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Originariamente inviato da easyand
posso capire che sia difficile da accettare, ma in un contesto di pericolo immediato (presunto) come quello si spara per uccidere, sono le regole di ingaggio che ogni contingente militare ha. Una folla si disperde, una manifestazione si disperde, non una decinda di armati che presumibilmente si stanno appostando per fare la pelle ad amici tuoi.
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Allora se c'era una signora che stendeva i panni bisognava sparare anche a lei... "non si sa mai".
Quando fai un resync con la realtà ti accorgi invece che il convoglio era ancora decisamente lontano e che bastava fare un secondo controllo da più vicino per accorgersi che il gruppo era inoffensivo.
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Eliminazione fisica del nemico affinchè non possa più nuocere ne ora ne un altro giorno.
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Col semplice piccolo problema che non si trattava di un nemico.
E che se consideri a prescindere "nemico" chiunque potrebbe potenzialmnente esserlo a quel punto fai prima a buttare una nucleare tattica.
Diventa automaticamente "nemico" il bambino che gioca in giardino (magari è un baby kamikaze), la signora con la borsa della spesa (chissà cosa c'è veramente dentro quei sacchetti), l'anziano che fuma una sigaretta (magari è una sentinella con un telecomando a distanza) e così via.
A quel punto passa subito il messaggio "abbandonate la città, se vediamo qualcuno gli spariamo" e buona notte al secchio.
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Sono le regole della guerra, funziona cosi.
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Ma manco col cazzo. Sono le regole degli americani cotolette, quelli che col loro modo di fare "sponsorizzavano" i vietcong.
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Riguardo i giornalisti, di certo non dico che se lo meritano, ma sfortunatamente è uno dei destini possibili di un corrispondente di guerra (quelli veri, non quelli alla lilli gruber da bagdad). Grazie a dio negli ultimi tempi le forze armate hanno iniziato a fare corsi specifici ai giornalisti che si recano in zone di guerra, ma purtroppo sono ancora su base volontaria e non obbligatori.
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Infatti quelli di JSF e via dicendo l'hanno detto chiaro e tondo "in Iraq ci vanno i giornalisti compiacenti che vengono lasciati in zone tranquille (e lontane da dove succedono "i fattacci") ed a cui si passano le notizie che fanno comodo ai comandi militari.
Ed infatti per un annetto buono le notizie dal fronte dei "giornalisti" raccontavano cose che non aveano né capo né coda.
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PS: probabilmente pochi sanno che durante la guerra in Georgia un pilota russo di SU 25 scambiò un fotografò con teleobiettivo per un georgiano con Stinger, gli lanciò contro due razzi ma per la fortuna del fotografo il pilota sbaglio completamente mira. Oppure come non ricordare i fotografi colpiti da un proiettile di carro armato durante la conquista di baghdad nel 2003 perchè sembrava imbracciassero lanciarazzi anticarro da una terrazza.
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Il primo caso non lo sapevo, il secondo fù abbastanza eclatante perché dimostrò quant'erano cotoletti (yet again) gli americani che spararono contro un hotel in cui (lo sapeva anche il comando statunitense) erano alloggiati tutti i giornalisti occidentali.
E questo si chiama "fare la guerra a culo"... dilettanti allo sbaraglio.