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Old 25-08-2009, 09:55   #2668
signo3d
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Gattuso: «Mourinho è un grande , se ne esce sempre con battute a effetto»
Il centrocampista domenica scorsa con il Siena ha giocato 400 partite con la maglia del Milan

MILANO — Rino Gattuso, 400 partite con la maglia del Milan e tutte di corsa. Un record.
«Vuol dire che sto diventando vecchio. Ho 31 anni, sono arrivato qui che ero un bambino. Di corsa, certo: la mia qualità è quella».

Quanto pesano 400 partite tira*te sempre fino alla morte?
«Pesavano di meno prima del*l’operazione al ginocchio... Però mi crede se le dico che facevo più fatica a 23 anni?»

E come è possibile?
«Correvo a vuoto. Ora invece mi salvo con l’esperienza. Quando ero giovane tutti mi parlavano dell’espe*rienza e io non capivo. Avevano ra*gione. L’esperienza non è aria frit*ta » .

Ora che Paolo Maldini è andato in pensione, il decano è diventato lei. Privilegi?
«Nessuno. Anzi, devo dare il buon esempio. Confesso che tante volte la lingua sotto i denti la metto: non sempre puoi dire quello che pensi. Non è corretto. E poi il nostro è uno spogliatoio anomalo. C’è gen*te che è qui da 14 anni come Ambro*sini, chi da 11 come me, Kaladze c’è da 9 anni... Pirlo, Nesta, Seedorf. È uno spogliatoio atipico. Anche vo*lendolo, non ti puoi permettere di fare gli affari tuoi».

Estate 1999. Ricorda quando era l’ultimo arrivato?
«Di quei giorni conservo due epi*sodi. Il primo riguarda la foto che venne fatta ai nuovi arrivati: il sotto*scritto, Sheva, Serginho, De Ascen*tis, José Mari, Chamot. Eravamo in Sardegna per il preritiro. Il giorno dopo la foto compare sulla Gazzetta dello Sport e io indosso la mia ma*glietta Robe di Kappa. Peccato che il Milan avesse Adidas come sponsor tecnico: quelli dell’ufficio marke*ting mi fecero un mazzo così».

L’altro?
«Sempre in Sardegna, primi gior*ni di lavoro. Conoscevo Sebastiano Rossi di nome, ma non lo avevo mai incrociato: mi faceva le boccacce e le mosse di karate per spaventarmi. Maldini, Costacurta e Albertini ride*vano sotto i baffi».

E lei?
«Io non facevo una piega e mi do*mandavo: questo ci è o ci fa?».

E adesso chi è il Gattuso di tur*no, quello che viene preso di mira dagli altri?
«Un po’ tutti. Flamini sta al gioco ma, essendo francese, è un po’ per*maloso. Antonini è sempre in mez*zo a rompere . Poi ci sono quelli che non ti immagini, da Pirlo a Favalli, che rompono sempre le scatole a tut*ti » .

Ricorda il suo debutto?
«Si, certo. A Londra con il Chel*sea. Pareggiammo. Giocai una buo*na partita e ricordo che Galliani sul*l’aereo, durante il volo di ritorno, mi disse che se ero arrivato al Milan dovevo ringraziare Ruben Buriani. Buriani era il mio team manager a Salerno e aveva spinto tanto».

La sua partita più bella?
«Quella contro la Juve a Manche*ster. Quella sera andai oltre le mie possibilità. Ricordo uno scatto di 120 metri per rincorrere il portiere: ogni volta che rivedo quelle immagi*ni non capisco da dove avevo preso tutta quella forza».

La partita che non dimenticherà mai?
«La finale di Istanbul e quella di La Coruña. Erano partite già vinte e le abbiamo regalate».

Il compagno più noioso?
«Sebastiano Rossi non era pro*prio noioso, a volte era pure diver*tente. Però contestava tutto».

Il più bravo a raccontare barzel*lette?
«Barzellettieri particolarmente dotati in squadra non ce ne sono mai stati. O forse, visto che faccio fa*tica a capire le barzellette, non ci ho mai fatto caso».

Ha mai messo le mani addosso a qualche compagno nello spoglia*toio?
«Una volta. A Monaco di Baviera, il giorno prima della partita che vin*cemmo con il Bayern per 2-1 con due gol di Pippo (Inzaghi), ottobre 2002. Durante l’allenamento al*l’Olympiastadion litigai con un cer*to Catilina Aubameyang. Dopo una serie di entrate dure, mi incavolai con lui che, per tutta risposta mi dis*se che mi avrebbe spaccato la faccia. Allora sotto la doccia ci siamo presi a cazzotti».

Risultato?
«Il risultato fu che Ancelotti mi fe*ce un mazzo così».

