giovedì 17 gennaio 2013
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Diffuso l'impiego di dispositivi di sicurezza prodotti dall'azienda californiana Blue Coat da parte di governi illiberali. Che li utilizzano a scopo di censura e controllo. Una pratica non vietata eccetto per i paesi sotto embargo
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Roma - Le tecnologie informatiche prodotte negli Stati Uniti avrebbero un ruolo primario nella costruzione dei sistemi di censura da parte di
quei paesi abituati a reprimere i diritti civili e il dissenso online: a rivelarlo è un report prodotto da
CitizenLab, laboratorio di ricerca e monitoraggio di Internet con base presso l'Università di Toronto.
Uno dei dati più rilevanti emersi dalla
mappa globale del cybercontrollo e della censura online concerne
l'adozione di sistemi di filtraggio, censura e sorveglianza prodotti dall'azienda statunitense Blue Coat da parte di governi illiberali rispetto all'uso di Internet: tra gli altri, Egitto, Arabia Saudita, Cina, India, Turchia e Russia.
In particolare, i ricercatori di CitizenLab informano che 61 dispositivi prodotti dall'
azienda di Sunnyvale, specializzata in soluzioni per la sicurezza, sono stati implementati all'interno dei network di "paesi che presentano una storia problematica rispetto ai diritti umani, sorveglianza e censura". Nello specifico, è stata riscontrata la presenza di 11 sistemi ProxySG e 50 PacketShaper, dispositivi software e hardware installati su reti di computer (i primi) e su personal computer (i secondi) con una funzione di controllo dei contenuti.
Gli autori della ricerca
hanno allertato l'opinione pubblica circa il
crescente aumento di tecnologie di sorveglianza e controllo distribuite, la cui esportazione non è vietata dal Dipartimento di Stato statunitense se non per i paesi sotto embargo come la Siria, l'Iran e Corea del Nord. "I nostri dati - affermano dal CitizenLab - supportano la necessità che vi sia un'ispezione nazionale e internazionale sulle forniture operate da Blue Coat che abbiamo segnalato, unitamente a una vigilanza più attenta circa la proliferazione globale di sistemi di comunicazione e informazione che seguono un doppio impiego".
Interrogata nel merito, Blue Coat ha spiegato, tramite un proprio portavoce, di dover ancora acquisire i risultati della ricerca e di non essere dunque pronta a rilasciare commenti.
Cristina Sciannamblo
Fonte:
Punto Informatico