19-02-2009, 07:41
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#1
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Armi di distrazione di massa.
Via Malvino:
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Ci è offerto un filo, in questo labirinto: si comincia a parlare con più insistenza dei meccanismi mediatici che condizionano gli umori delle masse e ne influenzano le scelte. Cominciano a girare dati che mostrano abbastanza chiaramente che negli ultimi anni, al diminuire relativo ed assoluto del numero dei reati, la stampa e soprattutto la tv enfatizzavano l’entità del fenomeno e, al crescendo d’enfasi, crescevano la percezione del pericolo e il bisogno di sicurezza, cioè, il bisogno di qualcuno che la assicurasse. Manco a dirlo, c’è chi assicura sicurezza: al di là del diritto, al di là delle regole democratiche, come è d’uso nei regimi emergenziali. Chi manovra la paura, vende speranze: semina disperazione e miete consenso con una faccia molto sorridente. “Armi di distrazione di massa”, le chiama Edoardo Fleischner. Si tratta di quanto è dimostrato dallo studio su Percezione della sicurezza tra comunicazione e realtà dell’Osservatorio di Pavia.
Ecco il filo: una possibile crepa in questo sempre più solido blocco sociale sta nel denunciare i meccanismi di cui si serve. Solo una crepa, perché poi si dovrebbe comunicare agli intossicati come sono stati intossicati. E la comunicazione è in mano a chi continua a intossicarli. La crepa si può allargare solo con una comunicazione parallela e alternativa, semplice, figurata, in forma di vulgata, di voce in voce. C’è da ricostruire un modo nuovo di parlarci, e internet non basta affatto.
Dovremmo cominciare a trascurare internet.
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A casa ho almeno sette PC, in firma non ci stanno
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