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Originariamente inviato da +Benito+
sono sempre un po' così riguardo il trapianto di cellule neuronali, nel senso che se si parla di malattie degenerative della parte di trasmissione/attuazione (sclerosi multipla, SLA, etc) è un discorso e per quanto ne so se si potesse iniettare nel paziente una quantità di cellule vive in situ forse c'è speranza che alcune "attecchiascano" prendendo il posto di quelle morenti. Per quel che riguarda la parte cognitivo/comportamentale invece mi trovo più lontano dal vedere nel trapianto (foss'anche autotrapianto) una via proprio perchè una volta perse delle cellule, con esse se ne va una parte della rete neuronale che costituisce la nostra abilità nel pensare, nella coscienza di sè e nel ricordare le esperienze.
C'è qualcosa di errato in questa visione?
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be, io mi sono messo il cuore in pace, ed ho capito che la persona che ero io 15/10 ed anche 5 anni fà non ero "io". e non sarò io quella persona tra 10/20/30 anni. del resto, tutto cambia, carattere, idee, personalità. non ce ne accorgiamo perchè e' un processo costante, e lento, ed in piu' cambiano anche gli altri che ci circondano. Del resto, esiste forse una parte del nostro corpo, sia "cognitiva" e non, che rimane per sempre tale e quale dalla nascita fin dalla morte? a parte le ossa, intendo.
mi sono fatto un'idea che cio' che chiamiamo "io" non sia altro che un "fenomeno emergente", una "cosa" che nasce dalla complessità delle interazioni delle parti che compongono il cervello. non saprei darmi altra spiegazione.