il premier italiano in visita in israele:
«Ho un sogno: che Israele possa entrare un giorno nell'Unione europea»
«Abbiamo l'orgoglio di essere noi, con la cultura giudaico-cristiana, alla base della civiltà europea»
la risposta di Netanyahu:
«Caro Silvio siamo molto felici di averti a Gerusalemme. L'Italia è uno dei più grandi amici di Israele e la tua è una visita storica. Israele è legata all'occidente e Roma e a Gerusalemme hanno gettato le basi della cultura occidentale»
tra gli impegni ufficiali più significativi
- "nella Foresta delle Nazioni, sulle colline della capitale israeliana, ha piantato un ulivo di pace, in segno di amicizia con Israele"
- la visita al Museo dell'Olocausto Yad Vashem, ove nelle firme ha scritto:
«La nostra anima urla "Non è vero, non può essere vero" e poi, sconfitta grida "Mai, mai più". Con commozione profonda, Silvio Berlusconi»
il quotidiano di Tel Aviv Haaretz in un editoriale ha intitolato: «Ascoltate l'amico»
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ma antonio di pietro di tutto questo ha saputo vedere soltanto a pochi metri dal suo naso, confermando quindi se ce ne fosse bisogno di non essere ancora pronto (lo sarà mai?) ad ambire ruoli istituzionali di primissimo piano:
«Ministri, portaborse e collaboratori vari per un totale di 100 persone per la tre giorni in Israele di Berlusconi. In un'interrogazione alla Camera chiediamo al governo la lista dettagliata dei componenti della delegazione e i precisi motivi della presenza di ciascuno degli accompagnatori del premier. Chiediamo se non sia da considerarsi eccessiva tale delegazione in un momento in cui il governo dovrebbe adottare una politica di rigore»
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