09-05-2004, 12:39
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Originariamente inviato da marcolan
L'ira di Capello lo "sfrattato"
Il tecnico della Roma non ha digerito la squalifica dell'Olimpico per i petardi lanciati dai tifosi giallorossi a San Siro: "La colpa è anche dei giocatori del Milan".
ROMA, 8 maggio 2004 - Non si placa l'ira di Fabio Capello. Ce l'ha con gli pseudotifosi giallorossi che nuovamente obbligano la squadra a trasferirsi lontano dall'Olimpico, ma anche con quei giocatori del Milan colpevoli, a suo dire, di scarsa sportività. In una parola, Don Fabio non ha digerito la nuova squalifica del campo decisa contro la Roma. Già domenica scorsa, a caldo dopo la partita contro il Milan, aveva accusato i rossoneri di avere alimentato la violenza dei tifosi romanisti che lanciavano petardi e altri oggetti dalla curva.
Adesso il tecnico giallorosso rincara la dose: "Non sono d'accordo con questa sentenza. Tra l'altro la tutela dell'ordine pubblico a San Siro spetta al Milan. Il giudice sportivo è stato influenzato anche da quei signori che si buttavano a terra e poi ricominciavano a correre e giocare. Se uno cade a terra deve uscire dal campo in barella e andare al pronto soccorso, non rialzarsi e lottare fino alla fine. L'esempio più bello è stato quello di Buffon o di Taibi. Buffon, uno che va in campo per giocare e non per alimentare le tensioni, è stato colpito a Genova ed è rimasto in piedi. Questo è sport. Il vittimismo per raggiungere un risultato non è sport".
Ma il suo bersaglio non è solo rossonero: "Ferma restando la condanna dei cinque deficienti che tirano i petardi, che ci fanno giocare fuori casa da due mesi portando danni economici enormi alla società, condanno alla stessa maniera chi fa la vittima in campo. Io ho giocato a calcio e i petardi me li hanno tirati, ma non è mai successo niente".
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spero a questo punto che il giudice sportivo prenda provvedimenti anche contro capello, visto che le sue dichiarazioni alimentano ancora di piu' la violenza.
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