagare l'università e un
eventuale trasferimento all'estero. Fare quello che piace in Italia è un lusso che
pochissimi possono permettersi.
La responsabilità non è del singolo, che non può fare altro che adattarsi o andarsene.
Vedi i laureati in filosofia.
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Scuse... scuse... condite di giustificazioni. Io vengo da una famiglia in cui i nonni erano mezzadri quindi ti puoi immaginare. Mio padre con la terza media ha lavorato per quel che poteva nel pubblico e mia madre con un diploma idem. Ti puoi immaginare quanti soldi pagato mutuo e compagnia potessero girare in famiglia o quali importanti conoscenze potessero avere. Eravamo una famiglia normale e più vicina ai poveri che non alla borghesia. Ciò nonostante senza alcun miracolo io ho fatto la mia carriera e mia sorella ha lavorato per pagarsi l'università laureandosi in medicina senza perdere nemmeno un anno.
Sul discorso poi filosofia o non filosofia si torna al concetto che sto cercando di passare: essere laureato che sia in filosofia o in economia e commercio se poi di tuo non hai niente non serve a una ceppa di niente. Io ho fatto personalmente assumere gente che non ha nemmeno la laurea ma che aveva skill proprie tali che ha ripagato l'azienda più di tantissimi altri. Così come ci sono laureati capaci ma la laurea di per se è solo nozione... senza abilità personale è un pezzo di carta al muro.
Quindi pure se ti laurei in filosofia sfondi a patto che tu abbia capacità in tal senso. Se sei l'ennesimo laureato mediocre che a parte commentare quello già scritto da altri non sai fare sei semplicemente inutile e la colpa mi spiace ribadirlo ma è solo tua che non hai saputo valutare adeguatamente le tue capacità.
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Chi fa l'operaio lo fa perchè non c'è scelta e non vuole andarsene. In italia lavorano
meno della metà degli abitanti, quale mercato esattamente?
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La scelta esiste sempre. La differenza sta solo nel chi sa vedere le scelte e chi no. Se io domani prendo 100 disoccupati e gli dico ok ti assicuro uno stipendio certo ma devi seguirmi e fare quello che ti dico (tutte cose legali e da contratto sia chiaro) dopo 2 mesi se ne rimangono 2 a lavoro è un miracolo. Ti farò un esempio ancora più banale... una nota catena per cui ho lavorato assume continuamente personale per il semplice fatto che la maggior parte si licenzia entro 6 mesi dall'assunzione e il motivo nella stragrande maggioranza dei casi è che si stancano troppo. Parliamo di grande distribuzione e non lavoro di magazzino eh... ma cassa o riempimento scaffali. Quindi non mi raccontassero novelle... il lavoro c'è è che tanti vorrebbero al day1 un lavoro comodo, con orari fissi, possibilmente già che ci siamo pure di comando ma senza responsabilità che altrimenti è stressante.
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Lottare per la giustizia mi sembra il minimo visto come vanno le cose.
Ne vedo pochi che vanno avanti: Vedo una massa enorme di lavoratori sfiduciati che sanno
che anche se si impegnano dando il 150%, otterrebbero un contentino ridicolo in confronto
alla fatica spesa. Gli altri "che vanno avanti" sono i paraculati di 24 anni che oggi le aziende
assumono con un ruolo altissimo senza alcuna crescita ne gavetta.
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Ripeto questione di percezione. Se invece di perdere tanto tempo a guardare gli altri e a sfiduciarsi o a insistere in posti di lavoro che non convincono uno iniziasse a guardare se stesso e a capire che carte ha e come usarle al meglio non dico tutti ma tanti potrebbero di gran lunga migliorare la propria carriera. Poi ovvia mica possiamo essere tutti amministratori delegati ma da qua a vivere una vita nel pessimismo cosmico senza alcuna soddisfazione penso ci siano tante sfumature.
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Ma è lo stato che mi ha messo in questa situazione, ed è lui che se ne deve occupare.
Abbiamo il tasso di disoccupazione più alto mai visto, le aziende delocalizzano e quando
restano sfruttano lo sfruttabile dando il minimo salariale e cercando tutti gli escamotage
possibili per non pagare le tasse e sfruttare i lavoratori. Il 50enne che perde il lavoro
causa delocalizzazione non ha nessuna colpa di non essere stato formato a dovere, ed è
suo diritto che intervenga lo stato in suo aiuto, i contributi li ha versati.
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Ti faccio notare solo come scrivi per farti capire:
Lo stato, non ti hanno formato, non è colpa tua, è colpa di altri ecc... ecc...
In pratica mi stai dicendo che nella tua vita tu non conti niente. O ha deciso lo stato, o ha deciso il datore di lavoro o qualcun'altro.
Non hai ricevuto formazione? E perché non ti sei formato da solo?
Hanno delocalizzato? E perché non ti sei mosso prima e hai aspettato di trovarti fuori?
