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Old 24-08-2009, 07:57   #53
juninho85
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Unione Sarda - Nenè: "Contento di aver giocato"
Ricapitolando, il sostituto di Acquafresca dovrebbe essere il neo acquisto Nené con Matri seconda scelta. E Larrivey buon ultimo. Ebbene, a Livorno la situazione si è capovolta: è partito titolare l'argentino, l'ex milanista è subentrato e il portoghese ha trovato spazio solo per un problemino fisico di Jeda. «Ovviamente», esordisce Matri «quando uno parte della panchina è sempre un po' deluso. Ma non cominciamo con questi argomenti. Siamo solo all'inizio».
Tra l'altro, Matri sentiva che, almeno inizialmente, non sarebbe partito tra i titolari. «Ho sempre qualche difficoltà a trovare presto la condizione». Meglio, dunque, guardare gli aspetti positivi. «Sono soddisfatto della mia prova. Tra l'altro, ho avuto la palla buona tra i piedi». Purtroppo De Lucia ci ha messo una pezza. «Avrei potuto segnare. Ma la palla aveva un giro strano e non l'ho colpita come avrei voluto».
In fondo, la mancata vittoria sta tutta qui. «L'unico difetto che abbiamo avuto», interviene Jeda «è il non essere stati incisivi in fase conclusiva. Per il resto, sono soddisfatto: abbiamo giocato una partita discreta. Ci tenevamo a fare bene e ci siamo riusciti».
Magari Nené avrebbe voluto qualcosa in più dei sette minuti avuti a disposzione. «Ma sono ugualmente contento per aver giocato la mia prima partita nel Cagliari e nel campionato italiano». Non resta che aspettare il gol. «Appena ne avrò l'occasione arriverà»

Unione Sarda - Cagliari alla ricerca del gol
In linea con il precampionato avarissimo di gol, il Cagliari ha iniziato la sua sesta stagione consecutiva in serie A con uno 0-0, risultato non malvagio se si considera che è stato ottenuto in trasferta e contro il neopromosso Livorno.
Le matricole, infatti, nella prima giornata sono state le protagoniste del campionato. Il Parma ha pareggiato a Udine due a due, mentre il Bari ha addirittura inchiodato sull'1-1 la corazzata di Mourinho che, alla vigilia, aveva opportunamente avvertito: «Non mi piace esordire contro una neopromossa, sono cariche di entusiasmo e hanno la mentalità vincente». Appunto.
Il Livorno, fra le tre matricole, è stata certamente la meno convincente, anche se, soprattutto nel secondo tempo, ha profuso tutte le energie a sua disposizione per venire a capo di una partita dove hanno brillato le difese, mentre gli attacchi, da una parte e dall'altra, hanno latitato per l'intera garaIn linea con il precampionato avarissimo di gol, il Cagliari ha iniziato la sua sesta stagione consecutiva in serie A con uno 0-0, risultato non malvagio se si considera che è stato ottenuto in trasferta e contro il neopromosso Livorno.
Le matricole, infatti, nella prima giornata sono state le protagoniste del campionato. Il Parma ha pareggiato a Udine due a due, mentre il Bari ha addirittura inchiodato sull'1-1 la corazzata di Mourinho che, alla vigilia, aveva opportunamente avvertito: «Non mi piace esordire contro una neopromossa, sono cariche di entusiasmo e hanno la mentalità vincente». Appunto.
Il Livorno, fra le tre matricole, è stata certamente la meno convincente, anche se, soprattutto nel secondo tempo, ha profuso tutte le energie a sua disposizione per venire a capo di una partita dove hanno brillato le difese, mentre gli attacchi, da una parte e dall'altra, hanno latitato per l'intera gara. Il Cagliari avrebbe potuto vincere la partita sia nel primo che nel secondo tempo. Il Livorno ha concesso ampi spazi ma quasi mai il contropiede rossoblù è riuscito a mettere qualcuno davanti alla porta avversaria. Di più. Il Cagliari non ha mai dato l'impressione di poter far male. E questo ha convinto il Livorno, nella ripresa, a porre l'assedio alla porta di Marchetti che comunque, nei secondi quarantacinque minuti, ha dovuto sbrigare solo un po' di ordinaria amministrazione, senza correre praticamente mai rischi. La partita ha dato indicazioni precise ad Allegri e gli ha confermato l'esistenza di problemi emersi durante il precampionato. La difficoltà a segnare non è casuale, anche se le giustificazioni non mancano, per prima la forma approssimativa di Jeda, che fa il paio con quella di Barone, veramente in difficoltà dopo una preparazione svolta a metà fra Torino e Cagliari.
