07-06-2008, 13:01
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http://www.ilsecoloxix.it/genova/vie...9-0003badbebe4
bollette da 4000€ ..
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Provincia - Paola Matino lavora a Bologna come consulente in materia ambientale per diversi Enti: «L'acqua sostituisce il petrolio, ma chi la controlla?»
«Acqua, i quattro "comuni ribelli" hanno ragione»
«L'acqua è un bene e renderla fonte di profitto è sbagliato». Paola Matino lavora a Bologna, in una Società di studi e ricerche (Laboratorio Utilities & Enti Locali) che effettua consulenze in materie ambientali, acqua e rifiuti, per molti comuni d'Italia. L'esperta ha letto il nostro articolo dei "quattro comuni ribelli" della provincia di Varese che si sono opposti a una gestione unica provinciale del ciclo delle acque, come proposto dalla Provincia di Varese. «I quattro comuni hanno ragione – spiega la Matino -: la legge Galli non prevede una gestione unica nell’Ambito territoriale ottimale (Ato), bensì un gestione unitaria su un territorio ottimale per un principio di sussidiarietà, ovvero di equilibrio tra territori diversamente dotati e interconnessi di uno stesso ambito. Ambito che può essere anche quello già stabilito dai confini provinciali. L’autorità d’ambito deve stabilire obiettivi di qualità del servizio e programmi precisi di investimento condivisi in un unico piano, per poi declinare questo piano sui territori secondo i modelli di gestione legittimi e desiderati dagli enti locali. E tra i modelli legittimi c’è anche la gestione attraverso diverse società locali che si occupano di aree omogenee accomunati dalle stesse problematiche. ».
Secondo l'esperta il modello di gestione unica provinciale proposto dall'Ato potrebbe essere controproducente sia per l’effettiva operatività e presenza sul territorio sia per chi paga le bollette: «Vi immaginate che i comuni vadano a conferire le reti costruite con i soldi dei loro cittadini in una società di cui avranno solo una quota di 0,x%? Le decisioni verrebbero prese da pochi, in base a esigenze non meglio definite – prosegue la Matino -. L'esempio lampante è ad Arezzo dove un unico soggetto erogatore privatizzato da una multinazionale francese, ha fatto salire in modo esorbitante le bollette dell'acqua e i cittadini pagano ogni due mesi anche 300 euro».
Allora perché certi enti spingono tanto per una privatizzazione che preveda un modello di gestione unico? «Il territorio della Lombardia è ricco di acqua, non si richiedono investimenti così elevati. Ci sono diversi interessi però che mirano a sradicare l’intervento diretto dei comuni, che più direttamente sono chiamati a rispondere alle domande “vere” dei cittadini e delle imprese dei propri territori. Ci si nasconde poi dietro alla scusa dell'economia di scala, ma è una logica che non esiste per un territorio così. In realtà lo scopo è creare grandi società in grado di produrre molti flussi economici in condizione di monopolio, una società che muova grosse quantità di finanziamenti, realizzando grandi investimenti che poi pagano i cittadini con le bollette più care. Immaginate quale movimento di denaro possa esserci dietro società di questo tipo. L'esempio di come si potrebbe muovere la situazione in un futuro non troppo lontano è dato anche dalla pubblicità che sta andando per radio, ad opera di una nota banca. Pubblicità secondo cui il petrolio non è più il motore del mondo, ma l'acqua, e invita gli ascoltatori a investire nelle società di servizi e a recarsi nelle proprie sedi a sentire il perché. Questo è l'esempio lampante di come in futuro le società che gestiscono l'acqua si vogliono muovere: recuperare soldi dai cittadini che già pagano le bollette e togliere alla “Signora Maria” il diritto di protestare presso chi amministra la sua città».
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