In parte, i biocombustibili si potrebbero produrre anche dagli scarti della produzione agricola. Annualmente, svariate tonnellate di frutta (e non solo) vengono buttate via per mantenere stabile il prezzo di mercato (e per vari accordi internazionali sulle quote di produzione): in tempi di "magra" con il petrolio alle stelle si potrebbe anche consentire la vendita (naturalmente a basso costo) delle quantità eccedenti da destinare ad usi non alimentari (non pensiamo solo all'autotrazione: ciò che brucia e produce energia si può anche usare in un impianto termoelettrico). La possibilità di estrarre etanolo dalla cellulosa mi fa pensare che si potrebbero utilizzare anche parti non edibili di piante stagionali, oltre che erbacce estirpate per preparare le colture (laddove le stesse parti non vengano già impiegate come mangime per animali); naturalmente, in aggiunta ai biocarburati producibili con i rifiuti organici (aggiungerei anche i prodotti alimentari che vanno a male/vengono buttati via quotidianamente nei vari mercati e supermercati perchè rimasti invenduti e non più freschi - alla fine, parleremo ovviamente di diversi tipi di combustibile: etanolo, metano, ecc.).
Per quanto riguarda i rapporti di compressione, ricordo di aver letto di un progetto italiano di un motore di tipo wankel con rapporto di compressione modificabile "a caldo" (un po' come i rapporti stechiometrici vengono aggiustati in base alle misurazioni della sonda lambda). Poi c'era una ditta in Florida (o in California) che sosteneva di poter ricavare ingenti quantità di biocombustibile dalle bucce degli agrumi, ma non ne ho più sentito parlare... Comunque, rimango un aficionado dei motori elettrici per autotrazione