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"Io Non Ho Paura" mode on.
Due anni fa ho subito un tentato stupro da un tizio che era a cena da me.
Riuscì a strapparmi di netto i jeans, era un ex pugile.
Ma non riuscì nel suo intento, mi so difendere piuttosto bene, e sono una che
in qualsiasi situazione reagisce.
Non mi lasciò addosso nessun segno, mentre quando scappò lui recava addosso diversi lividi
che gli feci.
Lo denunciai. Lui mi controdenunciò, mostrando i segni che gli lasciai addosso.
A distanza di due anni è stata fissata l'udienza preliminare per la denuncia che feci io a lui.
Tutte le carte delle indagini fatte (per entrambe le denunce), nonchè tutte le carte depositate
nei miei confronti, nonchè la sua versione dei fatti, nonchè l'archiviazione o meno della denuncia
nei miei confronti (che comporterebbe, se non archiviata, un altro processo in cui io sarei l'accusata),
nonchè i suoi precedenti o quelli in corso (perchè risulta essere recidivo); tutto ciò io non posso visionarlo
a meno che non paghi un avvocato che le vada a reperire.
E gli avvocati costano, e non poco.
Per il processo in cui lui è l'accusato io potrei anche non cercarmi un avvocato, a meno che non voglia sapere queste cose in anticipo e arrivar lì preparata. Ma anche lì, potrei decidere di essere solo testimone, come parte offesa, del processo da parte dello stato contro di lui. A meno che non decida di costituirmi parte civile. Ma queste son cose lunghe da spiegare. E son cose da decidere ragionandoci strategicamente (dopo aver potuto visionare il materiale, a pagamento).
Ciò che invece vorrei sottolineare è che per la legge, ovviamente, sarebbe stato molto meglio se mi fossi fatta violentare, perchè almeno esisterebbero referti medici come prova.
Per la legge, per come funziona, il fatto che io mi sia difesa bene, che sia riuscita a sventare il fatto, che abbia addirittura lasciato dei segni addosso a lui, tutto ciò è qualcosa che la difesa ha il diritto di usare contro di me per farmi passare per una troia pazza e lui per una vittima dei miei ormoni in subbuglio. Per non parlare del fatto che io indossassi dei jeans.
Era un uomo che era a cena da me. Un uomo divorziato e con una figlia poco più giovane di me.
Un uomo a cui nulla ho dato a intendere. Anzi, fra i vari argomenti trattati durante la serata parlammo anche del mio ragazzo e di quanto ci stessi bene. Un uomo che non ho provocato nessun modo, verso cui non ho avuto nessun atteggiamento equivoco. Un uomo davanti al quale stetti pure un quarto d'ora al telefono col mio ragazzo mentre la cena cuoceva.
Un uomo che a un certo punto, mentre parlavamo, tentò di baciarmi e al quale mi negai. Ne parlammo, misi esplicitamente i puntini sulle "i" e lui parve anche accettare tranquillamente la situazione.
Un uomo al quale subito dopo dissi che lo accompagnavo alla porta perchè la mattina dopo dovevo alzarmi presto.
Un uomo che sulla porta per salutarmi tentò di baciarmi ancora e al quale io risposi ridendo di andare e smetterla.
Un uomo che a quel punto cambiò faccia, sbattè la porta, mi prese di forza, mi buttò sul letto in camera e mi piombò addosso come una furia tentanto di tirarmi via i jeans, di schivare la mia difesa, di annichilire il mio attacco. Un uomo che più e più volte in tutto questo mi ha ripetuto "no, ora te me la dai".
Un uomo che è scappato dicendomi "che cazzo urli troia".
Un uomo che dieci minuti dopo è tornato a citofonarmi scusandosi, dicendomi che non sapeva come fosse potuto succedere, che gli dispiaceva e che sentendomi tutto fuorchè incline ad accettare le scuse mi chiese addirittura di farlo salire nuovamente per parlarne.
Un uomo che al citofono mandai a fanculo e al quale dissi di scappare se voleva arrivare al giorno dopo intero, perchè stava arrivando un mio amico calabrese che di certo non avrebbe gradito trovarlo ancora lì.
In aula cercheranno di farmi passare per una troia, appunto, che lo ha ammaliato e provocato per tutto il tempo e che gli ci è stata. Dopodichè per una isterica che ci ha ripensato all'ultimo momento, quando lui poverino era ormai in preda all'ormone libero e gustava già il bel banchetto che ero; un'isterica che invece di dirgli di fermarsi lo ha aggredito e ha cominciato a malmenarlo, e lui poverino ripresosi dall'inaspettato mio atteggiamento è scappato pieno di segni addosso, vittima di questa pazza furiosa sfruttatrice di uomini. Pazza furiosa che dopo ha deciso di denunciarlo e per avere un qualche straccio di prova ha strappato da sola i jeans che indossava.
E di sentenze in cui son riusciti a far tutto questo ne esistono a sfacelo.
Poi ci si chiede perchè tante vittime non denunciano questi fatti.
Tutto ciò parrebbe anche voler insegnare che è meglio non reagire e subire.
Io non ci sto. Io reagisco. Io preferisco rischiare di farmi ammazzare piuttosto che permettere
a qualche essere schifoso di farmi ciò che vuole, di trattarmi come una cosa senza volontà alla quale
poter fare quel che vuole. Se io non voglio, nessuno deve permettersi. Se io non voglio lotto in qualunque modo
possibile per impedire che mi venga fatto.
Non devo scusarmi proprio con nessuno se ho reagito pensando a non farmi violentare,
piuttosto che star lì pensando a quanto sarebbe stato complicato ottenere giustizia.
Ripeto, io non ci sto. Io reagisco.
E sapete cosa? IO NON HO PAURA.
Io voglio vederlo andare in galera per aver provato a farmi una cosa del genere.
Io ho deciso di non dargliela vinta sul momento. Io ho deciso di non dargliela vinta
in nessun modo, nè prima, nè ora, nè mai.
Potrei perdere. Ma non gli darò mai la vittoria di farmi spaventare.
Io non ci sto. Io reagisco. Io mi difendo. Io decido di non avere paura e di non permettergli di farmene.
E ne vado fiera. Anche in barba alle conseguenze.
Questo volevo dire.
Un sorriso
la eli
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A volte il vento taglia la pelle con tale dolcezza... e leccando la ferita puoi assaggiare il gusto folle della passione...
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