Quote:
Originariamente inviato da Okiya
Secondo me siete un pelo estremisti.
Sono ragionamenti che hanno un senso in realtà molto grandi, dove è effettivamente difficile controllare i dipendenti.
In tutte le altre aziende/realtà, quindi la maggior parte in Italia, il dipendente è spesso a contatto con il datore di lavoro e il proibizionismo non si è mai dimostrato essere la scelta migliore.
Tutto sta al buonsenso di chi lavora, che può anche perdere qualche minuto. Il problema è quando si supera il limite.
Non ho mai ripreso nessun dipendente perché telefonava o parlava di calcio, ma agirei diversamente e in modo ben più drastico se vedessi che qualcuno approfitta di questa situazione.
Just my 2 cents.
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Premetto, che sto scrivendo da una "realtà molto grande", proprio a riprova di ciò che sto per dire.
Secondo me sono proprio queste realtà ad essere più permissive, in quanto badano di più ai risultati che non alle ore di lavoro.
Invece, sono le piccole realtà a conduzione padronale/famigliare ad essere culturalmente più afflitte dagli atteggiamenti radicali descritti in questo thread.
Che poi chiudere il social network di turno è del tutto inutile, si può cazzeggiare anche fingendo di lavorare. Mentre, se valuti i risultati tagli la testa al toro, devi però instaurare un meccanismo di premi che sia diverso dalla minaccia del licenziamento.
Trovo peraltro emblematico il caso di un mio caro amico, che lavorava come dipendente in una ditta che americana che badava al risultato, e quindi poteva permettersi di infilare sessioni di snowboard in mezzo alle trasferte lavorative. Bene, quando è diventato "imprenditore" è subito diventato intransigente verso qualsiasi forma di cazzeggio. Tipico esempio di incoerenza all'italiana che gli ho rimarcato.
Faccio comunque notare che, in caso di lavoro di ufficio davanti a video terminali, è prevista per legge una pausa di 15 minuti (non necessariamente per prendere il caffè, basta staccarsi dal monitor) ogni due ore.....