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Old 11-07-2011, 08:20   #15
mickes2
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Titta Di Girolamo è un commercialista che vive ormai da ben otto anni in un albergo, in Svizzera. Estremamente metodico, estraniato, isolato dal Mondo, lontano dalle persone più care…immerso in una routine claustrofobica e asettica, nasconde un segreto inconfessabile.
Un dramma intimo e profondo quello raccontato da Sorrentino; messa in scena raffinata ed elegante che fa da palcoscenico all’introspezione di un’eccezionale Tony Servillo: espressiva, intensa ed emozionante la sua prova; alterna una timidezza impacciata all’interno dell’hotel nei confronti di Sofia…ad un’affascinante freddezza e disinvoltura nel tragitto fatidico hotel-banca. Il ritmo cadenzato (specie nella prima parte) ci fa entrare nell’anima del protagonista: il rigore formale, la tecnica ed i virtuosismi di Sorrentino, con movimenti di camera eccellenti, ci aiutano ancor di più in questo senso. La deriva di Titta la trovo straordinaria, perché è un uomo solo che a causa di un errore è schiavo, sia dei vizi, che di persone senza scrupoli. L’amore irromperà nella sua vita, porterà instabilità, lo risveglierà da quel torpore emotivo e psichico che lo affligge, che aveva ormai spento il suo cuore… da tanto, troppo tempo. Il piano-sequenza nella parte conclusiva è formidabile: pathos, atmosfera (condita dalla bellissima colonna sonora), si uniscono e ci regalano qualcosa di potentissimo e poetico. Non è da meno il finale dove la memoria non può non andare subito al Sonatine di Kitano.

8,5
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