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Originariamente inviato da lowenz
Mah, sulle situazione abitative posso darti ragione per le grandi città, e così ti sistemo anche Pasolini 
Il problema è che ora c'è una retroazione (di tipo positivo, cioè che porta all'accrescimento del fenomeno) più consistente, perenne e a largo raggio.
Se nel 70 c'era la Maladolescenza (anche qui ti anticipo, non l'ho visto) con le sue scene al limite della pedofilia e nell'800 c'era una altissima promiscuità ( ma la si voleva abbandonare perchè vista come situazione oggettivamente negativa da chi la subiva, ad esempio i bambini) ora c'è la rincorsa a superare il limite fino a quando non ci si troverà senza la terra sotto i piedi.
Non mi pare che in questo ci sia un giudizio di valore, mi pare semplicemente l'analisi neutra di quello che è.....pardon, di quello che si percepisce QUINDI è 
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No
Non la si voleva abbandonare.
Quella era la realtà normale che era considerata ovvia da chi la viveva.
Nanà costruisce il suo riscatto sociale (anche se effimero) proprio sulla promiscuità sessuale, esattamente come sua madre aveva costruito il proprio riscatto con il lavoro.
Entrambe falliscono (la madre molto piu miseramente) perchè Zola era un inguaribile pessimista
Il sesso, brutale animalesco primitivo, è una forza di fondo della società. Che la nanà dell'800 sia confrontata a questa forza sul marciapiede e quella del 2008 sul monitor è poco più di un dettaglio.
E anzi, al contrario, io sono convinto che il tramite mediatico (la televisione o internet) sia un filtro che abbia un effetto spesso catartico