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Originariamente inviato da Andreucciolo
Io sinceramente non vedo questa crisi culturale, e mi pare che Pera in alcuni punti si contraddica. Se la grandezza della cultura occidentale risiede nella capacità di una continua autocritica, nella capacità di accogliere altri mondi, altre culture, dove è precisamente questa crisi oggi?
In molti discorsi di questo tipo, mi sembra che esista un capovolgimento della realtà: non stiamo cercando in tutti i modi di esportare i nostri valori? Qualcuno nega che la maggioranza degli occidentali consideri la sua cultura preferibile? Voi conoscete molta gente che si è convertita ad un modo di vita islamico?
Ho l'impressione che io e Pera non condividiamo la stessa"realtà fenomenica" .
Sempre partendo dai suoi presupposti, l'esistenza in occidente di voci critiche e persino contrarie alla presunta superiorità della nostra cultura, non erano una forza e la prova che la nostra è una "società aperta" e dunque desiderabile? Credo che su alcune cose debba mettersi d'accordo con se stesso
Io continuo a non vedere alcuna crisi.
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rispondo a nome di Pera,che è di la in soggiorno e ha da fare
no non c'è contraddizione.
secondo me tu hai sovrapposto piu' cose.
innanzitutto l'autocritica forza del occidente,è Vargas Llosa che lo dice,in realta' essa è una delle forze del occidente,non la sola.
andando ad indovinare il pensiero di Vargas Llosa,essa è citata come primaria,anche con intento provocatorio e riflessivo.
per dare uno scacco a tutti coloro,occidentali che denigrano l'occidente,e magari ne han fatto lo sport quotidiano,si ricorda loro che la capacita' di autocritica(loro passatempo) non è da tutti,ma è occidentale.cioe' che ringrazino cio su cui sputano.
la crisi c'è,perche' ormai è diffusa l'idea,cioe' non si parla piu' di voci che possono esistere,ma si parla di mentalita' comune.
di che parlo?
di quel che quotato anche Bet,quelle che Pera chiama le due paralisi.
la prima paralisi,è il ritenere nemmeno possibile a livello teorico un confronto se una cosa è migliore o meno di un altra.
per chi?per un uomo qualunque.
che uno sia nero,bianco,giallo o rosso,certe esigenze sono fondamentali nella vita.
la seconda è l'errore logico(che da sempre vedo nei nostri 3D) di confondere giudizio,con atteggiamento.
si ha paura a esprimere giudizi,perche' si ha paura che a questi debbano seguire azioni di un certo tipo,quindi si autocensura il proprio giudizio.
è come uno che per apparire bene,dice cose diverse da quelle che vede...come diremmo?che non è se stesso(perdita di identita' appunto)che è determinato dal essere considerato ok...un complessato in pratica.
queste due paralisi imbavagliano,e alla lunga ci faranno spegnere,perche' in questo modo,non siamo nemmeno piu' capaci di riconoscere cio che di noi stessi vale,e cio che degli altri non va affatto bene.
certo che la maggioranza degli occidentali SA che è fortunata ad essere vissuta qua.
non è questo il discorso di Pera.
il discorso è un altro.
come diceva Ferrara in TV,per sottolineare una certa ipocrisia,ogni due per tre infilava questa frase:
"la civilta' occidentale(faceva una pausa),che non è superiore alle altre,(pausa)pero' è superiore" e andava avanti...
ovvero il punto non è che siamo ciechi e non vediamo che il modello occidentale con tutti i suoi difetti è piu' garante della persona,il punto è che ci autocensuriamo,e che in nome del politically correct non lo diciamo.anzi non si puo nemmeno dire.
quando il berlusca disse l'ovvieta',si scateno il finimondo'...
e a livello popolare,il punto non era tanto sulla poca furbizia di dire pubblicamente una cosa del genere come presidente del consiglio(chiaro che non è furbo far incazzare gli arabi dicendolo a quel modo),ma era per la gente una bestemmia a livello sostanziale.
in nome del pluralismo e del accettare l'altro,è peccato sostenere che una cosa è meglio di un altra.
non si puo proprio fare.
è come se fossimo diventati dei complessati.
questo ha delle conseguenze specialmente in ambito politico,dove questa mentalita' dilaga.
certamente è piu' europeo come fenomeno.