Io sono gobbo fino al midollo, ma ho sempre avuto molta ammirazione per i cugini.
A parte la leggenda che rappresentano, la dicotomia Torino - Juventus ha per anni dimostrato che nel calcio nulla è scontato, che non basta avere i soldi ed il potere politico per assicurarsi la vittoria (in particolare, mi riferisco alle bellissime sfide di metà anni '70).
Per anni il Toro ha rappresentato una risposta all'arroganza economica delle altre grandi del calcio italiano, sopperendo con manovre oculate sul mercato, nonché valorizzando uno straordinario vivaio, al divario finanziario - politico.
E poi, le mitiche stracittadine, sempre ricche di colpi di scena (il trio Dossena-Bonesso-Torrisi che in cinque minuti ribalta una situazione di 0-2, i colpi di Pulici, Graziani, fino ad arrivare all'incredibile 3-3 di due anni fa, la geniale buca di Maspero, ricordate?

), il genio - sregolatezza di Meroni (ennesimo atleta scomparso prematuramente), capitan Zaccarelli... insomma, un Toro davvero competitivo - non le macerie attuali provocate da squallidi maneggioni come Borsano e i recenti padroni micragnosi, inetti e arroganti- gioverebbe per paradosso alla stessa Juve.
Perché i derby sono storie a sé, perché i derby fanno sognare i tifosi, perché una città come Torino ha bisogno di due grandi interpreti.