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Originariamente inviato da Destiny88
Ho un quesito di natura medica, e mi è stato suggerito di postarlo qui.
Facciamo una serie di ipotesi.
Ipotizziamo che una data persona abbia perso una grande quantità di sangue, e che rischi pertanto di morire dissanguata. Ipotizziamo inoltre che, sfortunatamente, non ci sia del sangue disponibile per farle una trasfusione, oppure che ci sia, ma di un gruppo sanguigno assolutamente incompatibile con quello di questa persona.
Ipotizziamo infine che sul luogo ci sia anche un altro individuo, in perfetta salute e di costituzione robusta. Il suo sangue è di un gruppo sanguigno assolutamente identico a quello della persona che sta male (oppure non è identico, ma è comunque compatibile) e anche il fattore rhesus corrisponde.
La mia domanda è questa: nel caso di questa ipotetica situazione disperata, è possibile collegare le due persone in maniera diretta e fare in modo che l'individuo che sta bene possa trasferire il proprio sangue direttamente nel corpo di quello che sta male? Ricordo che, sempre per ipotesi, queste due persone non hanno alcun tipo di malattia o infezione, e che i loro gruppi sanguigni e fattori rhesus sono compatibili.
Una trasfusione ipotetica come quella che ho descritto è lecita? Andrebbe a finire tutto bene, oppure potrebbero sorgere dei problemi? E in quest'ultimo caso, problemi di che tipo?
Grazie anticipatamente.
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Io ti faccio i miei complimenti per l'avatar intanto (

).
Vorrei inoltre qualche informazione in più sullo scenario descritto (tutta una ipotesi ovviamente):
1) il potenziale donatore è un donatore abituale di sangue/plasma?
2) reca con sé documentazione che attesti ufficialmente quale sia il suo gruppo sanguigno e via discorrendo? (Insomma non ci si debba basare solo sulla parola).
3) La trasfusione avverrebbe in un ospedale o un centro sanitario attrezzato?
4) Ci sarebbe tempo di operare alcune analisi (obbligatorie, tra cui la conferma gruppo e fattore RH) sul campione prelevato dal soggetto donatore?