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Originariamente inviato da seb87
ROMA - I magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura. E' questa l'opinione del vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, espressa in occasione del via libera del Consiglio all'aspettativa di Luigi De Magistris, che si candiderà alle elezioni europee con Antonio Di Pietro. Annunciando la sua scelta, l'ex pm di Catanzaro ha comunque detto: "Anche se non sarò eletto, non tornerò in magistratura. La mia è una scelta di vita".
Per Mancino "è preferibile che sia stabilito il divieto di rientrare nell'ordine giudiziario e sia garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica amministrazione nella funzione e nel ruolo pressapoco corrispondenti a quelli di provenienza".
"L'esigenza che esprimo - ha detto ancora Mancino, che ha dato parere favorevole al collocamento in aspettativa dell'ex pm - è che sia disciplinata l'ipotesi del parlamentare che vuole tornare a fare il magistrato". Con la mobilità nella pubblica amministrazione, invece, "la pubblica amministrazione recupera un patrimonio di esperienze e di professionalità e la magistratura perde un giudice divenuto parte".
"La legittima candidatura di De Magistris - continua Mancino - apre l'ennesimo dibattito e una vecchia riflessione. Il giudice che ammette di essere divenuto parte non fosse altro perchè si è schierato con una forza politica, è giusto che poi rientri? Ho sempre sostenuto di no, anche se non sono mai riuscito, quando ero in Parlamento, ad avere condivisione da molti colleghi parlamentari".
Oggi De Magistris ha spiegato la sua decisione di candidarsi alle elezioni europee con l'Idv in conferenza stampa. "Per me questa è una scelta di vita. Ho passato da poco i 40 anni e finora ho fatto il magistrato. Adesso seguo un nuovo progetto di vita e la mia è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto". Per il pm la sua scelta "è una sorta di sconfitta della magistratura. Il mio sogno è sempre stato di fare il magistrato. Ma da un'apparente sconfitta - ha sottolineato - ho capito di avere una grande opportunità", aggiungendo: "Stanno svuotando la Costituzione e c'è bisogno di fare comprendere all'Europa com'è a rischio la nostra democrazia dove ormai c'è la criminalizzazione del dissenso e si tende al pensiero unico".
http://www.repubblica.it/2009/01/sez...ndidature.html

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bene, se almeno lui (a differenza di altri qua dentro) si è reso conto della incongruenza e di un conflitto di interessi potenziale, non posso che approvarlo.
Naturalmente alle parole devono seguire i fatti e, poichè parla di scelta irreversibile, non deve chiedere l'aspettativa.
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Originariamente inviato da MadJackal
No, vuol dire che un magistrato che si mette in aspettativa e si candida va benissimo. E' suo diritto.
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Come ho detto prima il fatto che sia un diritto di per sè non implica che sia moralmente giusto, nemmeno il falso in bilancio è un reato importante dopo belusconi...non è che tutto quello che la legge accetta, permette, ecc.
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Originariamente inviato da MadJackal
Meno hanno diritto quelli che si candidano e continuano tranquillamente a gestire industrie in palese conflitto di interessi, come il proprietario ed azionista di maggioranza di fininvest 
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Se la vogliamo dire tutta dal punto di vista della legge, mancando proprio una regolamentazione, hanno gli stessi diritti; di più basterebbe citare il caso di Soru che dall'altro lato fa il verso (più in piccolo) di berlusconi.
Dunque poichè il conflitto di interessi non è regolato da legge, usando questo tuo metro di giudizio, è giusto che B si sia candidato.
Qui torniamo al discorso con fg...o si assume che le leggi siano tutte giuste oppure vi che siano delle incongruenze in esso e delle lacune etiche nel nostro sistema.