Bene, invece, la fase di non possesso palla. Il Cagliari si è difeso in maniera compatta, non si è mai fatto trovare impreparato e ha corso un solo serio rischio su un tiro di Grandoni (respinto da Marchetti con una buona dose di fortuna), scaturito da azione di calcio d'angolo e per di più dopo un rimpallo tra Lucarelli e un nugolo di rossoblù, forse eccessivamente preoccupati dalla statura del corazziere livornese.
Nel catino ribollente di tifo e di caldo dell'Armando Picchi, Allegri ha fatto una scelta coraggiosa, schierando un centrocampo ricco di tecnica con Conti, Barone, Lazzari e Cossu e portando in panchina l'unico, autentico incontrista della rosa, Biondini, reduce da una settimana travagliata per la febbre. Il tecnico ha poi ripresentato Pisano, sostituito in coppa da Marzorati, e confermato gli altri difensori davanti al portiere Marchetti: Lopez, Astori e Agostini. Cambio radicale di rotta anche per l'attacco. Allegri, alla ricerca del gol perduto (il Cagliari aveva segnato solo nelle amichevoli più facili, restando a secco con Alghero, Catania, Fiorentina e Triestina) ha provato con Larrivey, preferito a Nenè, ancora alla ricerca della migliore condizione, anche se in progresso negli ultimi giorni, e Matri, considerato l'alter ego di Jeda, ovvero una seconda punta.
Dall'altra parte Russo, in panchina al posto dell'allenatore-ombra Ruotolo, vecchio cuore amaranto, si è affrettato a schierare Diamanti, ritirato dal mercato dal ds Ricci dopo il fallimento della trattativa con il West Ham di Zola, alle spalle delle due punte, Lucarelli e Tavano.
Proprio Diamanti, con le sue accelerazioni, è stato l'unico a creare qualche grattacapo al Cagliari. Il Livorno, che ha avuto una sfuriata iniziale per poi spegnersi, ha quasi subito evidenziato evidenti limiti di gioco, ricorrendo solo alle intuizioni del suo fantasista e a qualche pretenzioso cross dalla trequarti alla disperata ricerca della testa di Lucarelli. Il Cagliari avrebbe potuto fare molto male al Livorno, preso spesso alle spalle a causa della difesa scriteriatamente alta e al fatto che i tre attaccanti non hanno mai aiutato la squadra nella fase di non possesso. Larrivey è stato allo stesso tempo sfortunato e impreciso. Al 10', al termine di un travolgente duetto con Cossu, l'argentino ha aperto opportunamente il piatto destro, mandando la palla ad accarezzare il palo, con De Lucia disarmato. Al 13', però, su un cross di Cossu, Larrivey ha sprecato, con un colpo di testa centrale. Il Livorno ha sbandato ma non è caduto e nel finale di tempo avrebbe anche potuto segnare. In modo casuale, però. Grandoni, al termine di una mischia su angolo di Diamanti, si è trovato sul destro la palla della vita ma l'ha scaricata addosso a Marchetti da non più di tre metri. È stato l'unico intervento complicato del portiere rossoblù, attento su una punizione di Diamanti e su un sinistro di Tavano dalla distanza. Chiusura di tempo con un destro di Cossu sul quale De Lucia ha dovuto mettere i pugni per evitare guai.
La ripresa ha avuto un andamento nettamente diverso. Il Cagliari ha ceduto il campo al Livorno, che si è rovesciato in avanti, lasciando alle ripartenze rossoblù spazi ampi come praterie. Il Cagliari, però, non è mai riuscito ad approfittarne e a nulla è valso l'innesto del velocista Matri, peraltro interprete di un'ottima prova.
Pochissime le occasioni da una parte e dall'altra, anche se la migliore l'ha avuta proprio Matri: al 33', dopo un rimpallo, il sostituto di Larrivey ha concluso di destro ma De Lucia, nonostante fosse contro tempo, con un balzo è riuscito a mettere in angolo. Per il resto, si è assistito a una specie di assedio del Livorno che si è via via affievolito, specie quando Danilevicius ha rimpiazzato Lucarelli e, soprattutto, quando lo stremato Diamanti è stato costretto a cedere il posto a Moro. Allegri, per cercare di portare a casa qualcosa di più di un poco entusiasmante 0-0, ha prima schierato una sorta di tridente, con Cossu falso centravanti, Jeda a destra e Matri a sinistra. Poi ha inserito Biondini al posto di Cossu e portato Lazzari dietro i due attaccanti. Mossa finale, dentro Nenè (al posto di Jeda) che si è dato un gran daffare ma facendo più confusione che altro. Cagliari da rivedere ma con in tasca un esordio di campionato non disprezzabile.

