NB: Mi scuso in anticipo con la moderazione se sto andando OT. Fatemi sapere se è possibile continuare in questa modalità, altrimenti chiudo, grazie.
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Originariamente inviato da Schernitore_Di_Paguri
La finanza è uno strumento, esattamente come lo sono le armi: se la dai in mano a uno scriteriato facilmente finirà male. Una pistola di per sé non ti uccide se non c'è qualcuno che preme il grilletto nella tua direzione: la finanza è uno strumento essenziale per mettere in comunicazione capitali privati con aziende e permettere il finanziamento di tutto il sistema economico. Senza, non esisterebbe l'economia reale.
A prescindere dagli errori compiuti negli ultimi anni e dal distacco che sta avendo appunto dall'economia reale.
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La finanza non è uno strumento, è semmai una serie di strumenti.
E' stato dimostrato che strumenti più pericolosi (derivati&c) portano a conseguenze pericolose. Proprio perché anche nelle armi, quelle pericolose sono riservate ai governi, dovrebbe accadere anche nella finanza.
Non deve più esistere che i governi debbano solo soccorrere mostri too-big-to-fail che sbagliano a prezzare i prodotti derivati per puro "greed". Se sono too-big-to-fail devono essere GOVERNATIVI. Tanto li paghiamo noi comunque. Bonus (AIG ricorda qualcosa?) in particolare.
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PERCHE'? Rispondimi: perché la capitalizzazione non è un prezzo realistico per valutare la Apple in questo momento? E non ripartire con la manfrina di domanda-offerta dicendo che "se vendessero tutte le azioni bla, bla, bla" perché ne abbiamo già parlato.
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Forse hai dimenticato i basics, prima di chiederti se un prezzo è equo devi chiederti cosa è un prezzo. E per quanto ricordo è' il corrispettivo pagato da una controparte per diritti reali su un bene.
Esatto, un bene, non un centesimo o un millesimo di bene ma un bene al 100%. Se il bene non lo puoi acquistare al 100% in quel canale, è evidente che il prezzo di borsa è uno specchietto per allodole. Come usare il prezzo di vendita di un iPad di un negozio per andarne ad acquistare un milione. Follia.
E ovviamente, il corrispettivo deve essere pagato, altrimenti il prezzo rimane del tutto teorico. E qui siamo pienamente nel campo dell'economia, la teoria distante dalla realtà. Nella realtà il prezzo pagato deve soprattutto essere quantomeno pagabile. Un prezzo superiore al denaro circolante può essere interessante come provocazione, ma aiuta a capire che la teoria spesso si allontana così tanto dalla realtà da non ammettere soluzione alle sue stesse ipotesi. Tipico di una scienza non sperimentale e non falsificabile (vedi sotto).
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Oltretutto, qualsiasi metodo che tu voglia utilizzare per valutare un'azienda non potrà essere perfetto: anche Buffett che non si è mai rifatto alle valutazioni della borsa ha fallito nel valutare MySpace, e ci ha perso qualcosa come mezzo miliardo di euro investendoceli prima del boom di facebook.
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Infatti, ritorniamo a quanto scrivevo: ogni valutazione a priori è imperfetta per definizione proprio perché l'unica vera valutazione è quella che fa il mercato quando conclude l'affare. La valutazione è psicologia e portafoglio, non matematica lineare.
Post #21, ultimo paragrafo.
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Modelli che se non si conoscono però, sarebbe meglio stare zitti.
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Ho citato per caso un modello che non conosco? Mi fai capire dove?
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Ulteriore esempio della tua povertà in materia è il citare il fatto che i modelli assumano il ripetersi del passato: falso. Moltissimi modelli, dalla curva di Phillips che mette in relazione disoccupazione e inflazione fino alla macroeconomia Keynesiana, sono stati cambiati col tempo, perché avevano in sé assunzioni errate (appunto perché si guardava al passato): appreso l'errore si modifica il modello e si migliora.
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Allora sono altri modelli. Il modello 1 non funziona, via col modello 2 e via via. Visto che non fanno che appiattirsi sul passato, predicono il futuro solo quando è molto simile al passato prossimo. Un pò come il meteorologo che dice che visto che ha fatto bello tutto agosto, sarà bello anche settembre.
Al primo nubifragio, ecco che l'economista cambia modello: qualche giorno di pioggia, un pò di sole. Quando arriva la neve, ecco che arriva il nuovo modello. E via.
Lo stesso fanno gli economisti con i loro modelli.
(vedi Nassim Taleb in "Played by Randomfullness")
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Ci sono modelli che hanno funzionato, altri che sono falliti. Se non ricordo male anche nella fisica la teoria delle stringhe è stata scartata dopo decenni di lavoro, e quindi? Finché ci saranno degli umani dietro, fallaci per natura, l'errore sarà sempre presente e sarà anzi mezzo per arrivare a migliorarsi. Non vedo proprio come il fatto che ci siano stati modelli falliti possa sminuire una materia.
Aldilà della battuta sull'ippica poi, la scienza economica sta proprio nel sapersi destreggiare tra l'ambito scientifico e l'errore umano, l'imprevisto che può sempre verificarsi. Non mi sembra che nella sua missione e difficoltà abbia da invidiare ad altre scienze.
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Non sono aggiornato sulla "string theory", c'è chi scrive che sarebbe stata falsificata (termine Popperiano). Mi informerò.
Vedi, questa è la differenza tra una scienza sperimentale vera (la fisica, anche se non tutte le branche) e la cosiddetta economia.
Nonostante qualche pallido tentativo da parte di alcuni (ad esempio Vernon Smith e la sua economia sperimentale), l'economia è una scienza non sperimentale. E pertanto, è semplicemente una scienza non falsificabile in termini Popperiani.
Lo stesso Samuelson scriveva:
"L'economia [...] non può effettuare gli esperimenti controllati dei chimici e dei biologi perché non è in grado di controllare facilmente tutti gli altri fattori. Come gli astronomi o i meteorologi, gli economisti devono limitarsi in larga parte a osservare [passivamente]."
E se lo scrive lui c'è da credergli.
Buona serata.