Quote:
Originariamente inviato da +Benito+
Purtroppo questa è la causa dell'orrenda condizione delle università italiane.
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Se la creazione della conoscenza è intesa come funzione dell'università nei confronti degli studenti allora non concordo nel modo più assoluto.
Nel rapporto che uno studente ha con l'università dire che l'università deve "creare conoscenza" non significa nulla.
Sì è lì per essere istruiti: qualcuno di trasmette qualcosa. Il qualcosa è il metodo.
Non è una questione opinabile o incerta: è l'esatto e unico scopo dell'
istruzione universitaria.
Poi l'università assolve anche altri compiti , non è solo un grado di istruzione. Ad esempio è un centro di produzione della conoscenza. I dottorati di ricerca citati da Y3PP4 servono esattamente a questo.
Ma non è una funzione dell'università per gli studenti: serve alla società nel suo complesso. In tanto gli studenti devono partecipare al processo di creazione di conoscenza in quando questa partecipazione sia funzionale all'acquisizione del metodo con cui quella conoscenza si crea.
Se così non fosse, se il rapporto con gli studenti fosse veramente quello di fargli creare conoscenza - ammettendo che la frase abbia un significato - allora lo studente sarebbe necessariamente destinato a restare nell'università finchè non rimanga nulla che possa essere conosciuto.