Quote:
Originariamente inviato da cronos1990
Dipende dal videogioco e da cosa vuoi spiegare. Non ho visto l'intervista globale, ma a leggere gli stralci qui riportati il discorso verte sui concetti di fondo che vuole trasmettere con la storia.
Ciò che mi fa pensare male è ben altro:
Questo mi fa pensare che lo sviluppo si sia incentrato sul trasmettere un messaggio ben preciso, piegando quindi a questo dogma tutti gli aspetti del gioco.
E se prima i dubbi sul gameplay, seppur leciti, erano tutti da confermare, queste parole sembrano quasi mettere una pietra tombale.
E non è questione di divertire, di "gioco non per tutti" (che non vuol dire nulla) o di difficoltà troppo bassa. Non è neanche il fatto che il prodotto, nella sua globalità, possa essere di elevata caratura o meno.
La questione è la solita, sebbene viene sempre quasi ignorata pur di dar ragione a quello che ci piace: che dovendo parlare di videogiochi, io valuto il gioco. Fare un videogioco vuol dire prima di tutto curare gameplay e meccaniche per offrire una sfida al giocatore.
Se usi il gameplay con lo scopo finale di trasmettere un messaggio, a meno di un miracolo il gioco sarà mediocre. Magari anche un capolavoro visto in termini diversi, ma mediocre come gioco.
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La mia sensazione (ripeto, è una sensazione, so molto poco del gioco) è che quando uno come Kojima viene lasciato eccessivamente libero di assecondare la propria creatività (e il proprio ego) salta fuori spesso la sindrome del "non è il gioco piatto e noioso, sono i giocatori ad essere sbagliati".