il problema è che i giochi sono stati eccessivamente semplificati per garantirne la fruizione anche ai bambini, sebbene le trame spesso si rivolgano per la loro crudezza agli adulti, e di fatto pare che mutino personaggi, mutino contesto, ma l'utente è coinvolto esclusivamente nell'abbattere nemici schivando, mirando e sparando; attività intervallata dalle fasi cinematiche in cui si innesta la storia.
Io ancora ricordo i primi Alone in the dark dalla grafica a cubi e tanto suggestionanti, analitici e criptici, che coinvolgevano mente, emotività e fantasia assorbendo completamente. A volte evitavo di giocarlo la sera durante il particolare caso da affrontare, tale era l'ansia.
Ovviamente con il passare del tempo anche l'utente cambia, però quei ricordi permangono e fungono da raffronto.
Ho giocato diversi giochini strategici ed ho notato come con il passare del tempo la semplificazione eccessiva li abbia rovinati:
1) Joint Task Force il migliore giocato per complessità tatticismi, abilità, versatilità, durata /difficoltà/ anche dettagli/combinazione di possibilità: es. click tasto sinistro mouse militare esce dal veicolo, click mouse destro il militare esce dal veicolo ma resta selezionato il veicolo;(migliorabile: il cecchino è troppo potente/poteva prevedere la requisizione e il trasporto armi);
2) Dawn of War l'intera serie: affascinate dalla grafica essenziale; semplificato nella complessità rispetto al primo gioco citato e fondato specialmente sulla rapidità delle azioni di costruzione attacco difesa ed evoluzione tecnologica rispetto ai nemici;
3) company of heroes: analogo a dawn of war: semplificato nella giocabilità e nelle difficoltà-durata del gioco ridotta;
4) world in conflict: fa tutto il pc... gioco rimosso dopo alcuni minuti; cercavo le istruzioni per apprendere i vari comandi da impartire e per la realizzazione di strutture etc, ma non ne trovavo, compresa la ragione ho provveduto alla sua eliminazione.
Un gioco memorabile è Homeworld2: complessità abilità e versatilità sono ben combinate; ho anche il primo homeworld tuttavia nelle operazioni da eseguire pare accusare una superflua farraginosità che tedia, ma mi ripropongo di giocarlo con il necessario distacco dal II.
Gli sparatutto in prima persona personalmente li conosco poco perchè paiono abbastanza ripetitivi, inoltre noto come il personaggio sia monolitico con baricentro statico e con un braccio destro armato che compie sempre le stesse movenze e l'altro che lancia granate, caratteristiche queste tipiche giochi che coinvolgono esclusivamente l'emotività e fondati sull'abbattere + nemici possibili. Cià che disdegno del prima persona è che non si può avere contezza dell'azione compiuta perchè il personaggio non lo si vede. Ad esempio quando ci si ripara il personaggio è protetto solo perchè se ne ha convinzione, ma nella realtà potrebbe cmq essere esposto.... quindi alla fine si ha un mirino e un bersaglio che si alterna per la durata del gioco che se eccessiva lo renderebbe noioso. A questo punto i produttori fanno ricorso alle fasi cinematiche, ossia evitare la noia con l'introduzione della storia. Sicchè i giochi li hanno ridotti ad una serie di azioni ripetute semplificate intervallate da un film.
Questa è secondo me la spiegazione per cui l'utenza più adulta, che era abituata ad avere padronanza completa del gioco sviluppando la storia come protagonista, inizia ad essere insoddisfatta. In fondo stanno promuovendo giochi commerciali con abilità per bambini con storie da adulti, che a mio avviso risultano oltremodo poco edificanti ed educative.
Ultima modifica di Benjamin Reilly : 15-03-2013 alle 11:20.
|