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Originariamente inviato da robgeb
Ragazzi secondo me il problema di fondo dato proprio dalla mentalità idiota di alcuni genitori: prima comprano un gioco del genere al bambino, e poi criticano e vogliono bandirlo.
Che tra l'altro il gioco costa 70 euro, per cui a mio parere il 90% dei ragazzini minorenni che se lo comprano, se lo fanno pagare dai propri genitori (che vista anche la cifra, potrebbero informarsi prima di far acquistare al proprio figlio minore un gioco "violento").
Ora, visto che la classificazione PEGI non è una restrizione sulla vendita, ma solo una fascia d'età consigliata, e visto che a quanto ho capito è molto difficile riuscire a mettere una restrizione sulla vendita (e non capisco proprio il perchè, visto che la cosa già esiste con la vendita dei pornazzi o qualsivoglia oggetto da sexy-shop), la R* avrebbe potuto utilizzare un altro sistema, che, a mio parere, li avrebbe liberati da responsabilità:
Avete presente la schermata che compare sul loro sito internet quando entrate nella sezione GTA IV ? O quella che compare quando volete vedere un trailer di un gioco violento ?
Vi viene chiesto di inserire la vostra data di nascita.
Avrebbero potuto fare la stessa cosa anche al primo avvio del gioco (una cosa del genere l'ho già vista in Max Payne mi pare....): una bella schermata di disclaimer, dove si dichiara la propria data di nascita. Nel caso di un minore si fa partire una bella disinstallazione del gioco, oppure si fa partire una versione censurata. Nel caso di un maggiore di età tutto prosegue come deve. Il tutto abbinato ad una bella nota di disclaimer che liberi R* e scarichi la responsabilità solo ed esclusivamente a chi, immettendo un età fasulla, ha dichiarato il falso.
Questo è come la vedo io.
E poi Fiorello, Baldini e compagnia bella, ma in Italia ci sono una marea di problemi più seri di un videogioco (che virtuale è e virtuale rimane)...dico io, ma pensiamo alla monnezza di Napoli, o ai problemi legati all'immigrazione clandestina...e lasciamo perdere queste menate legate a un videogioco dai!
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quoto il tuo raggionamento ma:
1. I venditori non se ne infischiano minimamente al momento della vendita, anche se il gioco è classificato +18 lo vendono anche ad un bambino. L'importante per loro è che abbia a disposizione i 70€ (in questo caso). E' quasi impossibile trovare qualcuno che si rifiuta di vendere un gioco perchè non si ha l'età minima.
2. L'idea della schermata non sarebbe stata una cattiva idea, ma non possono permettersi di andare in contro alle eventuali conseguenze cioè cattiva pubblicità e meno vendite (almeno questo è quello che penso io). Anche se poi nessuno vieterebbe ad uno scaltro bambino di inserire i dati del padre o peggio ancora dati falsi

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