Negli Stati Uniti c'è un pediatra, non un medico abortista che sarà costretto a girare con la scorta armata per salvarsi la pelle.
Per sapere chi è Paul Offit non fate però una ricerca online e soprattutto non fermatevi ai primi risultati: non appariranno né il suo sito ufficiale, né i suoi studi bensì siti che lo denigrano. Persino il suo profilo su Wikipedia viene spesso modificato, con giochi di parole di dubbio gusto (pig farm al posto di big farm).
Ma cosa ha fatto questo medico di Philadelphia per meritarsi tutto ciò?
Come riporta il magazine Wired nell'ottobre scorso, che ha dedicato il numero alla paura dei vaccini esplosa con il propagarsi del virus H1N1, Offit ha pubblicato nel 2008 un libro dal titolo «Autism's False Phrophets»
dove scrive che non vi è alcuna evidenza scientifica sulla correlazione tra vaccini e autismo.
Da allora il pediatra è diventato «the evil» lo stregone dal mettere al rogo, soprattutto per coloro che aderiscono al movimento che si oppone alle vaccinazioni dei bambini, guidato dall'ex coniglietta di Playboy Jenny McCarthy e dal suo compagno, l'attore Jim Carrey.
Jenny McCarthy, che ha un figlio affetto da autismo, si è fatta portavoce dell'associazione Generation rescue e appoggia campagne contro ogni tipo di vaccino. Nel sito si possono trovare special report della Generation Rescue Inc. che mettendo insieme dati di varia origine sostengono la tesi vaccino=autismo, la stessa che nei giorni scorsi la rivista medica britannica Lancet ha smentito categoricamente, con 12 anni di ritardo.
Quello a cui anche Offit sta assistendo - è stato anche omaggiato da una bustina con antrace - è il deterioramento dell'informazione medica scientifica attaccata e messa in dubbio su Internet. «Online i titoli non hanno molto valore, tutti sono dottori a vario titolo, e spesso i consigli della signora McCarthy hanno più effetto di quelli dei medici, e così che mi trovo a fare i conti con bambini non vaccinati che muoiono di meningite», ammette impotente Offit.
Questo pericolo non è limitato ai confini del .com. Una recente indagine della Added Value Italia, presentata durante un congresso del sindacato dei medici di famiglia, dimostra che anche gli italiani hanno sempre più fame di informazione sulla salute. Quattro persone su dieci cercano sui motori di ricerca notizie su medicinali e terapie consultano siti e portali, si abbonano a newsletter o "scaricano" informazioni dal web. La maggior parte sono donne e madri, tra i 35 e i 54 anni e con un livello culturale medio-alto.
Ai nostri utenti che s'informano sulla rete e praticano le autodiagnosi virtuali consigliamo prima dell'uso di prestare molta molta attenzione:
le grandi bugie sull'autostrada del web corrono velocissime e possono fare male.
Il Sole 24 Ore
Di improvvisati sapientoni,ovvero ignoranti come una capra,ne è piena internet.