Luttazzi: «Faccio satira non populismo alla Grillo»
Dal Corriere del A.A. di oggi:
Decameron: Luttazzi Show
Prosegue a gambe tese e forte di ospiti considerevoli la stagione di spettacoli organizzati al Palalevico di Levico Terme dall'associazione Piattaforma Eventi: dopo la performance di sabato scorso di Silvia Mezzanotte, si accinge ad abbattersi sul palcoscenico del palazzetto, il prossimo 3 aprile alle 21, la provocante e dissacratoria satira di Daniele Luttazzi, il quale proporrà il suo Decameron (biglietti in prevendita alle Casse rurali trentine), un monologo teatrale che segue le orme dell'omonimo esilarante varietà televisivo trasmesso da La7 fino alla brusca censura e conseguente sospensione avvenute a fine 2007.
Daniele Luttazzi, se nel suo precedente spettacolo, Barracuda, spiegava le motivazioni per cui fu allontanato dalla televisione in seguito al famigerato «editto bulgaro», è vero che in questo, Decameron, prosegue il percorso televisivo intrapreso a La7 e improvvisamente interrotto nel 2007?
«Sì, si tratta della continuazione ideale dell'omonimo programma televisivo: l'arco narrativo del monologo rimane uguale, trattando gli stessi temi cari alla satira quali la politica, il sesso e la religione. Credo sia il mio spettacolo migliore, al cui interno analizzo una interessante teoria dei neocon americani per cui la gente vota in base a contenuti emotivi: espongo dunque le cinque tecniche di persuasione studiate dai neocon così come le applica Berlusconi, o la Chiesa da centinaia di anni. Poi le applico pure io, durante lo spettacolo, dimostrando come anche la satira può plagiare il pubblico. Il monologo verte inoltre sulla politica razzista e reazionaria del governo attuale, sull'inconsistenza del Pd, sull'oscurantismo della Chiesa cattolica. Mi schiero anche contro la satira stessa, quando plagia il pubblico ai suoi scopi, abbassandosi alla demagogia e al populismo».
Si riferisce a qualcuno in particolare?
«Certo, ad esempio a Beppe Grillo e all'ambiguità di fondo che emerge durante le sue performance. La satira è un'arte, non un'attività partitica (da non confondere con "politica", perché la satira è storicamente "politica"). Quando si vuole educare la gente a stare dalla propria parte, non si fa più spettacolo, ma un comizio. Credo sia sbagliato attaccare il populismo con il populismo stesso. La satira deve essere indipendente, divertente, feroce, autonoma. L'arte satirica funziona in modo diverso dall'attività partitica perché mette l'ascoltatore in grado di decidere. Quando si fa satira, la verità sta nella risata, e deve uscire solo da essa ».
Cacciato dalla televisione per la seconda volta nella sua carriera, non trova che il teatro sia rimasto l'unico e ultimo spazio di libertà artistica ed espressiva?
«Sì, anche se le cose non stanno esattamente così, perché più ci si allontana nel tempo dalla visibilità televisiva, meno spettacoli si riescono a vendere: gli operatori culturali preferiscono i personaggi televisivi, perché rendono di più. Se poi aggiungiamo le beghe politiche locali e il fatto che gli operatori culturali non vogliono compromettersi ospitando personaggi scomodi, ecco che la censura è messa in atto anche nel teatro. È così che alla lunga ti spengono: questo è il potere ».
Crede che il nostro Paese sia a rischio di destabilizzazione istituzionale?
«Storicamente la dittatura non arriva da un giorno all'altro, e noi, oggi, siamo già inseriti in un sistema di regime. A tal proposito, nello spettacolo riservo anche un attacco agli italiani, perché sono regrediti culturalmente e politicamente: hanno scelto di demandare le loro responsabilità di cittadini. Da tempo mi interrogo su come sia arrivato il Fascismo: esattamente così, goccia dopo goccia, strappo dopo strappo. Uno dopo l'altro ci stanno mangiando i diritti civili e democratici in generale, e assistiamo a questo furto senza accorgercene, o senza darci peso».
Claudia Gelmi Dissacrante
Il comico Daniele Luttazzi sarà protagonista il 3 aprile al Palalevico con il suo ultimo spettacolo «Decameron»
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Grande Luttazzi come al solito! Finalmente qualcuno che gliele manda a dire a Grillo...
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