La Nuova Sardegna - Grinta, cuore e personalità
Resiste e punge. Sa soffrire e rialzare la testa. Il nuovo Cagliari parte con un pareggio a reti bianche in casa del Livorno ed entra subito in clima da lotta salvezza. Contro Lucarelli e compagni i rossoblù di Allegri hanno rischiato qualcosa (Marchetti ha subito risposto “presente”) ma hanno anche saputo reagire, andando più volte vicini al gol. Molte cose sono ancora da rivedere, ma un punto fuori casa al debutto non è certo da buttare.
Il tutto nel contesto di una partita dai due volti: appassionante e tirata nel primo tempo, con le difese decisamente allegre e gli attaccanti sempre in agguato. Con un ritmo decisamente più lento nel secondo tempo e meno occasioni da gol. Ne è venuto fuori un pareggio tutto sommato giusto, ampiamente sottoscrivibile alla vigilia.
Allegri ha mandato in campo la formazione annunciata, che prevede Biondini (acciaccato), Nenè e Matri inizialmente in panchina. In difesa i due centrali Lopez e Astori, con gli esterni bassi Agostini e Pisano. Il tiro di centrocampo con Conti centrale supportato da Lazzari a sinistra e da Barone dalla parte opposta. In attacco il triangolo formato da Cossu (vertice basso) e le due punte Larrivey e Jeda. A conti fatti, dieci undicesimi erano già al Cagliari l’anno scorso, con l’unica novità rappresentata dall’esordio in rossoblù di Simone Barone.
Per il ritorno nella massima serie il Livorno del duo Russo-Ruotolo presenta tutti i suoi gioielli, in particolare il temibilissimo trio di attaccanti formato da Diamanti, Lucarelli e Tavano.
Primi minuti tiratissimi, con il Cagliari che soffre sulle fasce la spinta di Bergvold e Diamanti, che parte spesso da destra per poi accentrarsi. Il gioiello livornese svaria spesso e conclude con frequenza da lontano. Astori gli rifila subito un calcione, giusto per convincerlo calmarsi un po’.
Il Cagliari sonnecchia ma a cavallo del 10’ il vantaggio sembra cosa fatta.
Prima una combinazione Larrivey-Conti-Larrivey, che con un piatto destro dà l’illusione del gol gelando il Picchi. La palla invece sfiora il palo ed esce. Due minuti dopo il sudamericano ci riprova, ma il suo colpo di testa su perfetto cross di Agostini è troppo centrale per impensierire De Lucia.
Il Livorno, disposto a rischiare qualcosa in difesa, quando spinge sa essere pericolosissimo. Al 20’ Diamanti scarica all’improvviso una sassata di sinistro, che scalda le mani di Marchetti. Al 23’ su angolo dalla sinistra di Diamanti, la palla finisce sui piedi di Grandoni che conclude dal limite dell’area piccola, trovando ancora uno splendido intervento d’istinto di Marchetti.
Il Livorno spinge parecchio, ma la sensazione è che entrambe le difese siano ancora da registrare. Diamanti ci prova due volte su punizione, poi Cadreva lancia un missile dai venti metri, che fa la barba al palo sinistro della porta di Marchetti. In mezzo cìè anche una cintura molto dubbia di Lopez su Lucarelli nel cuore dell’area rossoblù, ma l’arbitro fa proseguire tra gli ululati del pubblico. É il miglior momento del Livorno, ma la reazione del Cagliari è immediata: cross di Agostini, respinta della difesa e gran destro di Cossu dal limite che obbliga De Lucia a un gran tuffo.
É l’aizone che di fatto chiude il primo tempo. Nella ripresa le squadre sembrano più abbottonate e attente a non farsi trovare scoperte in difesa. Il Cagliari stringe di più su Diamanti e il campioncino del Livorno è costretto ad arretrare parecchio per ricevere palla.
Al 10’ angolo dalla destra di Conti, in area svetta Lazzari che va vicinissimo al gol del vantaggio. É giusto uno dei messaggi che il Cagliari riesce a lanciare quando è in difficoltà, ma in ogni caso la partita si addormenta. Allegri punta sulla freschezza di Matri, che rileva Larrivey e si lancia subito all’assalto. Il 32 è il suo numero e il 32’ potrebbe essere il suo minuto. La palla sporcata dalla difesa che gli piove addosso in piena area è un invito a nozze, e il suo destro incrociato non è niente male. De Lucia però si fa trovare ancora pronto e con un balzo felino devia in angolo.
É l’ultimo lampo di una gara che si spegne lentamente. “Bella ciao”, cantano gli ultras livornesi. Il Cagliari, intanto, sa già resistere.
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