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Originariamente inviato da V3N0M77
l'argomento non è nuovo, ma ho trovato oggi su repubblica un interessante articolo di Ivan Fulco sulla guerra all'usato, rinfocolata da sony con l'introduzione di appositi pass per i contenuti online. riporto un pezzo dell'articolo:
" L'ultimo esperimento in questa direzione è firmato Sony e prende il nome di PSN Pass ed esordirà a settembre, con il lancio di alcuni titoli per PlayStation 3 in cui le funzionalità online, come la possibilità di sfidarsi via Internet, dovranno essere attivate registrando il proprio pass virtuale.
Nessun problema per chi acquisterà il gioco nuovo, dato che il PSN Pass sarà incluso nella confezione. Andrà peggio a chi comprerà il gioco usato, perché si ritroverà con un codice già riscattato e non potrà accedere alle funzioni aggiuntive online. A meno, ovviamente, di non acquistare un codice a parte, sui cui costi ancora non si hanno conferme. Secondo le dichiarazioni, il PSN Pass esordirà a settembre con il prossimo Resistance 3, ma sarà applicato solo ad alcuni dei titoli sviluppati internamente da Sony"
più che sulle decisioni dei colossi dell'intrattenimento mi soffermerei su come ci si debba sentire, da giocatori, ad essere considerati alla stessa stregua se non peggio dei pirati quando si compra un gioco usato. per citare ancora l'articolo (che consiglio di leggere per intero):
Nonostante i numeri promettenti, il fronte degli sviluppatori è quanto mai compatto contro il mercato dell'usato. Secondo Mike West, designer di Lionhead Studios, "attualmente la pirateria è un problema di portata minore rispetto alla compravendita dell'usato", che a lungo termine causa perdite più ingenti per il settore.
Rod Cousens, amministratore delegato di Codemasters, definisce questo mercato parallelo "distruttivo". Secondo Cory Ledesma, direttore creativo di THQ, acquistare videogiochi usati equivale a "ingannare" i publisher. Alan Pritchard, vicepresidente del marketing di Sega, è invece convinto che la crisi dovrebbe essere arginata al livello dei negozi, collegando la vendita di software usato all'acquisto delle nuove uscite, per trasformare il problema in un'opportunità.
cosa deve pensare l'utente davanti all'establishment mondiale videoludico che si pone in questo modo di fronte al mercato dell'usato?
la soluzione del 'problema' per le multinazionali miliardarie ma lamentose viene forse dalla considerazione finale:
" Ovunque sia la verità, la battaglia è appena all'inizio. Un tempo si combatteva sulle bullettin board dei pirati, oggi tra gli scaffali dei negozi. Almeno fino a quando la vendita dei videogiochi non si trasferirà completamente sui canali digitali, uccidendo di colpo il mercato dell'usato. Ma quello è un giorno che si preannuncia ancora molto lontano. "
fonte: http://www.repubblica.it/tecnologia/...8/?ref=HRERO-1
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Ma rubato cosa?
Ma cosa vuol dire ingannare i publisher?
Il furto sarebbe nel comprare un gioco sul quale è già stato pagato il dovuto dal primo acquirente?
Di fatto si paga per una licenza di utilizzo, il che implica che il possesso del bene è del publisher e l'acquirente ha solo l'usufrutto, e già questo è ridicolo.
Ma combattere l'usato è ancora più stupido... Questo fa capire quanto alle sh dia fastidio la pirateria, dato per scontato il fatto che il bene, per definirsi usato, deve essere stato acquistato almeno una volta.
Poi stiamo parlando di sony

, che per la sua negligenza ha costretto centinaia di migliaia di persone a cambiare i propri dati bancari e password.