Fu nominato procuratore o
comandante militare della prigione di La Cabana, anche se sarebbe più lecito definirlo "boia". Nei quattro
anni in cui svolse questo incarico, le stanze della prigione diventarono sale di tortura dove un numero ancora
imprecisato di persone trovò la morte. Secondo la testimonianza del poeta Antonio Valladares, che fu
imprigionato e torturato a La Cabana per 22 anni, Che Guevara partecipò personalmente agli interrogatori,
alle torture e alle esecuzioni dei prigionieri. Successivamente Guevara istituì un campo di rieducazione (o di
concentramento?) a Guanaha, mentre a Santiago di Las Vegas sorse il Campo Capitolo, una prigione per
bambini al di sotto dei 10 anni. La procedura infatti prevedeva che insieme all'arrestato anche l'intera sua
famiglia dovesse venire reclusa. Ai prigionieri era consentito rimanere in mutande, in celle fetide, in attesa di
essere torturati e fucilati.
Chiaramente morti necessarie per destabilizzare un regime militare.