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Civitavecchia, la strage dei ragazzi sul cavalcavia: «Colpa della cocaina»
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L'ansia dei genitori con i figli in discoteca: in 300 all'ospedale
Civitavecchia, la strage dei ragazzi sul cavalcavia: «Colpa della cocaina»
Tornavano dalla discoteca: 4 morti. Grave il superstite, guidava drogato. Procura sequestra il guard rail
ROMA — È l'unico sopravvissuto di una strage sulla strada al ritorno da una discoteca. Nel suo sangue, secondo i primi accertamenti disposti dai magistrati, c'erano tracce di cocaina: Yuri Capparella, 19 anni, probabilmente alla guida della sua Nissan Micra, era il solo ad aver allacciato la cintura di sicurezza. I suoi amici, compreso il fratello della fidanzata, sono morti tutti: all'alba di domenica, sul raccordo che collega Civitavecchia a via Aurelia, l'utilitaria è schizzata come impazzita per 15 metri giù per la scarpata, schiantandosi sotto un viadotto della zona industriale, accanto a un campo nomadi.
L'asfalto viscido per la pioggia, la velocità eccessiva, la droga, un colpo di sonno improvviso, un guard rail apparentemente malridotto che è stato sequestrato dalla procura e che forse non ha retto all'impatto: potrebbero essere alcune delle concause di un incidente costato la vita ai cugini sedicenni Indra (talento dell'hockey su pista nazionale) e Daniele Mercuri, al coetaneo Gianmarco Coccioloni, e a un amico più grande, Giovanni Siena, di 21. Capparella, che è stato indagato per omicidio colposo plurimo, versa in gravissime condizioni all'ospedale San Filippo Neri di Roma: è in coma farmacologico con trauma cranico e fratture. I medici l'hanno sottoposto a intervento chirurgico per l'asportazione della milza: se si salverà, solo lui saprà dire cosa è veramente accaduto sul quel raccordo.
Le indagini della Polstrada sono solo all'inizio. Domenica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla droga, Carlo Giovanardi, ha lanciato un appello ai responsabili di Regioni ed enti locali «perché, davanti all'ennesima tragedia del sabato sera, questa volta complice la cocaina, non si perda altro tempo per un'efficace azione di controllo e di contrasto delle situazioni a rischio». L'auto con i ragazzi ancora incastrati nell'abitacolo è stata scoperta da un operatore ecologico dell'«Etruria servizi»: è passato con la sua auto alle 6,15 in via delle Vigne senza notare niente, poi è ripassato mezz'ora più tardi con il compattatore. Era buio. Ha pensato di vedere qualcosa di strano sotto al viadotto. È tornato al deposito e ha chiesto a un collega di accompagnarlo sul posto. Così si è trovato davanti al massacro. L'allarme è però scattato in ritardo, solo alle 7,20.
L'identificazione delle vittime è durata ore perché non tutti avevano i documenti: oltre 300 genitori, che dal sabato sera non avevano più notizie dei figli, si sono precipitati alla polizia o all'ospedale San Paolo con le fotografie dei ragazzi. Solo nel primo pomeriggio Indra, Daniele, Giovanni e Gianmarco sono stati riconosciuti dai familiari: distrutti dal dolore, vengono assistiti da psicologi e infermieri. Con Yuri avevano trascorso la serata nella discoteca «Due cigni» di Caprarola, poi stavano tornando a casa. Quando sono usciti nevicava. Qualcuno avrebbe telefonato a uno di loro intorno alle 6, ma la Polstrada dovrà esaminare i tabulati delle chiamate per averne conferma. «Dobbiamo fermare queste stragi», chiede l'Associazione dei familiari delle vittime della strada, mentre per il Movimento dei genitori «le discoteche devono promuovere un divertimento sano, ma serve l'obbligo dei 18 anni per l'acquisto di bevande alcoliche».
Rinaldo Frignani
29 dicembre 2008
http://www.corriere.it/cronache/08_d...4f02aabc.shtml
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L'incoscienza la fa sempre da padrona nell'attuale mondo adolescenziale...non lo impareranno mai il rispetto delle regole e della vita...
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