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Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
La mia poesia preferita... e guarda caso, parla di ricordi. I ricordi di un uomo che aveva comandato imperi, seduto con le braccia incrociate in esilio su un'isola deserta...
Ci pensate a cosa significa veramente?
Io riesco a figurarmi la scena come se fossi io stesso Napoleone...
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