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Alla base c'è un problema composto da due componenti fortemente intrecciate: un aspetto culturale e un aspetto educativo. Sono pochi gli individui in Italia con competenze matematiche e scientifiche vicine alla media mondiale
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Non so come funziona ultimamente, ma circa 35 anni fa conoscevo diversi ragazzi che hanno dato la maturità all'ITIS; ebbene, il ragazzo che ha preso il voto più alto, 60/60, è quello che ha fatto un ottimo scritto in italiano. Peccato che di meccanica, l'indirizzo degli studi, non ne capisce nulla... Ed ovviamente nel giro di poche settimane ha ricevuto diverse proposte di lavoro da aziende importanti, mentre chi ne capiva veramente di meccanica ma ha avuto voti più bassi per "colpa" dello scritto in italiano ha faticato a trovare un impiego...
Con questo non voglio dire che un buon perito sia esentato dal conoscere come si scrive/parla in italiano, ci mancherebbe, ma che il peso di tale materia per determinare il voto finale (ma anche come numero di ore di lezione) sia in secondo piano rispetto all'indirizzo degli studi (meccanica, elettronica, informatica, ecc.)
Poi, ripeto, non so come funziona oggi ma vedendo i ragazzi assunti da poco in azienda (periti e ingegneri) mi sembra che la situazione sia anche peggiorata...