Qual è stato l’avversario più fa*stidioso da affrontare?
«Un tale Brandão, a Donetsk, quando vincemmo per 1-0 a cinque minuti dalla fine, ancora con un gol di Pippo. Era un attaccante e mi mar*cava a uomo. Giocava sporco, mi metteva sempre le mani in faccia. Quel giorno non so come ho fatto a non perdere la testa».

Rino, in 11 stagioni di Milan lei di fatto ha avuto due soli allenato*ri: Zaccheroni e Ancelotti. Cesare Maldini e Terim sono state meteo*re.
«Vero. Di Zac conservo un bellissi*mo ricordo. Ti insegnava calcio, non era uno sprovveduto. Secondo me è molto bravo. Mi parlava tanto, mi faceva capire dove avrei potuto migliorare. Con Ancelotti invece, do*po tanti anni assieme, il rapporto è andato oltre il lavoro, le vittorie e le sconfitte».

Con Berlusconi è mai riuscito a parlare del momento del Milan?
«No. E non ci ho nemmeno prova*to. I ruoli vanno rispettati. Con il presidente devono parlare l’allenato*re e Galliani».

Però a livello di immagine e di prospettive la cessione di Kaká non è un bel segnale. Chi glielo di*ce a Berlusconi?
«Kaká è stato venduto per una questione di bilancio. È normale che dopo tanti anni di investimenti una cosa del genere suoni un po’ strana, però bisogna andare avan*ti » .

Berlusconi vuole anche ridurre del 50 per cento gli stipendi dei cal*ciatori.
«Mi sembra un’esagerazione. È un ragionamento molto riduttivo perché se vogliamo mettere un tetto agli ingaggi non si può permettere che una squadra guadagni 5 e un’altra 50. A parole è facile ma l’esem*pio della Nba che sento fare spesso non ha senso. Il calcio in Europa è diverso dal basket negli Usa».

Non le sembra che sostenere, co*me fa qualcuno, che con questo or*ganico il Milan possa reggere il doppio impegno campiona*to- Champions League sia un mo*do di prendere in giro i tifosi?
«Tocchiamo ferro e speriamo che non si faccia male nessuno».

Chi è certamente più forte del Milan in Europa?
«Il Barcellona e il Chelsea sono le squadre da battere».

E il Real Madrid?
«Grande squadra. Però voglio ve*dere se riesce a reggere tutti i cam*pioni che ha. Un conto è comperare campioni, un altro fare una squa*dra » .

Chi invece è più forte del Milan in Italia?
«Inter e Juve sono due corazzate. Però noi ce la giochiamo. Siamo lì e dobbiamo vivere alla giornata».

Chi l’avrebbe mai detto? Il Milan che arriva al derby davanti all’In*ter...
«Questo conta zero. Da un po’ di anni l’Inter non parte forte. E poi il derby non ha regole. Piuttosto era meglio se questa partita fosse arriva*to dopo. Perdere un derby alla se*conda giornata di campionato ti può condizionare mentalmente».

Mourinho sente il rumore dei nemici e si esalta.
«Ecco la dimostrazione che è un grande. Se ne esce sempre con le bat*tute ad effetto. Poteva invece rispar*miarsi la polemica con Lippi. L’anno scorso Lippi disse che lo scudetto lo avrebbe vinto l’Inter e nessuno si è offeso. Ci sta che il c.t. punti sulla Juve: avendo tanti suoi giocatori in nazionale, evidentemente spera che facciano bene. Già che ci siamo mi potrei correggere?».

A che proposito?
«Di recente ho dichiarato che l’In*ter ha un solo italiano ma alludevo alla nazionale. So benissimo che, ol*tre a Materazzi, giocano nell’Inter anche Balotelli e Santon».

Un paio d’anni fa lei se ne sareb*be voluto andare al Bayern e non glielo permisero. Adesso è condan*nato a giocare altre 400 partite cor*rendo.
«Non ci penso proprio, è umana*mente impossibile».

Però Maldini...
«Di Maldini ce n’è uno solo. Sicu*ramente non sarà facile ritirarmi. Pe*rò quando capisci che è arrivato il momento, devi prendere e andarte*ne. Io so che qui, in una squadra co*me il Milan, quando arrivi a 33-34 anni devi salutare tutti e togliere il disturbo».

Rino Gattuso, leader di un Mi*lan che si è messo a vendere i suoi campioni, ci dice qual è la musica che in questo momento di reces*sione fa da sottofondo nel vostro spogliatoio?
«Siamo sintonizzati fissi su Radio Deejay. Tanta bella musica ma an*che tante stupidaggini e tante risate quando parlano Albertino e gli altri di cui non ricordo il nome».


Alberto Costa
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