Originariamente inviato da LUVІ
Sto cominciando a comprendere che il fenomeno di imbarbarimento della politica, della perdita di valori civili, etici e morali, avviatosi nei primi anni '80 sta per giungere al suo culmine.
Comincio a rivedere nella popolazione quei sentimenti, quei moti che precedettero il ventennio; ciò non implica un nuovo fascismo, almeno non come ce lo ricordano i pochi sopravvissuti, ovviamente.
Di fronte ad una società che non riconosci più, quando la maggioranza, silenziosa o meno, che non la pensa come te, si fa via via più schiacciante, quando cominci a sentire la puzza delle repressione, come reagire?
Quando non puoi o non vuoi emigrare, lasciando che l'italia sia quello che gli altri italiani vogliono che diventi, cosa fare?
Sto pensando seriamente di fingere, di adottare gli stessi comportamenti della massa, di diventare razzista, fingermi fascista, xenofobo, populista, demagogo, cominciare ad adorare un leader che mi spiega che mentire, rubare, corrompere, circondarsi di mafiosi, è bene.
Per comodità, per convenienza, un po come durante il ventennio era più comodo essere fascisti, anche se dentro di te morivi, piuttosto che lottare, come tanti hanno fatto, anche a costo della vita.
Sarei un debole? Che senso avrebbe avere delle idee che sono osteggiate da sempre più persone, fino a quando sarà del tutto inutile anche discuterne?
Come vi comportereste voi se ad un certo punto non riconosceste più la vostra patria e coloro che la abitano come compatibili con il vostro modo di pensare, riflettere ed agire?
LuVi
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