Io spero di non offenderti perché credimi non è questa la mia intenzione ma se ti colloquiassi e venisse fuori questa cosa ma nemmeno tu avessi 100 lauree ti prenderei in considerazione perché per me sei uno arreso che ha subito sempre decisioni di altri che si aspetta assistenza insomma, credimi senza offesa anzi se posso permettermi per spronarti, ti dico che sei solo carne da cannone... se uno ti prende con questo atteggiamento è perché vuole usarti come carne sacrificabile.
Davvero... reagisci perché così ti fai del male.
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Evidentemente hai la fortuna di guadagnare talmente tanto da poterti permettere una
pensione privata. Chi guadagna 1200€ al mese, riesce a mantenere a malapena se
stesso ma paga le tasse all'inps e ha diritto ad una pensione adeguata. Se tu guadagni
cifre astronomiche non significa che gli altri debbano fare la fame in periodo di vecchiaia.
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Te mi vuoi dire che guadagnando 1200€ non riesci a mettere da parte 100€ al mese? Se la risposta è sì ti invito a rivedere le tue spese perché evidentemente o hai troppi debiti o troppe spese correnti. Ripeto non voglio offenderti personalmente prendilo meramente come un consiglio da uno che si occupa di finanza.
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Sai cosa, penso che stai rapportando il tuo esempio alla normalità. Non funzionano così
le cose in Italia. Forse nelle start-up si ha qualche chance. Le multinazionali non hanno
nessun interesse nel farti crescere, hanno interesse nello sfruttarti il più possibile al minor
costo e ci stanno riuscendo. C'è gente che fa straordinari e si fa il culo a quattro per
avere il 25% di paga oraria in più. La scala gercarchica oggi, fino ad un certo livello, si basa
sull'elemosina: promozioni senza aumenti o quasi ma con un grado di responsabilità
elevato. L'azienda precedente in cui ho lavorato ha basato la sua economia su questo
principio: Assumere decine di apprendisti in una zona economicamente depressa, farli
sentire importanti e cambiargli ad un certo punti la sedia sotto il culo con scritto
"responsabile" a quelli bravi, in cambio di una pacca sulle spalle e di una promessa di
aumento che non avveniva mai.
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Ascolta non lo faccio apposta ma per l'appunto lavoro per una multinazionale e funziona come ho detto io. Mica mi vergogno a dirti che sono entrato con un mansionamento che (è una battuta) manca poco c'era scritto servo della gleba. Un livello alla volta son salito e ripeto non credo di essere un genio o di essere così superiore alla media anzi da un punto di vista nozionistico son convinto che tanti di quelli sotto a me (adesso) hanno nozioni superiori alle mie. Ah i primi 4 livelli che presi se non ricordo male mi comportarono una differenza di 80€ lordi questo per dirti che devi decidere il traguardo lontano e puntare a quello. Se io puntavo a quei 4 livelli non vale minimamente la pena la fatica, le ore, lo stress speso per 80€ lordi che poi se andavi a vederli netti io dico a 40 non ci arrivi.
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Chi ha una famiglia e dei legami sentimentali è giusto che si attacchi al cazzo e abbandoni
tutto per continuare a far arricchire il super manager del momento?
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Non mi permetto di giudicare la tua famiglia quindi mi limito di dirti come l'ho gestita io. Quando mi sono "fidanzato" con quella che è la mia attuale compagna gli ho detto subito e chiaramente che oggi lavoro qua, domani potrei lavorare a 6000Km o lavorare 18 ore al giorno. Se ti va bene non c'è problema, se non ti va bene è meglio chiudere prima che le cose diventino serie.
Ripeto con ciò tu sei libero di fare quello che preferisci con la tua famiglia e non sta a me giudicare. Ti condivido solo la mia esperienza che per quanto mi compete è la soluzione migliore per evitare di avere fraintendimenti o peggio dopo.
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E' un problema di visione del sistema: Te vedi il lavoratore come un numero, io lo vedo
come un essere umano.
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Con tutto il rispetto ma come lo vedi tu che non decidi, almeno a quanto ho capito, niente come dire... ha un'importanza pari a zero.
Tu devi agire e fare scelte non sulla base di come vorresti che gira il mondo ma sulla base di come gira realmente il mondo e su come farlo girare a tuo favore.
Le guerre di principio le combattono i martiri e qua sta a te decidere se essere un martire o meno ma se lo scegli come dire poi non lamentartene.
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Gli impiegati dimenticati dall'azienda sono quelli che la fanno arricchire e andare avanti.
Certamente un'azienda così la posso definire solo con termini dispregativi, e ben lontana
dall'etica del lavoro dipendente a cui penso.
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Pure le guerre le combatte il soldato semplice ma la gloria è degli ufficiali. Ripeto come prima se vuoi fare il soldato semplice e immolarti non è un problema ma il punto è che è una tua scelta e non è che non avevi altra scelta. Per la tua etica o per mille motivi che hanno importanza per te hai scelto questa vita, non sono gli altri che ti hanno obbligato.